C’è un curioso fenomeno nella storia dei capelli per cui i nomi dei tagli assumono quelli degli animali, come nel caso del butterfly cut o del mullet, che in inglese vuol dire “triglia”. Tra il mondo degli insetti e quello dei pesci, si insinua il wolf cut, che – come vedremo in seguito – con il lupo ha poca somiglianza. E, guarda caso, è una variante dei 2 tagli scalati, appena menzionati.
Il wolf cut è infatti un taglio scalato, preferibilmente di media lunghezza, e abbastanza messy, proprio come l’interpretazione dell’attrice Jenna Ortega.
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Le caratteristiche del wolf cut
Se cerchi su Google immagini di lupi per accostarlo al wolf cut, probabilmente non ravviserai alcuna somiglianza tra il temibile canide e il taglio di capelli da cui prende il nome. Piuttosto, è la natura selvaggia e un po’ polverosa del look che ha ispirato il nome wolf. Questo è, infatti, un taglio per chi ama i look arruffati e le texture un po’ mat e grossolani.
Grazie a sapienti colpi di forbice i capelli sono resi indomabili da più strati di ciocche scalate. Ma con lo styler giusto, il wolf cut assume un’allure da red carpet, come testimoniano le celeb.
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Wolf cut, un taglio a metà tra shag e mullet
Il wolf cut è un mix del taglio shag e del mullet. Le differenza? Meglio spiegarle con uno schema:
- Il mullet è un taglio corto con parte alta della testa corposa, che poi si sfila ai lati (il riferimento è David Bowie negli anni ’80).
- Lo shag, invece, è un taglio medio o medio-corto, men voluminoso sulla parta alta, caratterizzato da scalature pronunciate che fanno sembrare i capelli strutturati su più livelli (un’idea è il taglio che ha reso celebre Taylor Swift).
Del mullet e dello shug, il wolf cut recupera il fatto di essere molto sfilato e il volume sulla parte alta, per questo ha un aspetto più soffice, quasi “spugnoso” dei due tagli. Lo si può rendere più selvaggio o tranquillo, giocando sulle scalature delle lunghezze, che da medio-corte possono allungarsi oltre le claicole. Aggiunge che non esiste un tipo di capello specifico che non dovrebbe essere tagliato da lupo. Tuttavia, se hai i capelli lisci, probabilmente vorrai utilizzare alcuni strumenti caldi e i giusti prodotti per lo styling per aggiungere consistenza e volume, due aspetti chiave di questo stile di tendenza.
Un tratto caratteristico del wolf cut è la maxi frangia portata aperta a tendina.
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Un taglio che divide
Secondo Fresha, market place USA che gestisce prenotazioni in salone, il wolf cut è molto cercato sui social a colpi di hashtag #wolfcut. Ma poi le stesse analisi ammettono che il fascino per questo taglio spesso è solo virtuale poiché in salone si arriva combattute se scalare i capelli così tanto. Si teme, infatti, che poi non ci si possa piacere.
A conti fatti, il wolf cut non è un taglio facilissimo da portare proprio in virtù della sua natura selvaggia, che deve piacere, a prescindere dalle situazioni. Le celeb lo sfoggiano anche sul red carpet, per esempio. E per questo motivo è adatto a chi sente dentro di sé un’anima rock. Sconsigliato alle soft beauty girl, che prediligeranno senz’altro tagli più composti e meno a strati.
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A chi sta bene il wolf cut
Seppur affascinante, il wolf cut non è un taglio per tutte. Sta meglio a chi ha un viso minuto di forma tendenzialmente triangolare, cioè con il mento a punta e con la mascella delicata. Attenzione anche alla fronte che, per reggere il frangione a tendina, non deve essere molto piccola.
Quanto alla tipologia dei capelli, sono indicati i capelli fini e sottili, che assumono più volume grazie alle scalature, ma vanno bene anche quelli medi, purché non siano troppo crespi.
Anche se il taglio di capelli da lupo è di tendenza in questo momento, in realtà è apparso per la prima volta in Corea del Sud a metà degli anni 2000. Diversi famosi cantanti K-Pop hanno lanciato l’iconico shag-meets-mullet ‘do, creando una micro-ondata di popolarità. Proprio come la BB Cream ha impiegato circa un decennio per farsi strada in Occidente, così ha fatto il taglio del lupo.
Alcuni look di wolf cut a cui ispirarsi
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