Tom Kerridge, celebre chef stellato di origine inglese, è autore del libro Dopamine Diet, in Italia La miracolosa dieta della dopamina (Newton Compton Editori): lui l’ha definita dieta della felicità e si è detto fiero del risultato, che l’ha portato a perdere oltre 70 kg nell’arco di tre anni.
All’età di quarant’anni l’ago della bilancia era, infatti, arrivato a segnare 190 kg. Bisogna ammettere che l’obiettivo alimentazione sana per uno chef può rivelarsi difficile, fra sperimentazioni culinarie, tentazioni all’ordine del giorno e una cucina ricca di preparazioni complesse, sale e grassi. Si era reso necessario un cambiamento radicale e per Tom Kerridge, volto noto del canale Bbc Two, questo ha significato andare alla ricerca di uno stile alimentare per la quotidianità in grado di adeguarsi alla sua vita.
No a diete lampo e a regimi troppo restrittivi, sì a nuove abitudini più sane, ecco il punto della questione. Tuttavia, non mancano le critiche: a fare chiarezza sulla dieta della dopamina la dott.ssa Diana Scatozza, medico specialista in scienza dell’alimentazione e in farmacologia.
Come funziona la dieta della dopamina?
«Nota come ormone del piacere, la dopamina è un neurotrasmettitore prodotto dalle cellule del sistema nervoso in grado di influenzare le sensazioni emotive positive», spiega l’esperta «Ciò che possiamo fare per incrementare la produzione di dopamina è aumentare il consumo di cibi che contengono i precursori, ovvero fenilalanina e tirosina, due aminoacidi che prevalentemente risultano presenti negli alimenti proteici, soprattutto di origine animale».
Quali i cibi da privilegiare per una dieta della dopamina? È possibile assumere quantità maggiori di carne, uova e pesce, ma attenzione… senza esagerare! «Dove si può contare sul fatto che se non ci sono problemi di peso l’incremento di pesce avrà un doppio effetto benefico, perché grazie al contenuto di Omega Tre si aggiungerà l’importante azione di prevenzione rispetto alle malattie cardiovascolari. Quando il peso è sotto controllo è possibile puntare anche sui pesci considerati più grassi, come salmone, spada, tonno, trota».
La dieta della dopamina, che privilegia un apporto proteico rispetto all’apporto glucidico, comprende il consumo di latte e derivati. A questo proposito, qual è il limite da non superare? «Il latte può essere bevuto ogni giorno, meglio se parzialmente scremato, mentre i formaggi freschi possono essere consumati 2-3 volte alla settimana. Fa eccezione il parmigiano, che non contiene lattosio e costituisce un vero e proprio concentrato proteico: nella misura di 15-20 grammi può essere consumato quotidianamente, è altamente saziante e facilmente digeribile, anche per anziani e bambini».
Latte e derivati contengono tirosina e fenilanina, oltre a vitamina B e D, nutrienti essenziali per il benessere dell’organismo.
Fra i prodotti consigliati da tenere in dispensa non mancano i vegetali e la frutta di stagione, da consumare insieme ai semi e la frutta a guscio, come noci, mandorle, nocciole e noci. Un consiglio? Sfrutta l’azione benefica dei semi (di girasole, papavero, lino, sesamo) e della frutta secca sbriciolandoli nell’insalata e aggiungi una spolverata di curcuma: tante proprietà per un sapore intenso e gratificante.
Dieta della dopamina: i rischi
Quali sono i cibi proibiti dalla dieta della dopamina? Alcol immediatamente messo al bando, come ricorda Kerridge nel suo libro, oltre a una drastica riduzione dei carboidrati, poiché quando vengono consumati in eccesso favoriscono la liberazione di insulina. Gli zuccheri, soprattutto se semplici, stimolano una sensazione di euforia salvo poi far precipitare l’umore, ecco il motivo per cui non sono previsti da questo regime alimentare.
Nonostante gli ottimi risultati raggiunti dal suo creatore, la dieta della dopamina va decisamente in controtendenza rispetto alle linee guida di nutrizionisti ed esperti del settore. Diana Scatozza precisa: «Mentre l’aumento del consumo di pesce può andare a beneficio della nostra salute, le proteine animali andrebbero limitate a una volta alla settimana per quanto riguarda la carne rossa e 3-4 volte per quanto riguarda carni bianche e volatili, per esempio pollo, tacchino e conigli, meno grasse. Il compromesso? È possibile puntare su carne e pesce, evitando, invece, prodotti di derivazione come i salumi».
Il lato vincente della dieta della dopamina è l’idea di sfruttare le proprietà degli alimenti di uso quotidiano per stimolare la produzione degli ormoni cosiddetti del benessere, in cui rientra anche la serotonina. Grazie al contenuto di triptofano, precursore della serotonina, cioccolato, frutta secca e spezie come il peperoncino, in grado di stimolare il senso di sazietà, diventano alleati del benessere e del buon umore della dieta quotidiana.
L’esperta chiarisce: «Quando iniziamo un regime alimentare per perdere peso può accadere che il nervosismo aumenti. È normale avere fame e il livello di irritabilità è superiore. Invece, mangiare un cibo in grado di influenzare l’andamento del sistema nervoso regala un pasto appagante e presenta un effetto sedativo».
Le ricette a base di peperoncino, tipico della dieta mediterranea, stimolano il rilascio di endorfine nel cervello e generano l’effetto di un antidolorifico naturale in grado di aggiungere appagamento e gratificazione.
Il tè, nelle sue molte varianti, ha importanti proprietà antiossidanti, stimola il dimagrimento e l’eliminazione delle tossine, ecco perché insieme a tisane e infusi è amico della dieta: prepara la tua miscela preferita e versa in un thermos, potrai sorseggiarlo durante la giornata.
Un aiuto anti-fame? Gli alimenti acidi, per esempio l’aceto. Grazie al suo sapore intenso e acidulo stimola il senso di sazietà e aiuta a evitare la sensazione di fame: attenzione, però, a scegliere il prodotto originale ed evitare le salse a base di aceto balsamiche, ricche di zucchero e coloranti.
Come spiega l’esperta, la dieta della dopamina può effettivamente aiutare a dimagrire, soprattutto se optiamo per cotture semplici, al vapore e alla piastra, senza eccedere nei condimenti. Tuttavia, è bene non dimenticare che, in generale, tutti regimi con un alto apporto di proteine andrebbero effettuati con l’ausilio di un adeguato controllo medico: se prolungati oltre le due settimane possono generarsi squilibri a livello del metabolismo epatico e sovraccaricare la funzione renale.
Come insegnano gli antichi principi della dieta mediterranea, oggi considerata Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, meglio continuare a puntare sul contenuto di fibre, vitamine e sali minerali attraverso il giusto apporto legumi e cereali integrali, che si dimostrano in grado di rallentare l’assorbimento di grassi e zuccheri, oltre a stimolare la produzione di serotonina.