Dai cereali croccanti della colazione al toast a pranzo, dalla crema spalmabile dello spuntino al gelato dopo cena. Non ce ne rendiamo conto, ma le occasioni per consumare alimenti con olio di palma sono tante, perché viene usato come ingrediente di molti prodotti confezionati. Il problema è che, secondo gli ultimi studi, farebbe male alla salute. E anche all’ambiente: in Indonesia si bruciano foreste intere per far posto a piantagioni di palme considerate economicamente più redditizie. Tanto che è scattata una petizione online che ha già raccolto 118mila firme e spinto alcune catene di supermercati (tra cui Coop, Esselunga, Carrefour, Ikea, Ld discount e Md market) a dichiarare di voler togliere l’olio di palma dai prodotti con il loro marchio.
Ma è vero che è così dannoso? E come evitarlo? Ecco le risposte dei nostri esperti.
Che cos’è l’olio di palma?
«L’olio di palma è un grasso vegetale ottenuto dal frutto della pianta Elaeis guineensis» spiega Renato Bruni, del Dipartimento di Scienze degli alimenti dell’Università di Parma. Si trova in cereali, snack, prodotti da forno per la colazione, crackers, panini, gelati e merendine. «È presente persino in alcuni alimenti per la prima infanzia, come il cosiddetto latte di proseguimento e i biscotti che si sciolgono nel biberon». Per fortuna, dallo scorso dicembre è obbligatorio indicarlo in etichetta. «Mentre prima trovavi solo la scritta generica “grasso vegetale”, ora sono obbligati a specificare il tipo di olio, ma non la quantità».
Perché fa male alla salute?
«Se lo consumi quotidianamente, e magari più volte al giorno, l’olio di palma può creare problemi a cuore e arterie. Il motivo? Circa la metà degli acidi grassi che contiene appartiene al tipo saturo, responsabile dell’ aumento del livello di trigliceridi nel sangue e di colesterolo LDL, quello cattivo, che si deposita sulle pareti dei vasi sanguigni» spiega Francesco Giorgino, docente di endocrinologia presso l’Università Aldo Moro di Bari. Non solo: troppo olio di palma può favorire il diabete. «In collaborazione con la Società italiana di diabetologia, abbiamo condotto uno studio e scoperto che l’acido palmitico di cui l’olio di palma è ricco può favorire l’autodistruzione delle cellule del pancreas che producono l’insulina».
Che fare?
«Riduci il consumo di prodotti confezionati e dai la preferenza ai cibi freschi» suggerisce il professor Giorgino. E leggi sempre l’etichetta. Tieni presente che tutti i grassi saturi, non solo quelli contenuti nell’olio di palma, non fanno bene. «Scegli i cibi che ne contengono pochi o che hanno una maggiore percentuale di grassi insaturi, come quelli dell’olio d’oliva, che sono molto meno dannosi» aggiunge Bruni. «Se la confezione non riporta il contenuto in grammi, puoi farti un’idea guardando la lista degli ingredienti: sono elencati in ordine decrescente in base alla quantità».