Il sole, si sa, dà gioia, vitalità e quel bel colorito dorato che ci fa stare bene (oltre a una carica di vitamina D). In una parola, il sole è salute! A patto, però di prenderlo in modo sano. Perché trasformarlo in un nemico? Se segui alcune semplici regole, la tua abbronzatura ne gioverà, ma anche le tue vacanze – sia durante che dopo – non saranno segnate (è proprio il caso di dirlo) da qualche esposizione di troppo. Ecco un ripasso su come prendere il sole in modo sano.
Prendere il sole con gradualità
La fretta è una cattiva consigliera, dice il proverbio. Che non si smentisce nemmeno quando si tratta di volersi abbronzare subito. Le prime esposizioni solari sono quelle che pongono le basi, sia dell’abbronzatura che della salute della pelle (il tutto visto da un’ottica futura). Se ai primi soli non ci si protegge abbastanza, la pelle può scottarsi, “registrando” la scottatura come un danno che poi riaffiorerà alla prossima esposizione, scottandosi ulteriormente. «Questo accade perché la pelle ha memoria, si ricorda letteralmente di un eritema, anche a distanza di tempo, con il risultato di diventare molto vulnerabile ai raggi UV» spiega il dermatologo Fabio Rinaldi, presidente dell’IHRF (International Hair Research Foundation). La buona notizia è che la pelle ricorda anche se l’abbiamo trattata bene: ecco perché nelle prime esposizioni è importante usare SPF alti.
Va segnalato, inoltre che «il sole di giugno non è ancora così forte come quello di luglio e agosto, quindi alcuni fototipi potrebbero non arrossarsi, e percepire il sole come poco dannoso. Ciò porta a sottovalutare l’insulto che la pelle subisce dai raggi UV, proprio all’inizio dell’estate quando le occasioni di esposizione si moltiplicano all’improvviso. E noi arriviamo “bianchi” da una stagione in cui siamo stati coperti dai vestiti» continua Rinaldi.
I consigli dei dermatologi in questa fase delicata? Oltre ad applicare filtri solari, i primi giorni non rimanere al sole diretto per più di un’ora (anche se sei schermata). Evita, inoltre, sempre le ore centrali, cioè dalle 12 alle 15.
SPF alti nelle prime esposizioni
Il suggerimento per abbronzarsi bene è iniziare a esporsi con filtri solari alti (SPF 50 o 30) per poi eventualmente scendere a protezioni medie o basse (dall’SPF 20 in giù per le pelli olivastre) appena ci si abbronza. È proprio l’abbronzatura a dare alla pelle le difese contro i raggi UV. Grazie alle protezioni solari si scongiurerà il rischio di eritema solare, e si darà alla melanina il tempo di formarsi.
Attenzione, però, a non farsi lusingare dal lieve colorito dei primi giorni, o peggio dal rossore color gambero. «Una parte di pigmento affiora subito, ma affinché questo si stabilizzi e agisca davvero come un filtro protettivo nturale occorrono circa 48 ore, e per le pelli più chiare ancora di più, anche fino a una settimana» – spiega la dermatologa Maria Rosa Gaviglio.
Crema solare: quanta, come e quando?
Partiamo dalla prima domanda: quanta crema solare applicare? La giusta quantità è di 2 mg per ogni centimetro quadrato di pelle, il che equivale a mezzo cucchiaino da tè per metà guancia. La quantità totale di filtro solare deve attestarsi sui 30 grammi. Per ricordarti, immagina di spalmare due cucchiaini di prodotto per le braccia, due per viso, collo e décolleté, due per ogni gamba, quattro per la schiena e il torace. Quantità minori abbassano il potere schermante del filtro. Ecco il motivo per cui molte persone dicono di scottarsi anche se usano la protezione solare: ne applicano troppo poca.
Per semplificare l’applicazione del filtro solare, in commercio esistono prodotti con varie texture: scegli quella più adatta ai tuoi gusti, tenendo conto anche del grado di umidità dell’aria. Gli spray solari sono i più pratici e asciutti, adatti quindi a gestualità veloci e climi umidi. I classici latti e creme sono i più versatili. Infine, gli oli, essendo più consistenti, sono adatti ai climi secchi e alle pelli da normali a secche.
Come applicare la crema solare?
Con pressioni leggere senza preoccuparsi di farla assorbire: non è una crema da massaggio, ma un filtro schermante. E poi va riapplicata dopo ogni bagno lungo più di mezz’ora. Il motivo? La parola water resistant, presente sulle confezioni, vuol dire che il filtro è efficace anche in acqua per 40 minuti.
Da sapere è anche il concetto di fotostabilità dei filtri solari: significa che non si alterano alla luce, ma restano intatti anche col passare delle ore. Ciò non giustifica però il fatto di non riapplicare la crema ogni 3 ore.
Quando va applicata la crema solare? In realtà, non c’è una ragione scientifica per cui va “obbligatoriamente” messa mezz’ora prima di andare al mare. Anzi, il contatto con i vestiti potrebbe assorbire la crema e quindi annullare la protezione. Meglio pensarci in spiaggia, fatta eccezione per il viso.
