Immaginate un mondo dove le case non c’è bisogno di costruirle, poiché crescono come piante, e gli arbusti si illuminano di notte, rendendo inutile la presenza dei lampioni. Sembra un film di fantascienza, ma in futuro potrebbe diventare realtà grazie all’architettura genetica, una branca dell’architettura sostenibile che mira a costruire case e città con materiali viventi o minimamente trasformati, i cosiddetti biomateriali.
I biomateriali sono il nostro futuro
Diversi scienziati nel mondo si stanno cimentando nella creazione di biomateriali, alcuni con risultati straordinari. È il caso del professor Alberto T. Estévez, docente di architettura all’Universitat Internacional de Catalunya e direttore dell’Institute for BioDigital Architecture & Genetics della stessa università. Fin dal Duemila studia l’incrocio tra architettura e dna. Il suo motto: «Le cose che si fanno con gli elementi viventi sono più sostenibili di quelle che si fanno con il cemento. È rinnovabile, sostenibile, riciclabile e si sviluppa con un consumo minimo».
Architettura genetica: gli alberi di limone si illuminano
Insieme a un team multidisciplinare dell’università, il professor Estévez è riuscito, utilizzando geni batterici, a trasformare alcuni alberi di limone in alberi luminescenti. Di notte si illuminavano, fornendo luce senza dover ricorrere all’energia elettrica. Le piante di limoni “modificate” sono state tenute in laboratorio, e qui sono state fatte crescere per tredici anni. Hanno mantenuto la luminescenza fino a quando sono sopravvissute. Anche se non sono mai stati piantati in strada o in un giardino, gli alberi di limone del professor Estévez sono diventati un simbolo dell’architettura genetica. A questo esperimento guardano oggi tutti gli scienziati che si mettono all’opera in questo settore.
Architettura genetica: fino a che punto è lecita?
Il problema per le ricerche come quelle del professor Estévez è la mancanza di fondi. C’è da dire, però, che l’idea di alberi che si illuminano come lampadine aveva anche scatenato un dibattito etico. La domanda è: fino a che punto ci si può spingere a modificare la natura? In Europa esistono leggi molto chiare per quanto riguarda la manipolazione genetica: bisogna assicurarsi che non ci siano contaminazioni incrociate. Ma la maggior parte degli scienziati è convinta che i biomateriali saranno il futuro nel campo delle costruzioni edili. Infatti, non è pensabile continuare a costruire con materiali inquinanti come il calcestruzzo.
I funghi potrebbero diventare le nostre case
A questo proposito, sono in corso ricerche in alcune università che mirano a creare materiali come i mattoni dai funghi, o a trasformare questi ultimi perché diventino case ospitali. I nuovi materiali prodotti grazie all’unione di architettura e ingegneria genetica potrebbero in futuro sostituire quelli attuali e inquinanti, ma anche materiali più sostenibili come il sughero, il legno o le fibre vegetali. Oppure, potrebbero essere utilizzati insieme a questi ultimi. Di certo, le future città verranno edificate a impatto zero sotto tutti i punti di vista. Ne gioverà l’ambiente, ma anche la nostra salute. E si permetterà alle generazioni future di sopravvivere sul nostro pianeta.