Vietato accettare regali
“Maestri e professori non possono accettare regali dai genitori di allievi e studenti”. Conquista titoli e commenti – di segno opposto – la circolare diramata qualche giorno fa da Tiziano Fattizzo, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo Montessori – Bilotta di Francavilla Fontana, 1.400 alunni e 130 docenti distribuiti tra materne, elementari e medie. La comunicazione, pubblicata sul sito ufficiale, è stata indirizzata alle famiglie di bimbi e ragazzini, agli insegnanti (attraverso un messaggio agli alunni) e al resto del personale. Poche parole. Sufficienti per innescare e incendiare il dibattito dentro e fuori dalla scuola e dai confini della città brindisina, a ridosso della conclusione delle lezioni. Recita testualmente la comunicazione: “Con l’approssimarsi della fine dell’anno scolastico, è invalso l’uso tra i genitori di fare un presente ai docenti dei propri figli. Onde evitare di creare eventuali contrasti con la legislazione in materia, viene ribadito il divieto al personale docente di accettare regali dai genitori”.
Da semplici doni a omaggi esagerati
Spiega lo stesso dirigente: “Ho saputo che in una classe erano stati chiesti 30 euro a famiglia, per i doni alle maestre. Mi è sembrato davvero troppo, un’esagerazione. Così mi sono attivato. Ma non ho calato alcun divieto dall’alto, non ho inventato nulla. Anzi. Ho semplicemente ricordato a docenti, operatori e genitori quello che è già previsto dai contratti di lavoro e dai codici di comportamento degli insegnanti e dei dipendenti della pubblica amministrazione, disposizioni che esistono da quasi vent’anni e direttive più recenti”. Non sono ammessi regali, dunque. Non si possono ricevere né chiedere o pretendere doni o vantaggi, per sé o pèr altre persone. In base alle disposizioni richiamate (dove si parla della deroga per i regali di “modico valore, effettuati occasionalmente nell’ambito delle normali relazioni di cortesia e nell’ambito delle consuetudini locali o internazionali”) dovrebbero rappresentare un’eccezione gli omaggi che costano meno di 150 euro o sconti fino allo stesso importo, ammissibili. Però questo il dirigente Fattizzo non l’ha scritto, decretando la tolleranza zero. C’è chi, tra le mamme e papà, ha capito e approvato. E chi invece ha criticato la rigorosissima circolare, accusando il responsabile della scuola di voler ingiustamente mettere fine ad abitudini consolidate e gradite.
“Per ringraziare basta una rosa”
“Per ringraziare una maestra – continua Fattizzo – basterebbe una stretta di mano o una piccola cosa simbolica, tipo una rosa. Qui invece mamme e papà ipotizzavano regali molto costosi, ad esempio trattamenti in una spa e viaggi. Non esiste”. Per manifestare gratitudine e riconoscenza, a suo parere, le strade da imboccare sono altre. Un paio di anni fa, racconta sempre il dirigente scolastico, indicando un’alternativa praticabile, “è stato promosso un crowdfunding per raccogliere fondi da destinare alla creazione di un laboratorio artistico, un atelier che poi è stato aperto pure alla popolazione e a studenti esterni più grandi, in alternanza scuola lavoro. Ecco, se proprio si vogliono fare collette e doni, il modo è questo. Promuovere e sostenere iniziative che abbiano ricadute positive per tutti e per il territorio”.
A quali punizioni vanno incontro prof e dirigenti?
Ma a quali punizioni vanno incontro i prof, se portano a casa o esigono maxi regali o gratifiche fuori legge? Dipende. Le sanzioni, sintetizzate in una tabella dal ministero dell’Istruzione, variano in relazione al tipo di situazione accertata. Se si richiede o a si accetta un dono che vale più di 150 euro, la linea di confine, si può incorrere in una multa o nella sospensione dal servizio. La sanzione si inasprisce se il regalo è incassato a titolo di corrispettivo per un’attività dovuta. In questo caso si va dal congelamento temporaneo dell’impiego, da 3 a 6 mesi, fino al licenziamento con preavviso. Rischiano la sospensione anche i dirigenti che non vigilano sul personale. E laddove si ravvisino reati, si procedente penalmente.