In questo intenso romanzo ambientato in Libano, le protagoniste Dunia e Ferial raccontano attraverso la loro voce e i loro sogni le loro storie personali e quelle di altre donne (loro amiche, parenti, conoscenti).
Un romanzo declinato al femminile che descrive la “femminilità” nel mondo arabo.
Guerra, religione, superstizioni, violenza, amore, sentimenti e passioni si intrecciano in un vortice nella vita vera, nella quotidianità che, spesso, mette a dura prova le donne, combattute tra il desiderio di emancipazione e l’attaccamento ai valori della tradizione e al loro ruolo nella società come mogli, madri, amiche. Un “sentire” che per molti aspetti è decisamente lontano dal nostro occidentale; un modo di vivere le sensazioni che definirei “di pancia” per la sua intensità non mediata dai filtri della razionalità.
Un sentire “viscerale” che poco ha a che fare con la mente e con il cuore, ma che si rifà a qualcosa di più profondo, un richiamo quasi ancestrale.
Splendide le immagini evocate nei sogni delle protagoniste. Sogni notturni che, il più delle volte, altro non sono che la prosecuzione o la reinterpretazione delle storie realmente vissute di giorno. Storie e sogni che le donne sembrano scambiarsi e vivere vicendevolmente. A simboleggiare che la storia di ogni donna, seppur nella sua specificità e peculiarità, è la storia di tutte le donne, in una perenne ciclicità.
sandra13