Percorsi di trekking nel Lazio
Con i suoi numerosissimi percorsi e sentieri, l’Italia è un paradiso per gli amanti del trekking, e poichè la crisi legata al Covid ha limitato molto la possibilità di praticare sport di vario tipo, una bella camminata all’aperto è un modo ottimale di fare movimento all’aria aperta evitando i contatti ravvicinati.
Tra mare e montagna, il nostro Paese offre una vasta gamma di panorami e tanti chilometri per scrollarsi il grigio delle città dagli occhi e sgranchirsi le gambe. Tra le regioni che meglio riescono a combinare natura, storia e impegno atletico c’è il Lazio. Alla culla dell’Impero romano e alla sua Capitale, Stefano Ardito ha dedicato il suo ultimo libro Passeggiate ed escursioni a Roma e dintorni. Le migliori camminate in città, campagna e fuori porta (Newton Compton). Ecco i 10 percorso di trekking più belli da fare “a due passi” da Roma.
Necropoli e cascate di Cerveteri
Tempo di percorrenza: un’ora dalla Necropoli della Banditaccia alla Porta Coperta; un’ora e un quarto dalla Porta Coperta alla cascata principale; un’ora e un quarto dalla cascata principale alla Porta Coperta; un’ora dalla Porta Coperta alla Necropoli della Banditaccia
Lunghezza percorso: 5 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
Visite: Necropoli della Banditaccia
Il primo percorso suggerito ci conduce alle cascate di Cerveteri, un posto magnifico e poco conosciuto. «La meraviglia della città che i Romani chiamavano Caere e che per i suoi abitanti etruschi era Cisra, si può scoprire nella Necropoli della Banditaccia, a nord del centro storico, che conserva centinaia di tombe a camera e a tumulo ed è una delle meraviglie del Lazio», spiega Ardito. Qui le associazioni locali hanno collaborato per rimettere a posto una parte degli antichi resti. Dopo la visita alla Necropoli si prosegue verso la via degli Inferi e la Necropoli del Laghetto. Tra i punti più suggestivi di questo percorso c’è il Belvedere del Principe. Le cascate si trovano alla fine del percorso. Si torna indietro utilizzando lo stesso itinerario dell’andata.
Creste ed eremi del Monte Soratte
Tempo di percorrenza: un’ora da Sant’Oreste alla Casaccia dei Ladri; tre quarti d’ora dalla Casaccia dei Ladri alla vetta; un’ora dalla vetta a Sant’Oreste
Lunghezza percorso: 3 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
Visite: chiesa di San Silvestro (nei weekend o su appuntamento), bunker del Monte Soratte, Museo Naturalistico del Monte Soratte
Il Monte Soratte è una montagna in miniatura. Alta 691 metri, domina l’Autostrada del Sole, la via Flaminia e le due linee ferroviarie Roma-Firenze. Bella e selvaggia, è meta di escursioni sin da fine Ottocento. Il Monte Soratte era utilizzato come luogo di culto fin dall’antichità. Qui si può ammirare la chiesa medievale di San Silvestro, ricavata su un tempio di Apollo, che i volontari di Avventura Soratte tengono aperta nei giorni festivi per gli escursionisti. Il percorso suggerito da Ardito farà felici gli apppassionati di botanica. Si inizia con una traversata a mezza costa in vista della valle del Tevere, lungo la cresta sommitale della montagna, con ampi panorami sulle colline vulcaniche e l’Appennino. Da non perdere: l’eremo medievale di Santa Romana, ricavato in una grotta e il bunker utilizzato nel 1943-44 dal feldmaresciallo Kesselring, comandante delle truppe tedesche in Italia.
Anello del Monte Calvio e del
Casalaccio
Tempo di percorrenza: un’ora e un quarto dalla stazione di Magliano Romano al Monte Calvio; tre quarti d’ora dal Monte Calvio al Casalaccio; mezz’ora dal Casalaccio alla stazione di Magliano Romano
Lunghezza percorso: 6 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
Il Parco di Veio si estende tra le vie consolari Cassia e Flaminia e si spinge a sud all’interno del Grande Raccordo Anulare. La denominazione di zona protetta, la rete di sentieri discretamente segnati e il collegamento alla Via Francigena, ha contribuito a proteggere l’area dalla speculazione edilizia. L’anello proposto parte dalla stazione di Magliano Romano e dall’Ostello del Parco fino a raggiungere il cocuzzolo del Monte Calvio. Nonostante sia alto solo 267 metri, offre un panorama e un silenzio magici.
