Nell’ambito delle relazioni interpersonali, moltissimi studi hanno evidenziato che le donne sanno essere efficaci comunicatrici perché sanno usare in media più parole rispetto agli uomini (da 10 a 20 mila parole al giorno, rispetto alla media maschile, da 5 a 10 mila). Si sono evidenziate anche le ottime capacità di ascolto in empatia, senza interrompere, parafrasando meglio e ricapitolando in maniera più appropriata.
Occorre però fare una distinzione fra “comunicare” e “comprendere”. Comunicare efficacemente è l’abilità di farsi capire dagli altri, mentre comprendere è la capacità di focalizzarsi sull’altro e capire ciò che vuole trasmettere.
Noi donne abbiamo la dote innata di leggere tra le righe, comprendere il linguaggio del corpo e decifrare l’altro, ma questa non è comunicazione; questa sola abilità non aiuta a farci capire.
Quante volte hai pronunciato la frase “tu non mi capisci…”?
Sicuramente l’abbiamo almeno pensata molte volte, in svariati contesti della nostra vita: in ufficio, a casa, con le amiche, con i genitori… Questa domanda ha come presupposto che la responsabilità del non comprenderci sia tutta della nostra controparte. È davvero così?
E se fosse una nostra responsabilità? Se potessimo renderla una nostra competenza, miglioreremmo le relazioni comunicando meglio e in modo efficace, alleggerendo le nostre relazioni ed evitando le tensioni.
Non bastano quindi solo l’ascolto e l’empatia, ma servono anche basi di comunicazione per capire cosa fare e cosa evitare. Vediamole insieme.
Gli errori nella comunicazione: cosa non fare
1. Interrompere l’altro: l’interruzione blocca il flusso del discorso e dei pensieri del nostro interlocutore e viene spesso percepita come atteggiamento di superiorità o aggressività;
2. Fare le battute (fuoriluogo): spesso l’ironia serve per sdrammatizzare e aiuta a rilassare gli animi, tuttavia la battuta fatta nel momento sbagliato potrebbe gelare gli animi e bloccare le persone;
3. Alzare la voce: il volume alto della voce equivale ad urlare e le persone non amano relazionarsi con interlocutori aggressivi;
4. Ripetere sempre le stesse cose: se ripeti più volte il tuo concetto nel corso dello scambio, risulti noiosa, irritante e perderai di efficacia;
5. Parlare solo di sé: è inefficace monopolizzare la conversazione parlando di noi. Potrebbe risultare noioso e poco interessante per l’altro.
Le basi per comunicare bene
1. Fare attenzione al tono di voce: ricordati che con il tono giusto puoi dire tutto. Ammorbidisci la voce, sii gentile, sorridi e il tono ne risentirà positivamente;
2. Riformulare ciò che si è ascoltato: la riformulazione è molto utile perché è un segnale di ascolto e attenzione. Inoltre, aiuta a “mettere in ordine logico” le parole del nostro interlocutore e spesso contribuisce a fare chiarezza;
3. Mantenere il contatto visivo: evita le distrazioni e guarda negli occhi il tuo interlocutore, ti farà percepire come vicina, empatica, interessata, competente, onesta e sincera;
4. Impara a fare domande: le domande aperte vengono vissute come un genuino interessamento per l’altro e sono anche un modo per raccogliere maggiori informazioni sullo stato emotivo del nostro interlocutore;
5. Sorridere: il sorriso comunica apertura e predispone positivamente l’altro perché è contagioso. Nelle situazioni di imbarazzo o di conflitto, il sorriso riesce a sdrammatizzare e ad alleggerire il peso della conversazione
Come comunicare per farsi capire e ascoltare
Ricordati che l’abilità comunicativa è anche abilità relazionale, impara a renderti disponibile, ad ascoltare e a rispondere velocemente alle richieste senza lasciare punti in sospeso.
Utilizza frasi con struttura semplice e parla lentamente (trasferirai sicurezza), cerca di riconoscere i momenti in cui è utile parlare e quelli invece in cui è meglio tacere e aspettare il momento giusto per verbalizzare il tuo punto di vista.
C’è un’ultima strategia comunicativa molto femminile, utilizzala e sarà la tua carta vincente: sostituisci l’EGO con l’empatia, trasferirai sicuramente autenticità e flessibilità d’animo e aprirai ad un clima di fiducia e rispetto interpersonale.