Certi giorni… sembrano no anche per gli uomini! Spossatezza, ipersensibilità, sbalzi d’umore, fame improvvisa e irritabilità fanno da tempo dubitare molte donne che forse una sindrome premestruale sia possibile anche al maschile. Sì, perché il pubblico femminile non è l’unico a essere soggetto a cambi d’umore tanto repentini quanto frequenti.
C’è chi da questa idea ha sviluppato un’indagine controversa: si tratta dell’endocrinologo di origine slovacca Peter Celec, della Comenius University di Bratislava, che nel 2002 ha pubblicato uno studio sostenendo che i livelli di ormoni maschili nell’arco del mese si modificano. Di qui l’ipotesi di un ciclo maschile, ma in realtà a tutt’oggi non esistono evidenze scientifiche.
Esiste una sindrome premestruale maschile?
Al di là dell’assenza lampante del fattore sangue, un ciclo ormonale mensile… esiste solo al femminile, o almeno questi sono gli esiti delle ricerche scientifiche svolte fino a questo momento. Negli uomini il protagonista principale delle fluttuazioni ormonali, che si registrano in media quattro volte al giorno, è il testosterone, un ormone maschile essenziale per lo sviluppo dei caratteri sessuali, che risulta fondamentale anche per il metabolismo, la gestione dell’umore, la salute del tessuto osseo.
«La gestione del senso di inadeguatezza e di autoefficacia, l’autostima insomma, è legata alle fasi ormonali e a come esse vengono vissute. Chiaramente si tratta di un discorso differente per donne e uomini. Se al femminile il ciclo è mensile, per la controparte maschile potremmo dire che si sviluppa quotidianamente» spiega il dottor Emanuel Mian, psicologo e psicoterapeuta presso il Centro Interdisciplinare Bariatria e Obesità degli Istituti Clinici Zucchi di Monza e responsabile scientifico di Emotifood: «I livelli di testosterone sono più alti nelle prime ore del mattino, non a caso il momento in cui si registra un picco di vitalità ed energia, così come il caso tipico delle erezioni mattutine. Progressivamente, questo picco di energia cala durante il giorno, per arrivare a livelli minori alla sera».
Sindrome dell’irritabilità maschile
Il testosterone non incide solo sulla vita sessuale, come spesso si è portati a credere, infatti questo ormone assume un’importanza notevole in generale per il livello di vitalità della persona. Dunque, a una fluttuazione ormonale può corrispondere un cambiamento significativo nel tono dell’umore.
Secondo il prof. Peter Schlegel, del dipartimento di Urologia presso la Cornell University di New York, si tratterebbe di una vera e propria sindrome, legata alle fluttuazioni di testosterone e nota come Irritable Male Syndrome, ovvero Sindrome dell’uomo irritabile. I sintomi? Ipersensibilità, stanchezza, nervosismo, emotività.
Cortisolo e stress
«Dobbiamo considerare che esistono due tipi di stress», chiarisce l’esperto. Un tipo, possiamo dire, positivo, verso ciò che dobbiamo affrontare durante la giornata, capace di svolgere una funzione utile, perché in un certo senso ci spinge ad affrontare la situazione e ci auto-motiva a dare il meglio nella performance. È quello che chiamiamo eustress, un termine coniato dall’endocrinologo Hans Selye: letteralmente, dal greco, stress-buono.
Il distress, invece, rappresenta una condizione negativa che continua anche quando la situazione di stress è terminata. Per esempio, una situazione problematica sul lavoro, il traffico o la fila, la difficoltà nelle relazioni con i colleghi, possono avere un effetto particolarmente distruttivo quando fanno parte di un periodo che tende a protrarsi nel tempo e possono portare a un cambiamento anche nei cicli ormonali.
«La produzione di cortisolo, correlata con il fatto di vivere situazioni stressanti, aumenta l’irritabilità: gli uomini più sensibili possono fare più fatica a gestire gli stati d’ansia e soprattutto faticano ad avere un umore stabile». Le risposte d’allarme del corpo costituiscono un messaggio di come il fisico sta rispondendo allo stress. Per questo, molti uomini possono apparire nervosi, instabili, irrequieti.
Naturalmente quando ci troviamo di fronte a cambi d’umore repentini è bene valutare che cosa può accadere, nel corso della giornata, in grado di influire in maniera considerevole sulle emozioni, tanto da incidere sullo stato di benessere complessivo.
Cambio di stagione vs testosterone
«Tanto più siamo sensibili, tanto più siamo permeabili, e dunque influenzabili dall’ambiente esterno, tanto più ne soffriamo e appariremo stressati» sottolinea il dottor Mian, che avverte: «Non sempre e non tutti sentiamo lo stress, ma attenzione: quando non riusciamo ad avvertire l’impatto di una vita troppo stressante, prima o poi il corpo chiederà il conto».
Eventi come le somatizzazioni sono un avvertimento del nostro corpo che parla e che chiede di occuparci dello stress che stiamo vivendo.
Secondo uno studio effettuato nel 2003, possono influire sui livelli ormonali anche fenomeni come i cambiamenti stagionali. Dall’indagine, sperimentata su un campione di popolazione norvegese, era emerso, infatti, che i livelli di testosterone salivano durante l’estate per poi diminuire in seguito, alla fine della bella stagione. «Anche se amiamo stagioni come la primavera o l’estate, ricche di luce, non dobbiamo farci ingannare dal carico di cambiamento che, in ogni caso, esse rappresentano per il nostro organismo» spiega l’esperto: «Il cambio di stagione influisce sullo stato d’animo e il livello di vitalità. Per esempio, l’arrivo della primavera può farci sentire più stanchi, sonnolenti, oltre a modificare i ritmi sonno-veglia, dunque può influire sull’assetto ormonale, anche a causa di una diminuzione delle ore di sonno».
La sonnolenza costituisce un ulteriore elemento utile da considerare nell’osservazione degli sbalzi d’umore. I disturbi del sonno possono ripercuotersi sulla reattività: risvegli improvvisi, difficoltà nel riposo e a riaddomentarsi incidono sul livello di nervosismo e l’irritabilità.
La vita è fatta di buone abitudini
Attenzione a ciò che si porta in tavola: le fluttuazioni dell’umore appaiono fortemente correlate con l’alimentazione, conclude il dottor Emanuel Mian, che nel suo lavoro di psicologo e psicoterapeuta si occupa anche di alimentazione, immagine corporea e accettazione di sé, tema che ha trattato nel libro MindFoodNess.
«Sappiamo che durante la sindrome premestruale le donne hanno una predilezione per i cibi dolci, come il cioccolato, oppure salati, quali pasta e pizza. Per gli uomini non avviene lo stesso meccanismo, tuttavia una diminuzione dei livelli di testosterone può, non solo influire sul calo dell’umore ma anche accendere il desiderio di alimenti che possano stimolare il rilascio di endorfine. Eccessive quantità di grassi e predilezione per cibi ricchi di carboidrati: una cucina elaborata, poveri di vegetali e ricca di cibi industriali può portare a problemi digestivi, sensazione di rallentamento, torpore, squilibri ormonali e fluttuazioni dell’umore».
Attività fisica, alimentazione consapevole e una vita meno stressante: ecco l’antidoto per ridurre l’irritabilità (maschile e non) ritrovando un via d’accesso alle nostre emozioni profonde.