Il tempo di allacciare una scarpetta o di infilare il casco per la bici e via di corsa per il nostro appuntamento con lo sport all’aria aperta. Ora che inizia il bel tempo poi, siamo puntuali più che mai! Peccato che nella fretta ci scordiamo la protezione solare: tanto sono le 8 del mattino, cosa importa?
In realtà, i raggi UVA sono presenti tutto l’anno e in tutte le ore del giorno in cui c’è luce, quindi anche al mattino presto. «Sono proprio questi raggi solari i responsabili dell’invecchiamento della pelle, poiché emettono radiazioni a onda lunga che arrivano a danneggiare le fibre di collagene ed elastina, cioè quelle che danno sostegno alla pelle» spiega il dottor Davide Trespiolli, dermatologo presso il Poliambulatorio MD di Pavia.
E poi, se la nostra sessione sportiva dura diverse ore, come accade per esempio nel trekking o nel ciclismo, arriverà il momento della giornata in cui gli UVB (i raggi responsabili delle scottature) aumenteranno, raggiungendo il picco dalle 12 alle 14.
Protezione solare, sempre durante lo sport all’aperto
Le indagini sulle abitudini degli Europei sotto il sole rilevano che le creme solari fanno ormai parte del “pacchetto vacanze”, anche se meno di un terzo degli intervistati le applica prima di praticare sport all’aria aperta. Del resto, le stesse ricerche hanno evidenziato che chi è abituato a indossare filtri solari elevati in spiaggia o in montagna sarà più propenso a non abbandonare tale pratica anche quando si accinge a dedicarsi a qualsiasi attività fisica.
Se si pensa che i danni maggiori del sole si sommano nella fascia d’età 18-30 anni, si comprende bene come i giovani sportivi sono ad alto rischio di eccessiva esposizione solare. Il problema è sottostimato, tant’è che le case farmaceutiche lanciano campagne di sensibilizzazione destinate non solo agli sportivi. È il caso di La Roche Posay che ha “arruolato” il campione di tennis Jannik Sinner comme nuovo Global Brand Advocate per educare alla protezione solare durante lo sport.
I rischi della pelle al sole mentre si pratica sport
La chiamano runner face, per indicare l’aspetto che assume il viso di chi pratica tanto sport all’aria aperta, che spesso sembra svuotato. «Ciò è dovuto alle conseguenze sulla pelle del sudore, dei raggi UV e dello sforzo fisico: se reiterate nel tempo, “asciugano” un po’ troppo il viso dando quell’aspetto consumato. Sicuramente correre migliora l’ossigenazione epidermica e riduce le tossine, però presenta degli svantaggi, che per fortuna si possono tamponare» continua il dottor Trespiolli.
Negli sportivi assidui si manifesta, quindi, secchezza della cute con una sensazione di pelle che tira. «Il motivo dipende dal fatto che, mentre si fanno lunghe sessioni sportive all’aperto, il sudore non viene eliminato, ma macera sulla pelle, la quale diventa più secca e delicata, ma anche più sensibile alle allergie da contatto».
Le zone più a rischio? L’area del contorno occhi, anche perché vengono strizzati, quindi è fondamentale mettere degli occhiali da sole.
La protezione solare durante lo sport protegge dall’invecchiamento, oltre che dal cancro
Alcuni sport di endurance all’aperto fanno bruciare molto, e ciò fa perdere la massa grassa anche dal viso. «È un aspetto a cui non si pensa molto, ma anche il viso è composto da grasso sottocutaneo, che è la componente che dà quel turgore tipico della giovinezza. Ebbene, dopo anni di lunghe sessioni sportive il viso ne risente, accusando una riduzione del tessuto lipidico che c’è sotto la cute. A cascata si verifica una perdita della tonicità cutanea e una maggiore produzioni di radicali liberi. Il fenomeno va sotto il nome di elastosi solare e si manifesta con il viso un po’ “consumato”» spiega la dottoressa Marina Marchesotti, medico estetico a Pavia.
Se ci si aggiunge l’aggravante photoaging con discromie e linee di espressione, si comprende bene come un prodotto con SPF può davvero fare la differenza.
