Hanno un’età media che si aggira intorno ai 20 anni e una vera passione per il mondo della cosmesi, di cui parlano costantemente in rete. Chi sono? Ti diamo un altro indizio importante: fanno tutti parte di un trend digital partito da YouTube e lievitato su TikTok.
Esatto, stiamo parlando proprio degli skininfluencer, i nuovissimi guru della bellezza capitanati dal fenomeno d’oltreoceano Hyram Yarbro!
Parlano di skincare e sono influencer, certo, ma attenzione a non confonderli con gli influencer beauty di prima generazione: questo squadrone di amanti dei rituali di bellezza parte da un “credo” di cosmesi diametralmente opposto a quanto visto finora su Instagram. E, ovviamente, cela nel cassetto – insieme a un tot di creme e sieri illuminanti – anche obiettivi molto differenti dai colleghi Millenial che calcano più facilmente i profili della piattaforma visual di Zuckerberg.
Se anche tu non stai più nella pelle (è davvero il caso di dirlo!) dalla voglia di capire di cosa stiamo parlando, eccoti accontentata: abbiamo preparato un identikit dello skininfluencer tipo, grazie al quale proveremo a capire come questo fenomeno targato Gen-Z possa incidere sul mercato della bellezza.
Skininfluencer: chi sono?
I guru nuovi di zecca della skincare digitale sono ragazzi e ragazze della Generazione-Z attivi sui social attraverso canali dedicati alla bellezza. Avete letto bene: la prima grande differenza rispetto alle beauty influencer presenti da anni su Instagram consiste proprio nell’aver capito che la cura della pelle è un rituale genderless.
Va da sé che tra le star del settore troviamo anche moltissimi ragazzi (un nome su tutti è proprio quello di Yarbro), grazie ai quali il mercato cosmetico maschile si sta espandendo notevolmente.
Qualcuno è esperto del settore ma nella maggior parte dei casi si tratta di semplici appassionati e consumatori, i cui veri punti di forza sono autoironia e schiettezza assoluta.
Ma andiamo con ordine. Il fenomeno degli skininfluencer parte da un gruppo di youtuber che inizia a parlare senza filtri di brand, prodotti e ingredienti. La conversazione si allarga rapidamente a macchia d’olio fino a che – un anno fa, durante il primo lockdown – sbarca su TikTok e diviene un fenomeno da milioni di visualizzazioni e di followers.
Il discorso passa a un altro livello insomma, e Yarbro and co. si ritrovano presto nell’olimpo del mondo social. Il loro messaggio? È molto semplice: non serve spendere tanti soldi per curare la propria pelle in modo efficace, e viene urlato a gran voce attraverso recensioni schiette di prodotti e video tutorial per routine di skincare più consapevoli.
Skininfluencer: il messaggio e la comunicazione
Il boom degli skininfluencer, lo abbiamo detto, si è verificato durante il primo lockdown. Un caso? Noi non crediamo, e nemmeno loro.
Dalla pandemia in avanti, infatti, l’attenzione alla salute (sì, anche della pelle) è diventata prioritaria per chiunque e voler capire cosa ci si spalma addosso fa parte del processo di crescita di consapevolezza da parte dei consumatori. Questo il concetto colto e sviluppato da Yarbro e compagni.
Gli skininfluencer piacciono innanzitutto dunque per la loro trasparenza che rimette al centro la salute della pelle: a differenza di molte beauty influencer di prima generazione sembrerebbero offrire una ventata d’aria fresca grazie a un racconto onesto e senza filtri di brand e prodotti nei quali cercare le giuste proprietà per prendersi cura di sé, non il “miracolo” di turno.
Tutto questo attraverso contenuti utili a capire come leggere correttamente le etichette di creme e sieri, a conoscere le proprietà degli ingredienti e a capire come utilizzarli nel migliore dei modi.
Se tutto questo non fosse sufficiente, evidenziamo un altro messaggio fondamentale promosso da questi ragazzi: per raggiungere l’obiettivo “pelle sana” non serve spendere tanti soldi per una montagna di prodotti costosissimi con cui affollare il mobiletto del bagno. La skincare fatta bene può e deve essere accessibile a chiunque.
Questi nuovi guru della bellezza danno insomma l’impressione al consumatore di essere esattamente sul suo stesso piano, guadagnandosi così la sua fiducia: lo skininfluencer non è lì per promuovere la vendita di un marchio, ma per dare opinioni genuine e consigli utili. Esattamente come farebbe un amico.
Skininfluencer: come influenzano il mercato della cosmesi
Trasparenza, ovvero la parola chiave che decreta il successone degli skininfluencer. E quale sarebbe il motivo principale di una percezione più genuina di queste nuove star del web da parete del pubblico social? Innanzitutto il rifiuto netto a piegarsi alle logiche di marketing (ormai piuttosto consolidate e sdoganate) delle grosse multinazionali della bellezza.
Dei grandi marchi del lusso, infatti, gli skininfluencer rifiutano il posizionamento altissimo nonostante a loro dire vadano in netto contrasto con tutto ciò che la Z-Generation cerca oggi dalla cosmesi: costi accessibili e trasparenza sugli ingredienti.
Una bella porta in faccia a tutto ciò che è stato finora il mondo della bellezza in rete insomma: questi ragazzi chiedono a gran voce un consumo più etico e consapevole, con meno prodotti (anche meno costosi) e con più attenzione alle etichette e a una buona ricerca di brand (anche piccoli e di nicchia) che ricalchino questo modello.
Gli skininfluencer si fanno quindi portavoce dell’esigenza di una cosmesi che risponda a un regime più etico e lowcost, il che porta a uno sviluppo più attento e a una comunicazione tutta nuova del prodotto da parte delle stesse aziende, che iniziano a puntare molto più sul beneficio specifico in termini di salute che non sulla sola efficacia da un punto di vista estetico. Va da sé che ne escono vincitori marchi nuovi di zecca rispondenti a questi bisogni inediti, spesso scovati e proposti dagli stessi skininfluencer.
Insomma, viene da pensare che, se questi nuovi guru manterranno il punto sulle loro convinzioni, per il mercato della bellezza presto non si tratterà solo di un cambiamento momentaneo, ma di una vera e propria rivoluzione.