Sviluppata da due ricercatori italiani, Mauro Todisco e Paolo Marconi, entrambi specialisti di neurochimica del comportamento alimentare e di cronobiologia, la crono-dieta si basa sui naturali ritmi biologici e sull’assunzione dei cibi a seconda delle variazioni circadiane dell’organismo: tale teoria afferma che l’assimilazione di un determinato alimento può variare nell’arco della giornata a causa dell’influenza di alcuni ormoni che influiscono, a seconda dell’orario, sull’assorbimento o lo smaltimento del grasso corporeo.

Quando mangiare cosa

La crono-dieta suggerisce pertanto di mangiare proteine soprattutto la sera, quando l’ormone GH della crescita raggiunge il picco massimo, e di lasciare i carboidrati al mattino o a pranzo, così da sfruttare l’alto livello di cortisolo, l’ormone in grado di contrastare il picco di insulina, attivo soprattutto nella prima parte della giornata. 

I pasti principale

La colazione prevede pane, fette biscottate o cereali abbinati a frutta e yogurt, mentre per lo spuntino di metà mattinata e metà pomeriggio si consiglia la frutta di stagione. A pranzo si possono consumare i carboidrati, preferibilmente integrali, preceduti da una porzione di verdura. Infine carne bianca, pesce azzurro o uova a cena. 

Su cosa si basa

La crono-dieta è un regime alimentare dissociato, ovvero non abbina mai carboidrati e proteine, inoltre stabilisce delle fasce orarie ben precise entro le quali si dovrebbbero consumare i pasti: la colazione andrebbe fatta dalle 7:30 alle 09:30, lo spuntino intorno alle 10:30, il pranzo tra le 12:30 e le 14:30, la merenda entro le 17:00 e infine la cena dalle 19:00 alle 21:00