Molto più di un semplice cambio di stagione: l’arrivo dell’autunno in Giappone è il periodo in cui ha luogo il Momijigari, durante il quale moltissimi locali e altrettanti turisti da tutto il mondo, tra cui famiglie, giovani, coppie di innamorati e gruppi di anziani si recano nei giardini delle città, nei parchi, nei boschi e nelle valli di montagna per contemplare le foglie che diventano rosse e cadono a terra.
I giapponesi hanno conservato nel tempo un’innata passione per la natura e per la contemplazione delle sue eccezionali manifestazioni spontanee. Per questo nel Paese del Sol Levante il passaggio dall’estate all’autunno è un momento molto atteso, così com’è anche l’arrivo della primavera, che regala il famoso spettacolo dei ciliegi in fiore (l’hanami, che ha il suo culmine nel mese di maggio).
Abbiamo selezionato alcune tra le più belle foto di questo spettacolo naturale, che si rinnova ogni anno in maniera stupefacente: una tavolozza di colori dal verde bosco al rosso intenso, dal giallo oro all’arancione acceso che dipinge paesaggi unici. E intorno alla natura che si accinge a «morire», questo culto giapponese che dura da oltre mille anni fiorisce, e raduna migliaia di persone che con grande devozione si muovono in uno straordinario rito collettivo di omaggio alla natura.
Momijigari
Momijigari significa letteralmente «caccia delle foglie rosse» o «caccia delle foglie d’acero» (da momiji, cioè «acero» o «foglie rossicce» e da kari, cioè «caccia»). La stessa tradizione nell’isola di Hokkaido, nel nord del Paese, è chiamata Kanpukai, che significa «andare insieme a vedere le foglie».
Comunque lo si voglia chiamare, Momijigari o Kanpukai, è un antico rituale dalle origini aristocratiche. Si racconta infatti, che nelle limpide giornate d’autunno di molti secoli fa, i nobili si ritrovassero all’ombra delle folte chiome di momiji per suonare, cantare e recitare poesie haiku, cercando ispirazione dal fogliame screziato di rosso. Poi, con il periodo Edo (1603 – 1867), questa usanza si è diffusa anche tra la gente comune, ed è rimasta intatta fino ad oggi.
Come in passato, il momiji-gari non celebra solo il momento migliore per la contemplazione dei momiji, ma è anche un’occasione di festa dove il sakè scorre a fiumi, le cravatte si sciolgono e ci si ubriaca fino a crollare esausti.
Il Momijigari inizia nell’isola di Hokkaido a partire dalla fine di settembre e poi tocca tutto il Paese, per concludersi solitamente all’inizio di dicembre, quando le foglie cadono completamente.
Al contrario dell’hanami, che inizia a sud per proseguire verso nord, questo spostamento della colorazione dei momiji (detto Kouyou, cioè «mutazione dei colori») attraversa l’intero Giappone da nord a sud e viene accolto dai giapponesi con grande gioia e altrettanto rispetto, anche per il significato più profondo che vi è in esso.
La fioritura primaverile dei ciliegi e la sfioritura degli aceri in autunno sono, infatti, due concetti molto sentiti nella cultura nipponica. Eredità della concezione buddhista, secondo la quale la nascita (simbolicamente l’hanami) e la morte (il momijigari) sono parte entrambi del ciclo della vita di madre natura e due momenti necessari da compiere per poter rinascere.
La magia del momijigari è un’esplosione di colori che porta alla luce anche i forti contrasti del Giappone. Un Paese in cui grattacieli e palazzi avveniristici affiancano piccoli templi, i ritmi frenetici si alternano ad atmosfere zen, dove il legame con la natura resiste accanto allo sguardo rivolto al futuro, e il contrasto diventa armonia.
Sia perché l’autunno giapponese offre piccoli capolavori di bellezza, sia perché nel buddismo la morte è speranza di rinascita, sono migliaia i templi buddisti che per l’occasione aprono al pubblico spazi chiusi durante l’anno o prolungano le aperture anche a tarda sera con giochi di luce che mettono in evidenza i colori dell’acero in tutte le sue scale tonali.
Aceri giapponesi
La tradizione degli aceri giapponesi viene vissuta da millenni con grande devozione e attesa da migliaia di persone anche perché, ogni anno, è uno spettacolo sempre nuovo e diverso.
Come lo spettacolo d’autunno si manifesterà, infatti, nessuno può saperlo esattamente. L’evento è così atteso che, come per il meteo, anche per il Momijigari vengono trasmesse le previsioni sui colori dell’autunno. L’avanzata della colorazione dei momiji è monitorata con grandissimo interesse: ogni sera i telegiornali forniscono un rapporto sullo stato dei momiji (il «momiji zenzen», cioè le previsioni del «fronte dei momiji»), con tanto di cartine dettagliate che mostrano il grado di colorazione raggiunto dai mimiji e le percentuali nelle diverse parti della nazione. Le sfumature del foliage e la sua durata dipendono dal clima.