Sulla Via Francigena: da Formello a
Isola Farnese
Tempo di percorrenza: un’ora dalla Mola alla Cittadella di Veio; un’ora dalla Cittadella di Veio al Ponte Sodo; tre quarti d’ora dal Ponte Sodo alla Mola
Lunghezza percorso: 12 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
Visite: Museo dell’Agro Veientano, Santuario di Portonaccio
La Via Francigena è l’Aorta dell’Europa. Mette in collegamento la cattedrale inglese di Canterbury alla Basilica di San Pietro attraversando la Francia, la Svizzera e cinque regioni italiane. Poi avvicina al Raccordo Anulare e a Roma, proprio attraverso le campagne tutelate dal Parco di Veio. Il percorso comincia dal borgo medievale di Formello, sorvegliato da un castello che offre una visita suggestiva. Poi si prosegue per via di Monte Michele, una strada sterrata che conduce a una necropoli. Infine, si aggira la città antica nella parte meridionale per risalire a Isola Farnese, una gemma naturalistica alle pote di Roma. Qui è possibile visitare il Santuario di Portonaccio di Veio.
Il sentiero dell’antica Veio
Tempo di percorrenza: un’ora dalla Mola alla Cittadella di Veio; un’ora dalla Cittadella di Veio al Ponte Sodo; tre quarti d’ora dal Ponte Sodo alla Mola
Lunghezza percorso: 6 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
Visite: Santuario di Portonaggio
Il parco di Veio è una delle attrazioni principali della campagna romana. La sua vastità offre diverse possibilità di visita, grazie ai suoi sentieri discretamente segnati. Il nome Veio si riferisce all’antica e omonima città etrusca. Il fascino di questo luogo è dato dall’altopiano di Veio, ma anche dai Santuario di Portonaccio, sorto sulle rovine del tempio dedicato alla dea Minerva. Qui è possibile ammirare l’enigmatica statua di Apollo, scaraventata in un fosso intorno al 200 d.C. e ritrovata solo nel 1916. Ma la tappa più emozionante di questo percorso è il Ponte Sodo. Si tratta di un tunnel di settanta metri scavato dagli Etruschi per consentire il deflusso delle acque del Cremera, oggi noto come torrente Valchetta.
Boschi e altopiani del Monte Gennaro
Tempo di percorrenza: un’ora da Prato Favale al Pratone; un’ora e un quarto dal Pratone a Monte Gennaro; tre quarti d’ora da Monte Gennaro al Pratone; un’ora dal Pratone a Prato Favale
Lunghezza percorso: 8 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
«Il Monte Gennaro è la montagna dei romani. Da qualsiasi parte di Roma si guardi, la si può vedere. Con i suoi 1300 metri, domina la città», spiega Ardito. Era il Monte sacro a Giano («detto Mons Januarius, da cui il nome Gennaro, che non ha niente a che fare con Napoli») ed è la naturale chiusura a oriente della Campagna Romana. L’itinerario classico per salire sulla vetta di questa montagna attraversa la Valle Cavalera e poi il Pratone. «Consigliamo una variante in salita, che consente di affacciarsi dall’alto sul canalone della Scarpellata, che sale direttamente da Mercellina e offre un itinerario spettacolare, anche se decisamente più faticoso», spiega la guida.
Anello di Genzano, di Nemi e del Lago
Tempo di percorrenza: tre quarti d’ora da Nemi a Fontana Tempesta; un’ora da Fontana Tempesta a piazza Dante Alighieri; mezz’ora da piazza Dante Alighieri al Museo delle Navi; un’ora dal Museo delle Navi a Nemi
Lunghezza percorso: 9 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
Visite: Museo delle Navi
Genzano, Nemi e il lago sono posti molto belli per camminare. «Ci passa un pezzo molto bello della Via Francigena meridionale, recentemente sistemata», spiega l’esperto. Il borgo medievale di Nemi è uno dei più suggestivi dei Castelli Romani. Dalle terrazze panoramiche lo sguardo riesce ad allungarsi fino al Mar Tirreno nelle giornate serene. Chicca golosa per chi sceglie questo percorso: qui è possibile acquistare profumatissime fragole, proposte anche in bar e pasticcerie. Sulla sponda opposta della cinta craterica di Nemi c’è Genzano, popolosa cittadina celebre per l’Infiorata, che si celebra durante il Corpus Domini. La passeggiata che collega le due città segue il viottolo della Francigena del Sud, raggiunge la Fontana Tempesta, poi lascia il celebre itinerario di trekking e prosegue verso i prati delle Piagge, sulla cinta craterica del Lago di Nemi, fino alla parte alta di Genzano. Una facile discesa porta al lago e al Museo delle Navi, da non perdere.
