Come coltivare le ortensie
Le ortensie sono tra gli arbusti più generosi, quanto a quantità, bellezza e durata dei fiori. Con loro si possono creare lunghe siepi variopinte. Ma stanno bene anche solitarie, al centro del prato, o a ridosso del muro della casa. In più crescono bene anche in vaso e sono perfette in balcone, in particolar modo in primavera e in estate.
Coltivare le ortensie in vaso
Le ortensie sono adatte a dimorare soprattutto nei giardini, ma nulla vieta di piantarle anche in grandi vasi, da posizionare poi su balconi e terrazzi. Se si decide di posizionarle in un vaso, le accortezze da seguire sono le medesime della piantumazione in giardino: innaffiature costanti e regolari. Attenzione anche alla temperatura: quella ideale per la crescita delle ortensie è di circa 18 gradi. In inverno, quindi, andranno ben protette.
I vari tipi di ortensie
Le ortensie più conosciute e più diffuse sono le macrofilla, di origine giapponese, con infiorescenze quasi sferiche, azzurre o rosa. Le varietà più nuove hanno i petali a cucchiaino, altre li hanno doppi; ci sono le Lacecup che assomigliano a una cuffia di pizzo. Un altro gruppo, le Serrata, originario delle montagne del Giappone, si fa apprezzare per la bellezza del fogliame che, d’inverno, vira al rosso; altre formano piccole palle di infiorescenze. Altrettanto belle le ortensie arborescens e quercifolia, di origine americana, e le paniculata, spontanea in Cina. Salvo rare eccezioni, queste sono di colore bianco.
Il profumo delle ortensie
Il profumo emanato può essere un discrimine importante quando scegliamo una pianta da mettere in giardino o in balcone. Quindi bisogna tenere presente che le ortensie macrofilla hanno quasi sempre un profumo lieve, se paragonato a quello delle rose, che ricorda quello zuccherino del sambuco. Tra le più profumate, l’ortensia arborescens Hill of Snow, la rampicante Petiolaris, e la maggior parte delle ortensie paniculata, che hanno i fiori a pannocchia.
Le ortensie più facili da coltivare
Il segreto per avere in splendida forma l’ortensia macrofilla consiste nel tenere sempre presente che si tratta di una pianta da sottobosco e che, quindi, gradisce la mezz’ombra. Perfetto il sole del mattino o del tardo pomeriggio, ma l’ideale è tenerle al riparo della chioma di un albero.
Le specie americane, arborescens e quercifolia, si adattano invece molto bene ai climi estivi caldi e ai terreni non propriamente acidi.
La paniculata, infine, è ottima per i giardini freddi di montagna e ama anche l’esposizione diretta al sole.
Il terreno più adatto
Le ortensie si adeguano a diverse tipologie di suolo, ma crescono meglio su terreni con una buona ritenzione idrica, cioè capaci di trattenere l’acqua e mantenersi umidi senza ristagni. In giardino, prima di trapiantarle, è consigliabile arricchire la terra di riempimento con un po’ di stallatico maturo e secco: garantisce nutrimento a lungo termine e migliora la porosità del suolo.
Per la coltivazione in vaso, invece, conviene usare la terra per acidofile che si trova in commercio nei negozi per giardinaggio.
Quando innaffiare le ortensie
Le ortensie vanno bagnate con regolarità circa una volta al giorno. Però, più che una doccia leggera sulle foglie, serve acqua sul terreno. Ma senza inzupparlo.
Quando e come concimare le ortensie
Tra gennaio e febbraio è utile una concimazione organica, con stallatico maturo. In primavera, invece, serve fertilizzante chimico granulare, specifico per ortensie, cioè a lenta cessione perché si scioglie gradualmente con le innaffiature. A fine estate, invece, non si deve concimare: così i nuovi rami si rinforzano e le ortensie si preparano al riposo invernale. Il colore azzurro o rosa (talvolta rosso) dei fiori dipende dal grado di acidità del terreno ma soprattutto dalla varietà. Per accentuare l’azzurro, per esempio, basta somministrare solfato di alluminio in primavera, prima della fioritura.
La fioritura delle ortensie
Se hai intenti decorativi le ortensie sono la scelta giusta, perchè oltre ad avere fiori molto belli sono anche davvero duraturi e resistenti.
Nelle macrofilla, serrata quercifolia, paniculata e arborescens i fiori durano da giugno fino all’autunno. E offrono una bellissima evoluzione di colori. Le ortensie involucrata, invece, sono apprezzate per la fioritura tardiva, da agosto a ottobre.
Le variazioni di colori delle ortensie
Lo sapevi che il colore delle ortensie dipende dalla composizione del terreno in cui sono piantate? E che per cambiarlo ti basta aggiungere alcune sostanze al substrato? Non si tratta di un processo chimico, bensì di un cambiamento naturale.
Per alcune varietà di ortensie (la Hydrangea macrophylla e la Hydrangea serrata), infatti, è possibile variare la nuance in base al pH del terriccio. I fiori sono blu (più o meno intenso) nei terreni acidi (ph da 5 a 5,5), sono lilla o rosso magenta nei terreni con ph compreso fra 5,5 e 6,5, sono infine di colore rosa intenso nei terreni più alcalini (con ph fra 6,5 e 7). Per effettuare una variazione di colore, quindi, si deve intervenire sul terriccio in cui la pianta è coltivata: il processo sarà lento e graduale, ma i risultati saranno sorprendenti.
La potatura
Un buon consiglio per avere delle ortensie belle e dalla crescita regolare e armonica è quello di potarle il meno possibile. Ricorda infatti che quasi tutte le varietà fioriscono sui rami dell’anno precedente. Limitati a tagliare solo i rami più vecchi e disordinati a fine inverno, e per il resto accontentati di rimuovere i fiori secchi.
Seccare le ortensie
Il momento migliore per seccare le ortensie è verso fine estate. In un giorno caldo e asciutto, senza troppa umidità, si procede con il taglio dei fiori, partendo da quelli già un po’ secchi. Bisogna tagliare il gambo lungo, rimuovendo le foglie (danneggiano l’essicazione). Infine, si posizionano i fiori in un luogo asciutto, ventilato e buio, per un paio di settimane.
Le malattie più comuni delle ortensie
Tra le malattie più comuni delle ortensie c’è l’Oidium, un fungo che provoca macchie biancastre sulle foglie. Se non presa in tempo, questa malattia crea delle specie di ragnatele. È bene quindi eliminare il prima possibile le foglie colpite. Un’altra malattia è la Cercospora, causata sempre da un fungo che causa delle macchie scure (viola o marroni) e molto grandi sulle foglie. Infine, l’Antracnosi: il fungo, in questo caso, provoca una colorazione marrone sulle foglie e sui petali.
Il significato dell’ortensia
L’ortensia, anche se molto di moda fra fioristi e wedding planner, ha in realtà un significato poco adatto alla celebrazione dell’amore, legato a colui che portò il fiore per la prima volta in Europa, il naturalista Philibert Commenson.
Commenson infatti battezzò la pianta ortensia dal nome della donna di cui era innamorato che, però, era sposata con un suo caro amico e quindi non libera di poter ricambiare i suoi sentimenti. Da qui, probabilmente, l’accezione negativa che si attribuisce al fiore: l’ortensia simboleggia infatti il distacco, l’abbandono e la sofferenza in ambito sentimentale.