In questo periodo non è semplice intervistare Nina Zilli. Troppo impegnata. Il lunedì, in prima serata su Canale 5, fa da spalla a Giorgio Panariello in Panariello non esiste, ha appena finito di girare il video L’amore è femmina, pezzo che dà il titolo al suo terzo album e con cui rappresenterà l’Italia all’European Song Contest, dal 22 al 26 maggio a Baku (Azerbaigian).
E si sta preparando per il tour, che parte il 10 aprile da Firenze. La intercetto domenica pomeriggio a Roma, nel tragitto fra l’albergo e Cinecittà, dove sta andando a fare le prove del programma tv.
Sono le 15 e ammette di essersi svegliata da poco: «La mattina sono una che ronfa!». È elettrica Nina (vero nome: Maria Chiara Fraschetta), simpaticamente sboccata e autoironica. Ride e fa ridere. Soprattutto quando inventa parole inesistenti.
La prima domanda è: di cosa si sta “facendo” per sopportare questiritmi frenetici?
«Di pappa reale e fermenti lattici. Devo stare attenta: ho la pressione bassa e non posso prendere la caffeina, altrimenti rischio la tachicardia. È meglioche resti in modalità “polleggiata”:calma e rilassata come un pollo».
La prossima puntata sarà l’ultima di Panariello non esiste. Un bilancio?
«Sono molto soddisfatta. Ho vissuto questa esperienza con assoluta leggerezza. Un po’ per incoscienza e un po’ perché, dopo il Festival di Sanremo, è come se avessi maturato un bonus di tranquillità. Ho provato talmente tanta angoscia in quei giorni che adesso mi sembra che sia tutto in discesa. A Sanremo ho pure pianto, una di quelle scenate alla “voglio la mamma”. Ero esausta».
Ma lo spazio per l’amore riesce a ritagliarselo?
«“Purtroppamente”, al momento poco. Sono come una “pallina rimbalzina” e sto sacrificando gli affetti veri. Anche Riccardo Gibertini, il mio fidanzato, ne sta risentendo un po’».
Laura Chiatti a Donna Moderna ha dichiarato che fa sesso dieci volte a settimana. Lei, invece?
«Porca vacca, ci pensa Nina Zilli a buttare giù la media. Al momento non batto chiodo. Certo che dieci volte a settimana sono “troppissime”. Cercherò di recuperare: Riccardo è il mio trombettista e in tour saremo gomito a gomito per sei mesi».
È geloso?
«Lo è ma non lo fa vedere. Come tutti i maschi-maschi».
Maschi-maschi?
«Sì, a me piacciono quelli rock’n’roll, che hanno lo swing. Quelli a cui piace prendere i treni piuttosto che vederli passare. E se esteticamente non sono il massimo, chi se ne frega: io sono a favore degli uomini un po’ orsetti!».
In passato ha detto che non avrebbe mai partecipato a un talent show e che inorridisce all’idea di avere un vocal coach. Conferma?
«Ho fatto un altro percorso, ho imparato piano piano. Amo i Clash e penso che la bella voce non sia l’unica qualità ch edebba avere un artista. Poi se una vuole diventare la nuova Callas o se ha un orecchio che è una cotoletta è chiaro che ha bisogno di un vocal coach».
Lei punta anche sulla sensualità.
«Sinceramente, non prendo molto in considerazione la bellezza. Quando ero più piccola ero un cesso ambulante, portavo l’apparecchio e nessuno mi filava. Fra qualche anno sarò brutta e avvizzita, dunque è meglio lavorare su altri aspetti. La personalità, pe resempio».
Dia un giudizio su Emma Marrone.
«Non ci ho mai scambiato una parola,non la conosco».
Noemi?
«Ha una bella voce».
Ma X Factor lo presenterebbe?
«Mamma mia. Non rientra fra i miei obiettivi. Nemmeno fare il giudice. Me l’hanno proposto, ma non fa per me. Mi piace di più divertirmi»
E una trasmissione tutta sua?
«Magari in futuro. Ora preferisco dedicarmi alla mia carriera. Posso crescere ancora molto».
Con chi le piacerebbe duettare?
«Il primo nome che sparo è Stevie Wonder. Gli altri, purtroppo, sono tutti schiattati. Tipo Billie Holiday, Otis Redding, le Marvelettes e Nina Simone, da cui ho rubato parte del mio nome d’arte (Zilli è il cognome della madre)».
E con i suoi colleghi di Sanremo come si è trovata?
«Molto bene con Samuele Bersani: siamo amici da anni. Con Eugenio Finardi: è un grande, molto simpatico. E con Gigi D’Alessio: un cavaliere. Più di una volta abbiamo atteso insieme il turno di entrare in scena: lui rilassatissimo, io con le mani gelide e sudate. Meno male che c’era Rocco Papaleo: me le asciugava col suo cappotto tecnico».