Se pensi alle erbe tintorie, molto probabilmente ti viene in mente l’henné. In realtà, di piante coloranti con cui tingere i capelli, ce n’è più di una. La maggior parte proviene dall’India, ma tra i produttori figurano anche il Messico, lo Yemen e l’Italia.

Le erbe tintorie si presentano sotto forma di polveri finissime che sprigionano i loro pigmenti tramite la sola acqua calda. Si depositano sui capelli, dove restano a lungo, senza intaccarne la struttura, anzi rafforzano lo stelo. I colori? Molteplici! Con i giusti dosaggi, le erbe tintorie permettono di ottenere diverse tonalità di castano e di biondo. Oppure di accendere la capigliatura di riflessi luminosi. Sia a casa che in salone.

Eudon Choi Resort /Launchmetrics-Spotlight

Erbe tintorie: alcune colorano i capelli, altre danno riflessi

«Per spiegare le colorazioni vegetali 100%, effettuerei una distinzione tra erbe tintorie in senso stretto ed erbe riflessanti» spiega Matteo Pantani, titolare di Phitofilos, azienda italiana che da 45 anni produce colorazioni vegetali.

Erbe tintorie coloranti

Le prime colorano davvero, e sono principalmente tre:

  • la Lawsonia Inermis, di colore rosso, più conosciuta come henné
  • l’Indigofera Tinctoria, un’erba dal colore blu-indaco;
  • la Cassia Italica, piuttosto neutra, abbastanza vicina al giallo, molto utile a spegnere i toni delle prime due.

Queste piante riproducono i tre colori primari (rosso, blu e giallo) con cui ottenere le diverse nuance di colorazioni per capelli.

Erbe tintorie riflessanti

Accanto a queste varietà di piante coloranti, esistono altre piante dal basso potere pigmentante, ma sufficiente a modificare l’intensità delle erbe tintorie principali. Vengono aggiunte ai vari preparati per creare delle tinture che siano il più possibile simili ai colori di capelli esistenti in natura. È il caso, per esempio, del mallo di noce che accentua il castano, o del rabarbaro che riscalda il biondo» continua l’esperto.

Sfilata Elisabetta Franchi/Launchmetrics-Spotlight

Come si usano le erbe tintorie

Le miscele di erbe tintorie e riflessanti sono delle ricette pronte all’uso, indicate per chi desidera cimentarsi a casa con composti e pastelle. Il dosaggio “preimpostato” scongiura uno dei timori principali connessi alla tintura tramite erbe, cioè l’imprevedibilità del risultato. «In realtà, il fattore incognita tinte con le erbe appartiene al passato, quando si rischiava di ritrovarsi rosso fuoco a causa di un henné addizionato di pigmenti non naturali, come il picramato di sodio, un colorante sintetico rosso. Un buon prodotto deve essere puro o al massimo contenere una percentuale di tale additivo pari o al di sotto dell’1%. Una maggior purezza è garantita da processi di sanificazione da eventuali muffe e metalli pesanti, che costituiscono potenziali allergeni.

Inoltre, per assicurare un risultato colore vicino a quello desiderato, le tinte sono testate su tutti i tipi di capelli, colore di base e porosità, perché in fondo sono tutte queste caratteristiche a determinare l’effetto finale. E poi offriamo consulenza telefonica, orientando la consumatrice alla scelta migliore per sé.

erbe per tingere i capelli
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Le tinte alle erbe son sempre più presenti in salone

Se si è poco avvezze al colore home made, molti saloni di impronta bio, hanno ampliato la loro offerta, proponendo la colorazione vegetale. «Alcuni lavori creativi, come riflessi e colpi di luce, non si possono ottenere a casa, in quanto è indispensabile la mano del parrucchiere che deve saper dosare le erbe in base alla capigliatura della cliente che ha davanti.

Mescolando le piante in varie proporzioni, si può giocare con effetti luce oppure raffreddare toni accesi o al contrario riscaldare colori spenti. Ma la vera differenza la fa la cassia, una pianta che agisce da “tonalizzante”, poiché smorza l’intensità del rosso henné e la profondità dell’indigo tendente al bluette. Così i capelli risulteranno più o meno castani o addirittura biondi». dice Filippo Manuzzi, esperto colorista e responsabile formazione di Insight, brand italiano produttore di erbe tintorie professionali.

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Come funzionano la tinta attraverso le erbe

Come diventa un capello colorato da un’erba? «L’effetto finale è dato dal colore di partenza (naturale o artificiale) sommato al pigmento che vi è stato aggiunto. Ciò perché la tinta a base di erbe “si aggrappa” per cariche elettrostatiche alla cuticola, senza mai penetrare nella struttura capillare. Questo è anche il motivo per cui l’erba non riesce a schiarire né a modificare più di tanto un capello con base molto scura.

