5 domande per migliorare la comunicazione con il partner
Ascoltare davvero non è semplice, perché non siamo abituati a farlo. Esprimi ciò che per te è importante: il silenzio può nascondere malintesi e frustrazione, che alla lunga possono danneggiare il clima di fiducia.
Il primo passo per migliorare la comunicazione con il partner? Aumenta il livello di empatia. Crea uno spazio di dialogo in cui diventi possibile esporsi, parlare di sé, ascoltare e essere ascoltati. Per crescere come coppia è importante comunicare con il cuore e farlo spiegando i propri bisogni.
Esprimi i tuoi bisogni?
Che cosa vuoi da me? Questo semplice interrogativo in sé ha un mondo intero. «Le donne non sono state educate a fare chiarezza sui propri bisogni» scrive lo psicologo statunitense Marshall Rosenberg: «Da secoli viene loro insegnato che devono ignorare i propri bisogni per prendersi cura di quelli altrui. Spesso si aspettano che gli uomini forniscano loro una direzione, che indovinino i loro bisogni e li soddisfino».
Quando diciamo al partner «Non ho bisogno di niente» non solo facciamo un torto a noi stesse, ma anche all’altro. Indovinare ciò che attraversa la mente di qualcuno non è affatto semplice: ecco perché utilizzare la capacità empatica significa imparare a “mettersi nei panni di” e iniziare a usare il linguaggio come strumento per avvicinarci. Le parole sono finestre (oppure muri) recita emblematico uno dei titoli più noti di Marshall Rosenberg, che a partire dagli anni Sessanta sviluppa un metodo basato sull’empatia, la comunicazione nonviolenta.
Quale emozione nascondi dietro l’accusa?
«Per colpa tua mi sono arrabbiata/preoccupata». Spesso il litigio inizia così. Altrettanto di frequente continuano con una lista di accuse: ci si grida in faccia il disprezzo, ma lentamente la tristezza avvolge quei due ragazzi di un tempo, che oggi hanno forse qualche ruga in più, ma la stessa voglia di amarsi, divertirsi, godersi la vita.
Fra bollette e pensieri preoccupanti sul futuro, vivere il presente in pienezza può mettere a dura prova i nervi e far precipitare l’umore della giornata! Il primo passo da fare per impostare una nuova comunicazione è semplice in teoria, ma difficile nella pratica.
Come ti senti quando qualcuno ti dice che è colpa tua? Quando accusiamo l’altro perdiamo di vista la questione più importante: al di là delle parole ciò che conta è l’emozione che si nasconde dietro ogni bisogno.
Identifichi ciò che ti fa stare bene?
«Per secoli l’immagine della donna amorevole è stata associata al sacrificio e alla negazione dei propri bisogni» scriveva Marshall Rosenberg nel corso degli anni Sessanta. Nonostante i tempi siano cambiati ancora oggi fare le proprie scelte non è un fatto scontato: sono necessari coraggio, determinazione e un atteggiamento sincero verso se stessi.
Persino dopo anni può accadere che una persona si scopra piena di rabbia o tristezza per ciò che il partner non ha fatto o non sta facendo, eppure al tempo stesso ci si può rendere conto che in fondo non si è mai espresso chiaramente il proprio bisogno.
Riuscire a identificare ciò che è in grado di farci stare bene e, viceversa, quello che va in senso contrario rispetto alla nostra felicità è un allenamento quotidiano. Per farlo è importante iniziare a ascoltare le nostre emozioni: fidati di te e impara a dare attenzione a ciò che accade dentro, nel cuore e nella pancia.
Che cosa vuoi?
Uno dei peggiori nemici da affrontare è la paura, un ostacolo duro da superare perché ha forme diverse e ci riporta all’infanzia, al bambino indifeso e spaventato che si nasconde nel cuore di ogni adulto. Accetta le emozioni che provi, ascolta le tue sensazioni e impara a esprimere le tue reali necessità, al di là del senso del dovere o di ciò che credi sia necessario fare. Se non attribuiamo valore ai nostri bisogni, nemmeno gli altri sapranno farlo. Prendersi le proprie responsabilità significa non pretendere che l’altro ti capisca o soccorra, ma iniziare a far capire a chi ti circonda come la pensi e che cosa vuoi.
Per farlo prova a trasformare il tuo modo di comunicare trasformando «Il tuo problema è che» in «Quello che vorrei è».
Nelle discussioni (soprattutto di coppia!) siamo così concentrati sull’altro da dimenticare completamente il nostro punto di vista: “io” diventa affermazione di sé, capacità di esprimere i tuoi desideri e ciò che senti come importante.
Sai ascoltare?
Presta attenzione a ciò che l’altro ha da dirti. Ascoltare senza giudicare può necessitare di tutta la tua pazienza. All’inizio non è detto sia facile, perché nelle discussioni quotidiane accade (quasi sempre) di completare le frasi di chi abbiamo di fronte, elargire consigli (non richiesti) o esprimere il nostro punto di vista prima ancora che l’altro abbia espresso ciò che davvero gli sta a cuore.
Invece di proporre le tue soluzioni, impara a chiedere. Che cosa posso fare per te? Ecco una domanda semplicissima, che raramente ci prendiamo il gusto di fare a chi ci circonda.
Guarda l’altra persona negli occhi. Attendi prima di parlare e accetta di non essere tu a dirigere il discorso: il contatto epidermico rafforza la complicità e apre un canale verso l’empatia. Perché, per dirla con le parole di Marshall Rosemberg, «l’amore non è rinunciare a noi stessi per gli altri, ma è esprimere onestamente i nostri sentimenti e bisogni e ricevere con empatia i sentimenti e i bisogni dell’altra persona».
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