Quando si tratta di salute intestinale, la tempistica dei pasti può avere un impatto significativo sulla digestione e sul benessere generale. La maggior parte delle persone si concentra su ciò che mangia, ma gli intervalli tra un pasto e l’altro sono altrettanto importanti.

Il dottor Will Bulsiewicz, rinomato gastroenterologo statunitense, ha spiegato a Newsweek che la salute dell’apparato digerente trae beneficio quando l’intestino ha il tempo necessario per riposare e non è costantemente impegnato a scomporre il cibo. Distanziare i pasti aiuta a mantenere un ritmo sano per l’intestino e supporta una corretta digestione. L’ideale? «Attendere circa quattro ore tra un pasto e l’altro».

Perché gli intervalli tra un pasto e l’altro sono importanti

Bulsiewicz ha sottolineato il ruolo del GLP-1 (glucagon-like peptide-1), un ormone intestinale rilasciato circa 15 minuti dopo il pasto. «I suoi livelli raggiungono il picco in genere circa 30-60 minuti dopo il pasto – spiega -. Quando diminuiscono, l’intestino entra in una fase speciale della digestione chiamata complesso motorio migrante (MMC), fondamentale ma spesso trascurata».

«Il complesso motorio migrante inizia due o tre ore dopo un pasto e dura circa 90-120 minuti. Va considerato come un ‘ciclo di pulizia’ dell’intestino, che spazza via le particelle di cibo e i batteri rimasti, aiutando a proteggere dalla proliferazione batterica dell’intestino tenue (SIBO) e preparando il sistema digerente per il pasto successivo».

Fondamentale dunque concedere all’MMC abbastanza tempo per svolgere il suo compito, evitando di fare spuntini continui. Aspettare dalle quattro alle sei ore tra un pasto e l’altro dà all’MMC l’opportunità di completare le sue essenziali «pulizie domestiche». «Il corpo di solito invia un segnale chiaro quando è pronto a riprendere: lo stimolo della fame – spiega il gastroenterologo -. Rispettare questi ritmi naturali è una delle cose più semplici ma più importanti che possiamo fare per la salute dell’intestino».

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Le linee guida sono adatte a tutti?

Sebbene la linea guida da quattro a sei ore funzioni per la maggior parte delle persone, le esigenze individuali possono variare. Le donne, ad esempio, potrebbero notare un aumento dell’appetito prima del ciclo mestruale. Lo conferma uno studio del 2018 secondo il quale le donne tendono ad avere voglia di cibi ipercalorici, in particolare quelli ricchi di grassi, zuccheri e sale, durante questo periodo.

«Sebbene la linea guida delle quattro-sei ore sia un utile parametro di riferimento per la maggior parte delle persone, possono esserci sottili differenze da individuo a individuo», ha spiegato Bulsiewicz. «Le fluttuazioni ormonali nelle donne, in particolare durante le varie fasi del ciclo mestruale, possono influenzare i livelli di fame e la digestione, a volte determinando intervalli più brevi o più lunghi tra i pasti. In definitiva, l’approccio migliore è quello di ascoltare il proprio corpo: lasciate che il reale stimolo della fame guidi il vostro programma alimentare e date al vostro intestino abbastanza tempo per completare i suoi processi di pulizia e ripristino».

I vantaggi per la salute

Bulsiewicz ha delineato i vantaggi del mantenimento dell’orario intervallato per i pasti: miglioramento dei livelli di energia, riduzione dell’infiammazione e del gonfiore, maggior facilità nel processo di digestione.

«Ciò può anche migliorare la salute metabolica ottimizzando la sensibilità all’insulina, fondamentale per prevenire problemi metabolici come l’obesità o il diabete di tipo 2», ha spiegato.

«Le corrette tempistiche per alimentarsi consentono al corpo di entrare naturalmente in un ritmo particolarmente importante per la digestione. Quel ritmo inizia con lo stimolo della fame, cui segue il pasto fino a sazietà, poi la digestione completa del cibo per tornare alla ripetizione del ciclo che ricomincia con la fame».