Tuttavia, il legame che si crea tra corteccia del capello e pigmento vegetale è talmente forte da far durare la tinta molto a lungo, ben oltre i 10 lavaggi. Inoltre, non si scarica mai del tutto, tant’è che le applicazioni successive richiederanno sempre un tempo minore» prosegue Manuzzi.

Questo concetto va sotto il nome di stratificazione, l’esatto contrario dell’ossidazione con cui funzionano le tinte chimiche, le quali tingono in modo permanente perché aprono le squame del capello, penetrando al suo interno. Il punto è che poi non vengono mai richiuse perfettamente, comportando un potenziale effetto crespo anche in chi ha sempre avuto capelli setosi.

Sfilata Zimmermann/Launchmetrics-Spotlight

Gli effetti colore ottenuti con le erbe tintorie

«Da sottolineare è che un capello tinto e ri-tinto con le erbe non risulterà mai opaco, come spesso accade quando si sovraccaricano le tinte chimiche, applicandole più volte sulle stesse ciocche. Il merito è sempre del processo di colorazione che lavora in superficie: la fibra capillare, non subendo un’alterazione, resta intatta. Anzi, diventa più resistente e lucida. Oltre a colorare, queste erbe rafforzano i capelli e li rendono più spessi. In molte miscele vengono aggiunte piante della tradizione ayurvedica, utili alla cura di fusto e cuoio capelluto» dice Manuzzi.

Sfilata Rokh/Launchmetrics-Spotlight

Le erbe tintorie coprono i capelli bianchi?

«Sì, le erbe tintorie riescono a coprire i capelli bianchi, ma è molto importante informare la cliente che con l’henné e affini non otterrà mai una copertura totale, bensì una sorta di “riflessatura” intensa, con il vantaggio di evitare una ricrescita netta, che spesso rende schiave della tinta.

Abbracciare questo tipo di colorazione vuol dire accettare di vedersi con una testa meno omogenea rispetto a quella ottenuta da una tinta tradizionale. Certo, se si è state more, può essere difficile passare a un colore più chiaro: le erbe non potranno mai riprodurre alla perfezione un castano molto scuro su una base bianca» precisa Gigi Palluotto, hair stylist di The Gigi Monaco e responsabile tecnico di My.Organics, brand italiano di prodotti professionali per capelli con ingredienti naturali.

Come coprire i capelli bianchi con le erbe

«Se i capelli bianchi superano il 60% si può procedere a 2 applicazioni, una con pigmento naturale e l’altra con l’henné, che viene applicato subito dopo, senza cioè risciacquare il pigmento applicato in precedenza. A differenza delle tinte chimiche, le erbe prediligono applicazioni su capelli appena umidi. In questo caso i tempi totali di posa arrivano a un’ora e mezza. In assenza di capelli bianchi, invece, i tempi si accorciano a circa 45 minuti, e scendono a un range di 15-30 minuti se lo scopo è solo donare dei riflessi.

Nessun problema, inoltre, se si proviene da tinture chimiche: si può procedere tranquillamente senza alcun rischio» continua Palluotto.

Cose da sapere per tingere bene i capelli con le erbe

Indispensabile l’acqua calda che fa emergere il colore dall’erba tintoria. Deve avere una temperatura variabile dai 40° ai 70°, a seconda della tipologia di pianta. Importante è anche la ciotola e il cucchiaio con cui mescolare il composto: mai di metallo, poiché può disperdere nella pastella sali ossidanti, sì a vetro o legno. Diversa è anche la tecnica di applicazione: il composto va appoggiato sui capelli, e non spennellato a caso. Si copre poi la testa con un pellicola da cucina per mantenerla al caldo, condizione essenziale per liberare il pigmento.

Come ottenere effetti più intensi

«Per castani più intensi si può aggiungere il caffè o il tè nero che donano un riflesso marrone: essendo ricchi di tannini, aiutano inoltre a chiudere ancor più le squame, rendendo il capello più lucido. Un effetto simile lo consegue lo yogurt, dal potere acidificante, indicato soprattutto per le capigliature ricce e tendenti al crespo» raccomanda Palluotto.

Restando nei rimedi naturali con intento “migliorativo”, è sconsigliato il risciacquo con aceto subito dopo la messa in posa della pastella con le erbe, perché potrebbe alterare il colore finale. Meglio attendere qualche lavaggio, possibilmente con prodotti a pH acido. E per eliminare i residui di pastella dai capelli, si può semplicemente sciacquare con acqua calda o al massimo usare un balsamo lavante effetto cowash.