Perché usare gli SPF negli sport all’aria aperta
A spingerci all’uso dei filtri solari durante una partita di tennis o una corsa mattutina ci sono motivi di salute e bellezza. Se l’esposizione prolungata ai raggi UV può aumentare il rischio di cancro della pelle, la protezione SPF mantiene un aspetto sano, ritardando la comparsa di rughe, macchie e cedimenti cutanei.
E poi c’è il fattore scottature, il cui rischio aumenta mentre si fa sport all’aria aperta, proprio perché non ce ne si accorge e si trascura l’importanza della protezione solare.
«Il quadro un po’ funesto dello sport sotto il sole non deve allarmare, perché oggi le protezioni sono molto avanzate. E poi si possono aumentare le difese sotto il sole attraverso gli integratori solari. In caso di danni già formati si può ricorrere a filler di acido ialuronico molto fluido pensate per riempire con eleganza i volti degli atleti caratterizzati dalla face runner. I risultati sono infatti molto naturali, e poi fanno bene alla pelle perché stimolano la produzione naturale di acido ialuronico e collagene, garanzia di compattezza ed elasticità, oltre che di idratazione» rassicura la dottoressa Marchesotti.
Come deve essere la protezione solare per lo sport
Tuttavia, per lo sport non tutti i prodotti solari vanno bene! Non è un fatto di indice di protezione, che per legge deve essere ugualmente schermante per tutte le tipologie, ma di texture! Per gli sportivi occorrono cosmetici leggeri e a rapido assorbimento, che non fanno sudare ulteriormente. I più adatti sono i solari fluidi, definiti anche con “tocco secco”: hanno consistenze fini e trasparenti che risultano asciutte già al momento dell’applicazione, così non interferiscono con l’attività fisica. E poi questo tipo di solari non si altera con la frizione degli abiti. La gradevolezza e la sensazione di non sentire sulla pelle i solari specifici per gli sportivi incentiva all’uso costante.
Le protezioni solari per lo sport devono essere, inoltre, resistenti all’acqua e al sudore. Le ultime tecnologie hanno formulato filtri solari che si potenziano con il calore, sprigionato dal corpo durante l’attività fisica, aumentandone così la stabilità sulla pelle.
L’indice di protezione adatto? Mai sotto SPF 50!
Suggerimenti per “gestire” la questione SPF durante lo sport
Tuttavia, la crema solare applicata al mattino può non bastare. La regola degli enti mondiali di salute suggerisce di riapplicarla ogni 2 ore circa, una pratica che può rivelarsi inattuabile mentre ci si sta divertendo. Peccato che poi si può tornare a casa con la pelle che scotta.
Il suggerimento è quindi di portare con sé uno spray nebulizzatore da vaporizzare quando si accusa disagio. I pack sono realizzati appositamente per entrare in una tasca o in una borsetta porta documenti da sport. Lo spazio a disposizione è risicato? Opta per uno stick solare, di quelli ampi: sarà più facile applicarlo sulle zone a rischio, come ad esempio quelle macchie pigmentarie che non vuoi ritrovarti più scure.
Le protezioni solari per gli sportivi
La nostra selezione dei prodotti solari adatti a chi pratica sport per tipologia, texture e packaging comodo da portare per sé. Tutte con SPF 50 o 50+.
Fluide sport di Avène, adatto a chi ama la texture fine che si fonde con la pelle (24,90 euro in farmacia).
Ideale per non sporcarsi le mani, Spray Sport di Heliocare (19,50 euro in farmacia).
Per lo sportivo che ha la pelle del viso grassa: Anthelios UVMune 400 Oil Control Fluido Invisibile SPF50+ di La Roche Posay assorbe il sebo in eccesso, contribuendo alla regolazione degli agenti responsabili della lucidità: sebo, sudore, umidità (25,91 euro in farmacia).
Stick protettivo Sunissime di Lierac, da passare velocemente sul viso (ma anche sulle braccia, cicatrici, tatuaggi e altre zone del corpo) durante una pausa dallo sport (21,90 euro in farmacia).
Per la sportiva che non rinuncia al make up, BB Sports Compact di Shiseido è un fondotinta leggero compatto che sfrutta l’umidità, come quella causata dall’attività fisica, per rafforzare la protezione solare (41 euro).