Hai urtato una medusa? Niente panico

Calma è la parola d’ordine

Le meduse sono esseri viventi fondamentali per il buon funzionamento dell’ecosistema marino. Ma, per molti, possono diventare un vero e proprio incubo: soprattutto dopo incontri ravvicinati non proprio graditi… Innanzitutto, è opportuno precisare che le meduse non pungono ma siamo noi a urtarle.

Essendo trasparenti, in alcuni casi violette, le meduse restano invisibili in acqua ed è frequente ‘incontrarle’ mentre si nuota o si gioca in acqua.

Cosa succede quando ci scontriamo con una medusa? I suoi tentacoli si attaccano alla nostra pelle e rilasciano una neurotossina che provoca un dolore intenso, simile a una scossa elettrica, accompagnato dalla sensazione di arto paralizzato. Immediatamente dopo la zona urticata si arrossa e, a volte, la cute appare in rilievo. Il bruciore può persistere per molte ore o, addirittura giorni.

Per prima cosa, è necessario uscire dall’acqua senza farsi prendere dal panico. Se ci si trova in acqua alta, bisogna nuotare con tutta tranquillità chiamando aiuto: nel caso la medusa abbia temporaneamente ‘paralizzato’ una gamba, ricordarsi che è comunque possibile galleggiare e muovere le braccia per tornare piano piano a riva.

Una volta usciti dall’acqua, se sono rimasti frammenti di tentacolo attaccati alla pelle, è opportuno toglierli aiutandosi con un oggetto rigido ma non tagliente, tipo la carta di credito. Mai e poi mai usare lame o forbici.

In seguito, la parte urticata andrà trattata con un‘apposita crema, con cui è stata soppiantata la vecchia ammoniaca. La crema si recupera in qualsiasi farmacia e comunque tutti i bagnini ne sono provvisti.

Se il dolore è molto forte, probabilmente saranno necessari anche un cortisonico o un antistaminico, ma solo previa visita dal medico di guardia.  Infine, un’accortezza fondamentale: la pelle va risciacquata solo con acqua di mare e mai con acqua dolce, quest’ultima infatti favorisce la circolazione della neurotossina in tutto il corpo.

Micosi e funghi: precauzioni necessarie

Attenta alle docce e alla piscina

Capita di trovarsi in luoghi bellissimi, magari in mezzo al verde e assolati, e di aver voglia di restare sedute a bordo vasca di una rinfrescante piscina: questo è proprio uno dei comportamenti che andrebbero evitati per tenere lontani funghi e micosi.

Infatti, sedersi con il solo costume in una zona in cui si siedono tutti e che resta sempre umida, significa entrare a stretto contatto con microrganismi come virus e miceti di ogni genere e sorta. Ciò non significa contrarre automaticamente un fungo o un’infezione ma, se il sistema immunitario non è al top, fastidi vari (irritazione, prurito) sono da mettere in conto.

Eppure, bastano semplici accortezze per prevenire noie e dolori: sedersi sempre sul proprio asciugamano, usare ciabattine o speciali calzine di gomma (molto comode e in vendita in qualsiasi negozio sportivo) quando si fa la doccia o si cammina attorno alla vasca. Lo stesso vale quando si prende il sole sedute sulla sabbia o su una sdraio.

Se il danno è fatto, è necessario non tenere la pelle umida ma cambiare subito costume e indumenti intimi, evitando fibre sintetiche e colorate. Immediatamente, si può intervenire con detergenti a base di tea tree oil (antivirali e antibatterici) e lenitivi come aloe o calendula. Ma è comunque necessario farsi vedere da un medico per impostare la terapia antibiotica adatta, spesso a uso esclusivamente topico.

La distorsione, un classico in montagna

Tieni nello zaino bende e ghiaccio secco

Una delle attività preferite di chi sceglie la vacanza in montagna è il trekking: le lunghe passeggiate in mezzo alla natura e ai boschi sono un ottimo modo per rilassarsi e rimettersi in forma. Ma, a volte, si può appoggiare male il piede o addirittura cadere provocandosi una distorsione.

