Al contrario, quando la tiroide produce ormoni tiroideo in quantità superiore alla norma, si instaura un quadro clinico di ipertiroidismo. Leggi di più nella gallery sotto
L’ipotiroidismo fa parte di uno di quei disturbi tanto frequenti quanto misconosciuti, nel senso che spesso non è diagnosticato . “Senza sfociare in allarmismi, è bene ricordare che è importante indagare qualora si sospetti un metabolismo rallentato , una depressione inspiegabile, una stanchezza generalizzata – precisa la Dottoressa Roberta Montelli, medico chirurgo, specialista in Medicina Interna – Certo, nessuno invita ad essere ipocondriaci , però è meglio vederci chiaro”.
E soprattutto va ribadito che l’ipotiroidismo , per quanto possa essere serio, è facilmente curabile e permette di ristabilirsi in breve senza conseguenze.
L’ipotiroidismo può essere primario o secondario.
1) Il primario (detto anche primitivo) è la forma più comune: ha origine dal malfunzionamento della ghiandola tiroidea e può essere: – autoimmune , cioè causato dalla tiroidite di Hashimoto – iatrogeno , causato da alcuni tipi di farmaci e radiazioni – congenito , cioè sin dalla nascita causato da deficit degli enzimi deputati alla sintesi dell’ormone tiroideo; oppure all’assenza congenita della ghiandola tiroidea o ad una sua dimensione ridotta e mal funzionante.
2) L’ipotiroidismo secondario invece è meno comune, non dipende dalla ghiandola tiroidea in sé, che dal punto di vista fisiologico funziona bene, ma è dall’ipofisi. In altri termini, la ghiandola ipofisaria , posta al centro del cervello, non produce l’ormone TSH (l’ormone tiro stimolante). La causa è da ricercare in patologie ghiandolari serie come tumori o in seguito a radiazioni e interventi chirurgici.
Perché è fondamentale l’ormone tiroideo?
Perché si tratta di un ormone essenziale all’accrescimento del neonato prima e al metabolismo dell’adulto poi.
Nell’età adulta il quadro dell’ipotiroidismo è quello di un rallentamento metabolico che colpisce tutti gli organi, proprio perché l’ormone agisce in tutti gli apparati.
“Nella precedente classificazione dell’ipotiroidismo, un capitolo a parte merita quello prenatale , che si sviluppa nelle prime fasi della vita prenatale: rientra appunto nella diagnosi prenatale e nello screening perinatale, subito dopo la nascita. Se dovesse esserci un deficit nelle prime fasi dello sviluppo si avrebbe una grossa compromissione neuropsichica e dello sviluppo dello scheletro del feto – spiega la dottoressa.”
Come si manifesta l’ipotiroidismo? “Va specificato che ci sono vari gradi di ipotiroidismo – spiega la dottoressa Montelli. Negli eccessi il volto sarà mixedematoso, cioè gonfio per accumulo di sostanze connettivali e liquidi, l’espressione spenta e gli occhi come se fuoriuscissero dalle orbite. Potrebbe esserci ipotrofia muscolare e sovrappeso fino all’obesità, e quindi tutti i problemi connessi all’obesità. Ciò perché il metabolismo è lento per accumulo di cellule adipose
Altri sintomi sono: – Edema palpebrale, cute secca e sensibilità al freddo; – astenia e stanchezza generalizzata – ipotensione , scarsità dei riflessi.
Altri sintomi riguardano:
– Problemi gastrointestinali a carico del tratto intestinale, che si manifestano in stipsi e difficoltà digestive; – problemi all’apparato cardiovascolare : ipotensione, bradicardia, ipocontrattilità del cuore, scompenso cardiaco (il cuore è come se non avesse forza di pompare il sangue).
Dal punto di vista neuropsichico, si potrebbe verificare tendenza alla depressione , apatia, abulia e pigrizia Persino l’apparato endocrino viene compresso, con l’alterazione mestruale, quale amenorrea, galattorrea, anovularietà, anemia moderata.
Tutti questi disturbi derivano dal fatto che l’ormone della tiroide è necessario a dare energia a tutti gli organi e apparati del corpo.
Diagnosi dell’ipotiroidismo
Si effettua attraverso l’esame obiettivo cioè la visita diagnostica del paziente: nei casi gravi si evidenzia subito il gozzo all’altezza del collo.
L’ipotiroidismo si rileva attraverso gli esami di laboratorio bioumorali, cioè il prelievo di sangue per valutare il dosaggio degli ormoni tiroidei Ft3 Ft4 e il Tsh, la tireoglobulina e gli autoanticorpi (specifici per escludere una tiroidite autoimmune)
L’ecografia esamina la morfologia della tiroide, cioè se ci sono noduli o cisti o la dimensione della ghiandola: tutti fattori che possono comprometterne la funzionalità.
“In definitiva, sembra un quadro allarmante quello che si delinea con l’ipotiroidismo ma basta un “semplice” aiuto farmacologico con l’ormone tiroideo, cioè la tiroxina , per stare meglio in tempi brevi – conclude la dottoressa Roberta Montelli, specialista in Medicina Interna.
N.B. Le informazioni contenute non costituiscono materia di autodiagnosi. Per ogni dubbio rivolgersi al proprio medico.