ROBIN KORTH E LA BELLEZZA DI ACCETTARE IL TEMPO CHE PASSA – Robin Korth è una donna di 59 anni. Robin Korth è una bellissima donna di 59 anni. 
Ma Robin è stata ferita, di un dolore che parte dal corpo e si dirama fino all’anima passando per il cuore.
 
Ferita nel suo orgoglio di donna, in modo spietato, da chi si era mostrato ai suoi occhi come un amante premuroso e sincero.
Lui, Dave, un uomo più piccolo di appena quattro anni conosciuto su un sito di incontri, l’aveva illusa e poi scaraventata a terra con una semplice frase, “Il tuo corpo è troppo rugoso. Da anni, me la spasso con donne più giovani. Tu semplicemente non mi ecciti. Amo la tua energia e il tuo humour. Amo il tuo spirito e il tuo cuore. Ma semplicemente non riesco ad amare il tuo corpo“.
 
 
Tutte le donne affrontano ogni giorno il tempo che passa, solo che c’è chi tenta di contrastarlo con ogni mezzo e chi, invece, lo accetta serenamente, leggendo nelle rughe la storia della propria vita, una storia che merita sempre di essere raccontata.
Basta dunque parlare di canoni di bellezza, ognuna di noi sa benissimo con che mondo ha a che fare: un mondo che non prevede falle, che non accetta difetti di fabbrica, che non contempla il deterioramento, ma che è pronto a sostituirti senza alcun preavviso non appena il tuo corpo comincia a non conformarsi più con quanto stabilito “bello” dalla società.
 
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Noi però vogliamo appartenere alla seconda categoria di donne: a quelle che accettano con orgoglio il solco che attraversa la fronte, a quelle che fanno una smorfia di fronte ad un’immagine non più freschissima riflessa nello specchio ma che subito dopo escono a prendere un gelato con le amiche e a quello specchio non ci pensano più. A quelle che credono che la vita non sia solo apparenza, e che ritengono che la bellezza non abbia mai avuto canoni.
 
 
Donne come Robin, che di fronte al rifiuto di un uomo ha scoperto se stessa, rinascendo più forte e più fiera di prima: “Osservandomi allo specchio, con lucidità e coraggio – ha scritto –, mi sono riappropriata di ogni centimetro del mio corpo con amore, onore e tenerezza. Questo corpo sono io. Questo corpo racchiude la mia anima e tutto ciò che sono da quando sono nata. Ogni ruga ed ogni sua imperfezione rappresentano una medaglia che testimonia la mia vita e il fatto che a mia volta ho donato la vita. In lacrime, mi sono abbracciata da sola. Ho ringraziato Dio per questi doni, il mio corpo e la mia vita. E ho ugualmente ringraziato quel triste individuo che è Dave, per avermi fatto realizzare fino a che punto tutto questo è prezioso”. 
Grazie, Robin, per questa preziosa lezione che ci hai dato.