La distorsione è davvero fastidiosa e dolorosa ma, in parte, si può prevenire camminando con grande attenzione e lontane dai sassi o dai dirupi. Inoltre, un ruolo preventivo fondamentale è ricoperto dalle calzature che vanno scelte specifiche per il trekking ovvero leggere, con suole antiscivolo e alte sulla caviglia, a ripararla e proteggerla.

In caso di distorsione, è opportuno farsi aiutare in una sorta di prima medicazione e, teoricamente, non appoggiare il piede a terra caricandolo con il peso del corpo. Per questi motivi sarebbe indicato non avventurarsi mai da sole in camminate prolungate e avere nello zaino l’occorrente di pronto soccorso: bende elastiche, disinfettante, cerotti e ghiaccio secco.

Il ghiaccio è la prima risorsa da sfruttare e, nel caso non ci sia, può essere sostituito con l’acqua gelida di un torrente. Poi, la caviglia dovrebbe essere fasciata e la persona infortunata sorretta fino a destinazione.

Insolazione, come intervenire

Fresco e ombra in primis

Dopo lunghi mesi chiuse in ufficio e tra i grigiori metropolitani, cosa c’è di più esaltante di intere giornate trascorse in spiaggia al sole? Effettivamente, poco o niente se non fosse che, spesso, in preda all‘euforia estiva ci si dimenticano le giuste precauzioni in fatto di sole e caldo.

Infatti, non è raro accusare malori a fine giornata sotto il solleone oppure ritrovarsi con zone del corpo rosse e doloranti. Per evitare l’insolazione, i consigli giusti sono quelli dettati dalle nonne e dal buonsenso: evitare di stare al sole nelle ore centrali della giornata, coprire sempre la testa con un cappello in cotone chiaro, bagnarsi frequentemente in mare o sotto una doccia, bere molto spesso e a piccoli sorsi e proteggere sempre la pelle con un filtro solare adeguato al fototipo.

Se si è state negligenti e ormai ci si è prese una bella insolazione, è necessario agire tempestivamente. Per prima cosa bisogna ripararsi dal sole in un luogo fresco e ombreggiato: ombrellone o, meglio, pineta e ambienti ventilati. Poi, è importante bagnarsi fronte, caviglie, polsi e incavi dei gomiti.

Se la pelle è scottata, si può iniziare a trattarla con un gel all’aloe, da tenere sempre in borsa, per lenirla in attesa di applicare uno specifico doposole o pomata per scottature. Molto consigliato è sdraiarsi con le gambe sollevate e bere acqua a temperatura ambiente per ripristinare la giusta idratazione e combattere la sensazione di svenimento tipica dell’insolazione.

Contrattura in agguato per le atlete improvvisate

Non avere fretta e fai stretching

Un altro comportamento tipico di chi va in vacanza, è lanciarsi in sport e attività fisica tutto di un colpo: tuffi, windsurf, canoa, arrampicata, corsa ogni mattina…

Tutti questi sport sono molto benefici e consigliati ma, come ogni attività fisica, vanno affrontati con gradualità e, soprattutto, con il riscaldamento giusto. Se durante l’anno si è praticata la sedentarietà, non si può recuperare tutto in pochi giorni di vacanza. Se desiderate tornare in forma o allenarvi per la prima volta, è bene farlo praticando stretching preparatorio e procedendo per piccoli step.

Come? Iniziando con semplici camminate in salita invece che cercare immediatamente di sfidare rocce e dirupi, scegliendo una canoa multiposto per non pagaiare da sola, evitando movimenti bruschi e sollevamenti di pesi improvvisi.

Una volta presa la contrattura, infatti, sono necessari alcuni giorni perché il muscolo si riprenda, se non qualche settimana. La prima cosa da fare è sospendere l’attività fisica praticando il riposo.

E, contro il dolore, usare la terapia del freddo-caldo a seconda della zona da trattare e del tipo di infortunio. Indicate anche le specifiche creme, i massaggi fisioterapici e gli speciali cerotti da applicare in loco per ridurre infiammazione e algìa.

Rimedi naturali molto validi in caso di infiammazioni e contratture sono larnica (in pomata e compresse) e l’argilla verde ventilata. Quest’ultima, da usare come impacco e reperibile in erboristeria o farmacia, vanta un’azione antinfiammatoria potente, ‘riportando’ l’infiammazione in superficie e favorendone la scomparsa.