La giusta alimentazione per una bella abbronzatura
Un menu ricco di vegetali, cereali integrali, semi e frutta secca assicurano le sostanze indispensabili per la protezione e la rigenerazione della pelle. Il risultato? L’abbronzatura è più luminosa e ha un bel colore sano. Al contrario, privarsi di alcuni cibi porta ad avere un colorito opaco e spento, anche se abbronzato. Cosa portare in tavola, dunque, per abbronzarsi bene? Non solo carote e albicocche, ma altri cibi che contengono sostanze protettive, scopri quali:
- Vitamina C (nelle fragole): è un potente antiossidante che difende la pelle dai danni profondi dei raggi UV, ma regola anche la produzione di melanina. E, soprattutto, stimola la produzione di collagene che scongiura la formazione delle rughette conseguenti alle overdose di sole.
- Vitamina E (nella frutta a guscio e nell’avocado): protegge le membrane cellulari dal deterioramento indotto dagli ultravioletti. Aiuta a preservare le scorte cutanee di acqua e previene la comparsa di macchie solari.
- Licopene (nei pomodori): gli studi rivelano che sarebbe il più efficace (ancor più del betacarotene) antagonista del cosiddetto ossigeno singoletto, uno dei radicali liberi più aggressivi, indotti dalle lunghe esposizioni solari.
- Omega 3 (nel salmone): favoriscono i processi di autorigenerazione dell’epidermide, rafforzano le membrane cellulari, riducono le perdite d’acqua: così la pelle appare più distesa e si attenuano le microrugosità causate dall’aridità cutanea.
- Vitamina A (in frutta e verdura di colore giallo e arancione): aiuta le cellule epiteliali a rigenerarsi con regolarità e a rimanere compatte. Fondamentale se, oltre alla secchezza, fanno capolino segni di desquamazione.
- Bioflavonoidi (nei mirtilli): svolgono un’azione antinfiammatoria e rigenerante, proteggendo i capillari dalla vasodilatazione dovuta all’esposizione solare.
In caso di alimentazione povera di questi alimenti, si può ricorrere agli integratori che suppliscono appunto alle carenze delle sostanze antiossidanti.
Stimolare la melanina con cosmetici
Per stimolare la melanina occorre esporsi gradualmente al sole, ma anche utilizzare cosmetici mirati: gli attivatori o acceleratori d’abbronzatura, due termini diversi che indicano la stessa tipologia di prodotto. Si tratta di formule ricche di principi attivi, vitamine ed estratti vegetali in grado di promuovere la produzione della melanina. Tra i componenti più importanti che potenziano la produzione di melanina, così da renderla subito disponibile per affiorare quando stimolata dai raggi UV, sono da segnalare l’acetil l-tirosina (da non confondere con l’ormone tiroxina) un aminoacido precursore della melanina, alcuni liposomi e la melanina bio-compatibile.
Come si usano gli attivatori di abbronzatura? Si stendono su viso e corpo circa 10 giorni prima di esporsi al sole. Volendo, si può proseguire anche durante l’esposizione, applicandoli circa 10 minuti prima della crema solare. L’attivatore o acceleratore si può utilizzare anche dopo l’esposizione per mantenere più a lungo l’abbronzatura.
Gli integratori che favoriscono l’abbronzatura
Per quanto riguarda gli integratori solari, va sfatato il mito numero uno: quelli contenenti betacarotene (precursore della Vitamina A) non stimolano la melanina. In realtà, danno un colorito giallo-arancione all’epidermide che appunto fa sembrare più abbronzati, e più in fretta.
Le sostanze in grado di favorire la formazione di melanina sono due: psoralene e tirosina che rispettivamente migliorano la fotosensibilità della pelle, cioè la capacità della pelle di resistere alla luce solare, e stimolano la produzione di pigmento. Se però tendi alle macchie cutanee, è bene controbilanciare la loro azione con un’integrazione di rame, un sale minerale che aiuta a distribuire la melanina in modo omogeneo, evitando quindi antiestetici accumuli soprattutto su viso e décolleté. L’abbronzatura sarà più bella e uniforme.
Aumentare l’abbronzatura con gli intensificatori
Gli intensificatori d’abbronzatura sono cosmetici che non vanno confusi con gli attivatori o acceleratori di abbronzatura. Contengono sostanze coloranti naturali, come henné, noce nera, caramello, oppure sostanze artificiali come il DHA, molecola base degli autoabbronzanti. Quest’ultimo si limita a “colorare” la pelle, inducendo una reazione chimica tra il DHA-diidrossiacetone, contenuto nella formula, e lo strato corneo superficiale. Lo si trova anche in alcuni doposole che prolungano l’abbronzatura.
L’importanza del doposole
Alcune persone saltano il passaggio del doposole, ritenendolo superfluo. Oppure preferiscono usare una classica crema idratante per il corpo. In realtà, è un prodotto indispensabile a prolungare l’abbronzatura. Dopo il sole la pelle ha bisogno sì di idratazione, ma anche di essere lenita e rinfrescata. A differenza delle creme corpo, i migliori doposole contengono principalmente ingredienti specifici per riparare la pelle compromessa dalle aggressioni solari, come l’aloe vera, la vitamina E, e acidi grassi Omega 3-6 e 9. Inoltre, gli agenti idratanti dei doposole sono formulati in modo tale che penetrino in profondità senza ungere la pelle, aspetto da non sottovalutare dopo una bella scorpacciata di raggi e di calore. La pelle sennò avrà la sensazione di “friggere”, non di essere calmata!