Sono diventata una vecchia signora che fa giardinaggio. O meglio: non ho resistito alla tentazione di comprare guanti, grembiule e un cestino (abbinato al grembiule) con dentro più cesoie di quante pensavo esistessero. Ma siccome ho il pollice nero e distinguo giusto le rose dalle viole, ho scaricato tre app per riconoscere le piante.
L’app che riconosce le piante
Innanzitutto per riconoscere le piante: tra le tante, uso Pl@ntnet (che è gratuita). È un motore di ricerca per immagini: si carica una foto (della foglia, del fiore, del frutto o del tronco) e la si identifica tra le proposte compatibili. È anche possibile fornire la propria area geografica, per filtrare opportunamente i risultati, o partecipare al riconoscimento delle piante altrui. Ogni informazione viene archiviata nel database, e contribuisce a perfezionare le identificazioni successive.
L’app che riconosce anche gli insetti
Una vocazione ancora più deliberata alla citizen science ce l’ha iNaturalist, un progetto congiunto di California Academy of Sciences e National Geographic per il riconoscimento di insetti, tracce animali, nidi o escrementi: è tutta natura. Funziona anche per distrarre QuellaPiccola dalla fatica durante le marce forzate in montagna – è primavera! – nella versione per famiglie Seek, che propone cacce al tesoro geolocalizzate e gagliardetti da collezionare (per la sfida dei parassiti abbiamo usato un pidocchio autoprodotto).
L’app che aiuta anche a coltivare
Se infine volete investire nel vostro futuro da maestre giardiniere – animale guida: la regina Camilla – la app per riconoscere le piante più completa fin qui mi è sembrata NatureId (per 7,49 aristocraticissimi euro a settimana). Naturalmente riconosce la pianta, ma misura anche la quantità di luce che riceve, calcola di quanta acqua ha bisogno, identifica le malattie – con, a ulteriore pagamento, una chat di “pronto intervento” botanico per i casi più complessi – e soprattutto imposta allarmi per ricordarti che non deve morire. Ed è pertanto con regale soddisfazione che vi annuncio: la mia Stella di Natale – scusate: Euphorbia pulcherrima – è miracolosamente ancora viva.