Maggiori sono gli sbalzi di temperatura, dal caldo dell’estate al freddo dell’autunno, più forte sarà l’intensità dei colori. Anche la pioggia incide su questo fenomeno spettacolare perché l’umidità, oltre a rendere le foglie più rosse, non le fa seccare e rallenta il momento della loro caduta.
C’è poi chi raccoglie le foglie di acero per cucinarle secondo la ricetta del tempura. Ebbene sì, con le foglie di acero si fa un’ottima tempura! Pare che questo piatto sia nato addirittura 1300 anni fa, quando un pellegrino preso dalla bellezza degli aceri della cascata Minootaki (vicino ad Osaka) decise di friggere alcune foglie nell’olio di colza e di condividerle con altri viaggiatori.
Dal 1910, in concomitanza con l’apertura di una stazione ferroviaria e di un parco vicino a Minootaki, ci fu un aumento del numero di turisti, molti dei quali affamati e ovviamente in cerca di souvenir. Quindi la tempura di acero iniziò ad essere venduta nei negozi lungo il sentiero che conduce alla cascata e la tradizione continua ancora oggi.
Solitamente si usa la varietà gialla chiamata Ichigyouji: si scelgono le foglie con la forma migliore, si lavano e si lasciano immerse in acqua e sale per circa un anno prima di essere fritte in olio di sesamo zuccherato. La panatura tende ad essere un po’ più secca rispetto alla tempura standard e questo le rende perfette come spuntino.
Nelle stazioni ferroviarie, oltre a sacchetti di foglie di acero fritte, compaiono anche confezioni regalo di dolcetti ispirati al momiji.
Kyoto
Forse non esiste altro paese al mondo in cui l’autunno arrivi con tanta teatralità come in Giappone. Sembra che ci siano regioni dove il foliage sia più bello che in altre. Kyoto è da sempre una delle mete più gettonate per gli appassionati di momijigari, sia per le vaste foreste di momiji che circondano la città, sia per i numerosi templi, santuari e giardini che ogni anno sono resi ancora più belli dai colori autunnali.
A Kyoto si può scegliere fra diversi siti a seconda del mese. Nella seconda metà di novembre il migliore è il Tempio Tofukuji, vicino al più famoso Fushimi Inari. Le vedute dal Ponte Tsutenkyo sono particolarmente impressionanti e il tempio diventa molto affollato. Da fine novembre ai primi di dicembre da non perdere è il quartiere Arashiyama, alla periferia di Kyoto. Le montagne boscose sullo sfondo e gli alberi intorno ai templi della zona creano scorci di incomparabile bellezza. E non poteva mancare il Kiyomizudera, forse il tempio di Kyoto più fotografato del Giappone.
Tokyo
C’è poi la capitale, Tokyo, dove il posto più gettonato è il giardino Rikugien, costruito intorno al 1700 per il quinto Shogun Tokugawa. Il suo nome significa letteralmente «giardino delle sei poesie» e al suo interno sono riprodotte in miniatura 88 scene di famose poesie. Nel momento della massima colorazione sono installate qui illuminazioni speciali.
Intorno alla capitale, c’è poi la regione dell’Okunikko, con il Lago Chuzenji e le Yumoto Onsen e la città di Nikko.
Altri luoghi in Giappone
Dove ammirare lo spettacolo del Momijigari sono: il Parco Nazionale Daisetsuzan, il più grande del Paese che si trova in corrispondenza dei monti centrali dell’isola di Hokkaido. Qui, all’inizio della stagione (da metà a fine settembre) i colori spettacolari dei momiji possono essere goduti facendo trekking in alta quota intorno al Monte Asahidake o presso le Kogen Onsen.
Più avanti nella stagione (dall’inizio alla metà di ottobre), lo spettacolo si estende anche a quote più basse, come ad esempio intorno al Sounkyo. Nella regione del Tohoku, invece, è particolarmente raccomandata la zona intorno alle montagne Hachimantai, presso leTamagawa Onsen e le Nyuto Onsen. Ma sembra che sia la regione del Kansai a detenere il primato dei paesaggi migliori!
Infine nel Giappone Centrale è raccomandata la valle Korankei, nei pressi di Nagoya, dove da metà a fine novembre centinaia di aceri si accendono di rosso lungo il fiume e nelle passeggiate intorno al Monte Iimori.