Quando parliamo di acne non ci riferiamo alle semplici imperfezioni della pelle come quelle piccole impurità che possono insorgere per tanti motivi (beauty routine frettolosa, pelle mista e grassa, mascherina, ciclo mestruale, eccessi alimentari ecc.). Ma intendiamo una vera e propria patologia della pelle che, pur essendo benigna, va affrontata dal punto di vista medico. Leggi l’articolo per saperne di più.

Definizione di acne

L’acne (in gergo medico acne vulgaris) è una patologia della pelle caratterizzata dalla formazione di comedoni, papule, pustole, noduli e/o cisti. Tutte queste lesioni compaiono in seguito all’ostruzione dei follicoli piliferi (i pori) e delle ghiandole sebacee associate, da parte dell’eccesso di sebo e cellule morte. Ciò fa sì che tali unità pilosebacee si infiammino in quanto vengono maggiormente colonizzati dai microrganismi normalmente presenti sulla pelle. Cioè quelli che garantiscono l’equilibrio idrolipidico cutaneo: da essere innocui, diventano infettivi. In particolare, il responsabile dell’infezione acneica è il Propionibacterium acnes, un batterio che tutti abbiamo e che, in condizioni normali, non desta fastidi.

Va specificato, tuttavia, che non tutte le manifestazioni di acne sono infiammatorie. Vediamo le differenze:

  • acne non infiammatoria: è quella caratterizzata dai comedoni, quelli che chiamiamo comunemente punti neri e punti bianchi. Si tratta di tappi di sebo non infetti, bloccati all’interno dei follicoli.
    I comedoni si differenziano in aperti (punti neri) o chiusi (punti bianchi), a seconda se il follicolo è aperto o chiuso sulla superficie cutanea.
  • acne infiammatoria: è costituita da papule, pustole, noduli o cisti, ma anche in questo caso c’è da fare un’ulteriore distinzione, poiché queste lesioni indicano la gravità della patologia e hanno un diverso processo infiammatorio.
    Le papule sono rilievi rossastri determinati dall’irritazione dei pori, se si riempiono di pus diventano pustole.
    I noduli sono lesioni più grandi e profonde, e compaiono quando l’infiammazione provoca la rottura dei pori ostruiti. Se si infettano, diventano cisti che danneggiano i tessuti molli dell’epidermide.

Cause dell’acne

L’elemento scatenante più frequente dell’acne è la pubertà, quando la tempesta ormonale stimola eccessivamente la produzione di sebo e la proliferazione delle cellule cornee (quelle più superficiali dell’epidermide). In particolare, sono gli ormoni androgeni, più presenti negli uomini, quelli maggiormente coinvolti nell’acne. Non a caso, in età adolescenziale sono più colpiti i ragazzi, e in età adulta le donne, proprio a causa di uno squilibrio ormonale.

Oltre a ciò, gli studi di dermatologia hanno cercato altri fattori di rischio: dalla genetica allo stress psichico, dal fumo all’alimentazione, anche se la tesi causale dello stile di vita non ha mai trovato un vero fondamento scientifico. Mangiare cibi spazzatura o detergersi male il viso può semmai aprire la strada alle più semplici imperfezioni cutanee e non alle più complesse lesioni acneiche.

Se però si ha una dieta ricca di zuccheri con conseguente iperglicemia o insulino-resistenza (la condizione che predispone al diabete), le cose cambiano: pare che possano favorire la comparsa di acne, soprattutto negli adulti.

Stadi dell’acne

La classificazione dell’acne è stabilita dalla quantità e dal tipo di lesioni presenti sulla cute. In particolare, si distingue in:

  • lieve: la pelle manifesta meno di 20 comedoni (aperti o chiusi) oppure meno di 15 lesioni infiammatorie (papule e pustole);
  • moderata: sono presenti 20-100 comedoni oppure 15-50 lesioni infiammatorie;
  • grave: oltre a papule e pustole, ci sono più di 5 cisti, ma può essere classificata anche quando le lesioni totali superano una quantità pari a 125.

Principali tipologie di acne

L’acne non è una sola, ma ci sono varie tipologie che variano in base alla sintomatologia. Prima di affrontarle, specifichiamo che le forme lievi e moderate non danno sintomi, se per sintomi intendiamo stati dolorosi. Impattano “solo” sull’estetica del viso e, spesso, sulla psiche in quanto fonte di preoccupazione.
Fortunatamente il tam tam sui social al grido dell’hashtag #acnepositivity sta cambiando le cose: secondo un sondaggio condotto da Treatwell, piattaforma di prenotazione online di servizi beauty e wellness, solo 1 persona su 5 reputa le imperfezioni della pelle davvero un problema.

