Se ne parla poco, ma se ne soffre tanto. Si fa per dire, perché in realtà la cheratosi pilare non è una patologia cutanea. Ma rappresenta senz’altro un disagio. Soprattutto quando arriva la bella stagione e si scoprono le braccia, le zone maggiormente interessate da quei puntini in rilievo che somigliano alla pelle d’oca. L’idea che qualcuno se ne accorga, anche tramite un tocco casuale, disturba non poco, visto che è difficile far credere agli altri che nessuna crema idratante basta a placare la cheratosi pilare. In realtà, qualche cosmetico c’è. Ne parliamo con la dermatologa.
Come si manifesta la cheratosi pilare
La pelle è interessata da tanti puntini sopraelevati, rossastri o di colore più scuro della propria carnagione. In molti casi, questi puntini intrappolano dei peli cosiddetti incarniti che fanno fatica ad emergere, malgrado non li si abbia precedentemente estirpati tramite l’epilazione o la depilazione. La pelle, inoltre, è ruvida, anzi, se vi si passa una mano, si avverte una vera e propria asperità che non va con le comuni creme nutrienti. In molti casi, più le creme sono grasse e corpose meno sembrano essere assorbite dalla pelle che forma una sorta di tappo impenetrabile a molti cosmetici.
In realtà le cure contro la cheratosi pilare ci sono: occorre “solo” ammorbidire questo strato spesso cheratolitico.
Che cos’è la cheratosi pilare
«La cheratosi pilare è una condiziona benigna della pelle (quindi, non patologica), più frequente di quello che si pensa, poiché interessa una buona percentuale della popolazione. È caratterizzata dall’accumulo di cheratina che ispessisce la pelle e ostruisce l’infundibolo, cioè il canalino pilosebaceo da cui fuoriesce il sebo e il pelo. Questo canale si indurisce, formando una sorta di “cupoletta” che dà l’effetto pelle d’oca. Non solo, spesso il pelo, non riuscendo ad uscire, si incarnisce nella pelle» spiega la dottoressa Maria Rosa Gaviglio, dermatologa a Pavia e Milano.
Sia congenita che acquisita
Di cheratosi pilare possiamo distinguere una forma congenita, che si manifesta sin da bambini, senza una vera causa. E poi esiste una forma di ipercheratosi follicolare acquisita, che viene fuori in seguito alla depilazione (indifferente se con ceretta o rasoio) che irrita l’apparato pilosebaceo. Quest’ultimo avvertre il trauma della rasatura o dello strappo come eccessivo, così si infiamma e e forma questa iperchertosi, per cui il pelo fa fatica ad uscire, fino a sfociare nella follicolite.
Quali sono le zone più interessate dalla cheratosi pilare?
La parte posteriore delle braccia, dove ci sono i tricipiti, la parte posteriore delle cosce, dove ci sono i bicipiti femorali. Ma nei casi più severi sono interessate anche la parte anteriore delle cosce e la base dei glutei.
In genere, la cheratosi pilare compare entro i 10 anni di età, per scomparire spontaneamente dopo i 30 anni, ma in molti casi perdura ben oltre i 50 anni. Soprattutto se la cute è particolarmente sensibile associata a secchezza severa. In una pelle predisposta l’attrito con gli abiti è uno dei maggiori imputati. Non a caso la cheratosi pilare migliora in estate, quando ci si scopre di più.
Le cure adatte alla cheratosi pilare
Per sciogliere i “tappi” di cheratina, costituiti dalla pelle ipercheratosica, occorrono creme a base di urea, una sostanza dalle proprietà sia idratanti che cheratolitiche. Cosa vuol dire? Che mentre trattiene l’acqua negli strati superiori dell’epidermide, nello stesso tempo ne migliora lo strato corneo, ammorbidendolo. Le creme con urea aiutano a eliminare le cellule morte, mantenendo l’idratazione.
In commercio ci sono creme con varie concentrazioni di questa sostanza cheratolica: per ammorbidire la pelle con cheratosi pilare bisognerebbe effettuare cicli lunghi di applicazioni quotidiane di lozioni con urea dal 10 al 20%. L’ideale sarebbe una crema al 30%, dopo opportuno bendaggio delle zone, ma risulterebbe troppo grassa e laboriosa, scoraggiando così il proseguo della cura.
Anche il detergente fa la sua parte
Il detergente ideale? Un docciaschiuma idratante come una crema poco schiumogena o un olio da bagno. Da applicare con una spugna leggermente abrasiva, che funga da delicatissimo scrub delicatissimo quotidiano.
Lo scrub con i granuli? Sarebbe meglio evitare, poiché potrebbe risultare troppo aggressivo. O meglio, aggressiva potrebbe essere la pressione con cui si esercita il massaggio con lo scrub: la pelle con cheratosi non va grattata, rischierebbe di irritarsi ancora di più.
UreaRepair PLUS, lozione intensiva al 10% di urea. Contiene, inoltre, ceramidi che rafforzano la barriera cutanea, e glucoglicerolo che idrata gli strati più profondi della pelle (22,90 €)
Ureadin Oleogel, olio doccia calmante e nutriente per l’igiene della pelle secca. Oltre all’urea, contiene Dexpantenolo e acidi grassi essenziali Omega 3 e 6 che rinforzano la barriera cutanea, ISDIN (18,90 €).
Xérial 10, un latte ammorbidente con urea pura al 10% e altri tre principi attivi per la pelle molto secca: serina, istidina ed un enzima probiotico. SVR (22,50 €).