Amatrice
Tempo di percorrenza: tre quarti d’ora da Retrosi a Capricchia; un’ora e mezza da Capricchia al bivio per il Monte Gorzano; un’ora dal bivio per il Monte Gorzano a Colle Piano; un’ora e un quarto da Colle Piano a San Martino; tre quarti d’ora da San Martino a Retrosi
Lunghezza percorso: 11 chilometri
Momento migliore per farlo: da maggio a ottobre
Amatrice, in provincia di Rieti, è nota non solo per l’omonimo piatto simbolo della cucina laziale in Italia e nel mondo, ma anche per il terribile terremoto che il 24 agosto 2016 ha devastato il borgo insieme a quello di Accumuli. Allontanandoti un pochino da Roma, potrai scoprire proprio qui itinerari di trekking straordinari. «Le salite ai 2458 metri del Gorzano, la vetta più alta del Lazio, e alle quote di poco minori di Cima Lepri, del Pizzo di Sevo e del Pizzo di Moscio, richiedono un po’ di fatica. Le camminate nei boschi e verso le cascate che scrosciano tra primavera ed estate sono più accessibili, ma richiedono attenzione al terreno scivoloso». Sotto i monti della Laga, che sono i più alti del Lazio, ci sono tantissimi sentieri uno più bello dell’altro, segnalati molto bene. Dall’altra parte della conca si può fare trekking intorno ai laghetti dei Pantani, nel territorio di Accumoli, e al solitario Monte Pozzoni, che domina Cittareale e il suo castello. Si può seguire il Cammino delle Terre Mutate, il Sentiero Italia, ammirare le cascate delle Scalette e delle Barche e sostare al Santuario dell’Icona Passatora, ricco di affreschi.
Parco Archeologico di Vulci
Tempo di percorrenza: tre quarti d’ora dalla biglietteria alla Fiora; mezz’ora dalla Fiora al Laghetto del Pellicone; mezz’ora dal Laghetto del Pellicone alla biglietteria
Lunghezza percorso: 4 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
Visite: Tomba François (rivolgersi alla biglietteria del parco), Museo Archeologico del Castello dell’Abbadia
Vulci divenne famosa nel 1828, quando un contadino sfondò una tomba etrusca con il suo aratro. Da allora saccheggi e atti vandalici hanno danneggiato i resti di questa ricchissima zona archeologica. Ma oggi, grazie al Comune di Montalto di Castro, le rovine e il Parco Archeologico sono tutelati grazie alle tasse versate dalla vicina centrale dell’Enel. «Il corso del fiume e il Laghetto del Pellicone, circondato da pareti rocciose, rendono la zona suggestiva. Fanno lo stesso il Castello e il magnifico Ponte dell’Abbadia, che scavalca la forra della Fiora a monte del Laghetto del Pellicone, e ospita un piccolo museo archeologico».
Appia Antica
Tempo di percorrenza: un’ora da piazzale Numa Pompilio a Capo di Bove; tre quarti d’ora da Capo di Bove a Casal Rotondo; un quarto d’ora da Casal Rotondo alla via Appia Nuova; tre quarti d’ora da Casal Rotondo a Capo di Bove; un’ora da Capo di Bove a piazzale Numa Pompilio
Lunghezza percorso: 8 chilometri
Momento migliore per farlo: tutto l’anno
Visite: Mausoleo di Cecilia Metella, Villa di Capo di Bove, Villa dei Quintili
L’Appia Antica è una delle meraviglie di Roma e d’Italia. Ancora oggi l’antica Regina Viarum è circondata da monumenti straordinari. È costeggiata da sei degli undici acquedotti della Roma imperiale. Tutt’intorno, la Campagna Romana. Inaugurata nel 312 a.C., la via Appia collegava Roma con Benevento e con i porti della Puglia. Oggi l’Appia Antica offre ai romani e ai turisti una passeggiata suggestiva. Bisogna solo far attenzione al transito dei veicoli. «Nei giorni feriali, in ogni momento dell’anno, conviene raggiungere in bus il Mausoleo di Cecilia Metella e incamminarsi lungo il basolato antico di Capo di Bove, o iniziare la camminata attraversando la Caffarella, che descriviamo nell’itinerario successivo».
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