Sta facendo il giro del web la notizia di una modella “curvy”, l’americana Natalie Hage, che si è resa conto che il vicino di posto in aereo la stava ampiamente sbeffeggiando, per il suo peso, attraverso una chat telefonica.
Partendo dal fatto che a me non sarebbe mai successo di riuscire a sbirciare perché sono notoriamente talpa, restando fermo il punto che la ragazza in questione avesse assolutamente ragione nel denigrare mediaticamente il cafonissimo vicino, la cosa più drammatica, che è sfuggita ai più, tutti presi dalla sacrosanta indignazione è una sola.
La modella non è affatto curvy. È, che ci piaccia o meno il termine, obesa. Perché curvy sono donne come Sophia Loren, Monica Bellucci, Vanessa Incontrada. Natalie Hage è grassa. Lo so: non ci piace questa definizione, ma è la sola verità.
Natalie Hage su Facebook
Ed è terribile assistere a questa ondata di fat power, di grasso è bello, di “il grasso è mio e me lo gestisco io”, dimenticandosi, nel modo più totale, che la ragazza stia correndo seri, serissimi rischi di salute. Che il suo peso, prima o poi, le presenterà il conto, e che le passerelle e la gioia di un momento di popolarità non le restituiranno ore di vita.
Perché, mi domando, questo folle tentativo di trasformare una malattia, perché Nathalie è una malata di obesità, in un qualcosa che altre ragazze vorranno imitare? Si tenta, da anni, di allontanare dalle sfilate di moda, modelle troppo magre, per non incitare le ragazzine all’anoressia, e ora si lanciano modelle obese, imbrogliando le masse col termine “curvy?
Ben vengano le curvy, ben vengano floride donne morbide, ma non confondiamo le acque, che sono già tanto confuse di loro…