«È un frutto molto attaccato dagli insetti e perciò può subire fino a 30 trattamenti antiparassitari, che si depositano quasi del tutto sulla buccia» spiega Renata Alleva, specialista in Scienza dell’alimentazione e ricercatore presso l’IRCCS Rizzoli di Bologna. «Se la scegli in versione bio, puoi mangiare anche quella, anziché eliminarla come fanno molti».
«Uno su due risulta positivo ai multi-residui, cioè alla presenza di diversi tipi di pesticidi» avverte Renata Alleva. I peperoni sono come delle spugne che assorbono le varie sostanze chimiche attraverso la buccia, che è molto sottile. Perciò neppure lavandoli bene ed eliminando la pelle si riesce a ridurre la presenza dei veleni.
In rapporto al peso, hanno più pesticidi rispetto a qualsiasi altro alimento: «Un recente studio ha dimostrato che proprio questo ortaggio è tra quelli più contaminati dal cadmio, un metallo tossico cancerogeno» conferma la specialista.
Gli scienziati hanno trovato più di 50 composti di pesticidi sia sulle pesche di produzione nazionale sia su quelle importate. «In questo caso bisogna considerare che gli agricoltori trattano la pianta prima ancora del frutto» commenta l’esperta.«Ecco perché è molto meglio il biologico».
Circa due terzi dei campioni di lattuga analizzati hanno mostrato residui di pesticidi.
«L’insalata è spesso coltivata in serra, perciò i trattamenti chimici non si dissipano nell’aria» afferma Alleva. Inoltre vengono utilizzati soprattutto prodotti anti-lumaca, tra i più tossici.