Ecco i tipi di acne:

  • acne cistica: quella caratterizzata da noduli e cisti, può essere dolorosa;
  • acne conglobata: è la forma più grave e colpisce più i maschi che presentano ascessi, fistole secernenti e cicatrici cheloidee e atrofiche. Oltre che sul viso, può comparire su spalle, torace, braccia, glutei e persino cuoio capelluto;
  • acne rosacea: il termine medico corretto è rosacea e si manifesta con arrossamento cronico del viso, teleangectasie (capillari rotti ed evidenti), eritema, papule e pustole. Alla base c’è un disturbo della microcircolazione associata a un’infezione da Helicobacter Pylori.

Differenza tra acne adolescenziale e acne tardiva

L’acne negli adolescenti e negli adulti differisce principalmente nelle manifestazioni: dopo i 25 anni c’è una maggiore prevalenza di lesioni infiammate, come papule, pustole e noduli, che compaiono su mandibola e mento. L’acne adolescenziale, invece, è caratterizzata maggiormente da comedoni e pustole soprattutto su fronte e sul naso.
Inoltre, l’acne tardiva può insorgere anche in chi non ne ha mai sofferto, e la causa è quasi sempre da imputare agli squilibri ormonali. Statisticamente le più colpite sono le donne.

Cicatrici da acne

«Se per cicatrici da acne si intende fori e depressioni che danno alla pelle un aspetto butterato, solo l’acne grave con noduli e cisti le lascia in modo permanente; altrimenti si tratta di segni rossi che indicano la presenza di un’infiammazione sottostante ancora in corso, e che andranno via a mano a mano che guarirà» – precisa la dermatologa Maria Rosa Gaviglio. «Le cicatrici profonde possono essere attenuate da peeling chimici medicali, radiofrequenza, laser frazionato oppure filler riempitivi». Sarà il medico a stabilire il trattamento più indicato.

È vivamente consigliato rivolgersi al dermatologo quando le imperfezioni della pelle sono qualcosa di più di semplici impurità dovute alla pelle mista o grassa. O se fioriscono in grande quantità trasformandosi in brufoli con pus. Ma in genere, è bene non aspettare la comparsa della classica “testa bianca-giallastra” del foruncolo: al perdurare di rilievi rossastri e brufoletti nonostante una beauty routine adeguata, è meglio consultare uno specialista. È una questione di qualità della vita: skinpositivity a parte, da adolescenti non è facilissimo accettare un viso non più levigato come quando si era bambini. E ciò può impattare sulla percezione di sé e sulle relazioni sociali.

La buona notizia è che l’acne si risolve nella grande maggioranza dei casi. Le terapie prescritte dal dermatologo variano in base alla gravità delle lesioni, e vanno dagli antibiotici locali a quelli orali, dalle pillole ormonali dalle soluzioni esfolianti e cheratolitiche (cioè che ammorbidiscono lo strato corneo dell’epidermide).
Gli ultimi trattamenti medici comprendono le terapie fotodinamiche che sfruttano la luce LED per guarire le lesioni nel profondo. Si possono fare anche in estate in quanto non sono fotosensibilizzanti.

Rimedi naturali

I rimedi naturali funzionano sull’acne? «La risposta è no, anzi misture casalinghe a base di limone, aceto, bicarbonato e altri ingredienti naturali nei casi minori non la guariscono, nei casi peggiori la aggravano, aumentando il rischio di segni rossi e macchie marroni» – puntualizza la dermatologa.

Acne e sole: come comportarsi in estate

Il sole migliora o no i brufoli? «Se si è in presenza di infiammazioni acneiche attive, cioè con papule purulente e cisti, l’esposizione diretta al sole estivo, di certo non migliora il quadro. Se, invece, il processo infiammatorio è tenuto sotto controllo, attraverso terapie effettuate nei mesi precedenti, il sole ha un’azione positiva sull’acne, in quanto asciuga le ghiandole sebacee. A settembre, però, se la patologia non è stata curata, si può assistere a una sua esacerbazione» – spiega la dottoressa.

Il suggerimento è di proteggersi dal sole con creme dalla texture leggera, priva di oli e non comedogenica: «in commercio ci sono prodotti solari specifici per pelle a tendenza acneica, che hanno un’azione seboregolatrice e sfiammante. Di solito hanno un filtro solare SPF 30 (e non 50+), in quanto si preferisce “approfittare” dell’azione benefica del sole sulla pelle iperseborroica». Tuttavia, la regola di esporsi nelle ore giuste, cioè non nel picco centrale (12-15), vale sempre.

Attenzione alle terapie fotosensibilizzanti, cioè che possono macchiare la pelle, per le quali è sempre bene chiedere il parere del proprio dermatologo. Ed è vivamente sconsigliato l’uso di scrub, peeling chimici (anche blandi) e maschere sebo-assorbenti. Una regolare pulizia del viso con detergenti specifici per pelle acneica sarà sufficiente a dimenticarsi dei brufoli in estate. Almeno per un po’.