Come il burlesque mi ha aiutata ad amare il mio corpo
Il palco, le luci, l’abbigliamento succinto, la gente – mista tra uomini e donne – che ti guarda incantata mentre accenni qualche movenza sensuale con un pizzico di autoironia. E’ un gioco, il burlesque, ma anche una cosa serie, una prova da superare, un segno d’amore verso se stesse e verso il proprio corpo, che, per quanto imperfetto, è lì a parlare ad un pubblico sconosciuto, e a mostrarsi in tutta la sua bellezza, tra un rotolino di ciccia e quell’accenno di cellulite che difficilmente si potrà cancellare.
Così lo deve vedere anche Lillian Bustle, una performer singolare, non c’è che dire, con i suoi 108 chili ed un passato impegnato a nascondere le sue forme agli occhi altrui, fino a quando non è salita per la prima volta su quel palco magnetico.
“La società ha trasformato il termine “grasso” nel sinonimo di “brutto” – spiega la donna all’Huffington Post Usa –, ma grasso non vuol dire questo. Grasso significa solo grasso, punto“.
La Bustle racconta del suo avvicinamento al burlesque, un mondo che le ha permesso non solo di accettare il proprio corpo, ma anche di trovarlo bellissimo e incredibilmente sexy.
“E’ un genere che abbraccia performer di ogni dimensione, colore, ed età... corpi maschili, femminili e anche corpi trans – continua –. Ti porta a decidere che sei bellissima, che sei potente, che sei incredibile. E infine ti fa capire che meriti di essere guardata“.
Lillian non nega di aver avuto, in passato, serie difficoltà ad accettarsi, ma è orgogliosa di poter affermare che con il burlesque ha imparato ad amare il pubblico, ad arricchire se stessa performance dopo performance e a migliorare il rapporto, un tempo conflittuale, con il suo aspetto fisico.
Viviamo in un mondo che sa essere crudele con l’immagine di certa gente, un mondo che si basa sull’estetica, su ideali di perfezione quasi irraggiungibili, ma è bello sapere che in questo mondo anche persone fuori dal comune come Lillian hanno la possibilità di trovare la propria dimensione. E tutto questo grazie (anche) al burlesque.