Dieta Smartfood

La dieta Smartfood è la prima dieta certificata dal marchio scientifico dello IEO (Istituto Europeo di Oncologia), che punta sui principi della nutrigenomica (la relazione che intercorre tra nutrizione e geni).

Non è una vera e propria dieta dimagrante. Si tratta, piuttosto, di una dieta della salute, che si pone l’ambizioso obiettivo di attivare quelli che sono i nostri geni della longevità. Per raggiungere lo scopo, la dieta Smartfood punta sia sulla qualità degli alimenti, sia sulla perfetta combinazione dei nutrienti all’interno del pasto.

Questo tipo di regime alimentare non è paragonabile alle diete dimagranti alle quali siamo ormai abituati e che campeggiano un po’ ovunque. Piuttosto, si tratta di una rivoluzione alimentare che punta prima di tutto a migliorare la salute e, di conseguenza, ad aiutare il raggiungimento del peso forma.

Il libro La Dieta Smartfood – In forma e in salute con i 30 cibi che allungano la vita (di Eliana Liotta, Pier Giuseppe Pelicci e Lucilla Titta – ed. Rizzoli) è un vero e proprio “manuale della salute”, basato appunto sulla conoscenza della dieta Smarfood.

La filosofia alimentare della dieta Smartfood si basa sulla nostra dieta mediterranea, perfetta combinazione di vegetali, cereali e proteine “sane” (con una predilezione per i legumi) e i 30 cibi che ci aiutano a vivere più a lungo. Si tratta di cibi smart e intelligenti perché la loro azione sul nostro organismo ha dell’incredibile e sono suddivisi in:

  • 20 Longevity Smartfood
  • 10 Protective Smartfood

Dieta mediterranea e cibi smart

La dieta Smartfood punta sulla promozione di uno stile di vita più salutare e più “verde”. E lo fa promuovendo sia la dieta mediterranea, sia una nuova concezione di nutrizione.

Infatti, a essere protagonisti di questa “dieta non dieta” sono soprattutto alcuni speciali cibi (semplici, naturali e anche economici). Questi ultimi riescono a mimare il digiuno e a dialogare con i nostri geni, facendo lavorare soltanto i geni della longevità e mettendo, al contempo, a tacere i geni dell’invecchiamento.

Come si attivano i geni della longevità

Per semplificare, potremmo dire che i 20 Longevity Smartfood contengono particolari molecole, in grado di far percepire al nostro organismo uno stato di digiuno (anche se effettivamente mangiamo e, dunque, non digiuniamo). In questa condizione, a lavorare sono solo i geni della longevità, che si adoperano per riparare i danni cellulari e permettono di non accumulare grasso.

Anche la dieta Smartfood, dunque, conferma il ruolo chiave del sovrappeso nella percentuale di rischio di sviluppare alcuni tipi di patologie. Seguendo lo schema alimentare proposto da questa “dieta”, si prevengono cancro, patologie cardiovascolari, metaboliche e neurodegenerative. E, come effetto “collaterale”, si combattono efficacemente i chili di troppo.

Longevity Smartfood e Protective Smartfood

La dieta Smartfood non prevede un menu rigido e predefinito per ciascun giorno della settimana, ma chi la segue può combinare i pasti in modo equilibrato, scegliendo di volta in volta i supercibi della longevità e gli alimenti “protettivi”.

I primi sono i Longevity Smartfood, ovvero quei cibi contenenti molecole in grado di mimare la restrizione calorica e di attivare soltanto i geni della longevità (riparatori, “anti-grasso”), mettendo a tacere i geni dell’invecchiamento (e, dunque, dell’alterazione cellulare e dell’accumulo di grasso).

I 20 Longevity Smartfood sono:

  • arance rosse (frutto intero, spremuta fresca e surgelata senza zucchero, non il succo concentrato),
  • asparagi,
  • cachi,
  • capperi,
  • cavoli
  • cappuccio rossi,
  • ciliegie,
  • cioccolato (nero, minimo al 70%),
  • cipolle,
  • curcuma,
  • fragole,
  • frutti di bosco,
  • lattuga,
  • melanzane,
  • mele,
  • patate viola,
  • prugne nere,
  • peperoncino e paprika piccante,
  • radicchio rosso,
  • tè verde e tè nero,
  • uva.

Oltre ai 20 Longevity Smarfood, la dieta prevede anche il consumo dei 10 Protective Smartfood.

Di cosa si tratta? Sono cibi che non dialogano direttamente con i geni della longevità ma che comunque allungano la vita, perché “parlano” con le cellule, con il sistema immunitario, con lo stomaco o con la flora batterica intestinale.

I 10 Protective Smartfood premiano, ancora una volta, il mondo vegetale e sono:

  • aglio,
  • cereali integrali e derivati (farine),
  • erbe aromatiche,
  • frutta fresca,
  • frutta a guscio,
  • semi oleosi,
  • legumi,
  • olio EVO,
  • oli di semi spremuti a freddo (girasole, lino…),
  • verdure (in quantità).

Schema alimentare di un pasto smart

La dieta Smartfood punta quindi sull’equilibrio tra i nutrienti. Si tratta di uno schema alimentare, a preponderanza vegetale, in cui il “pasto ideale” è composto da:

  • cereali (preferibilmente integrali),
  • una piccola quota di proteine (sane)
  • tanti vegetali (più verdura che frutta).

Di seguito un esempio di come come organizzare al meglio la dieta “smart” e cosa portare in tavola.

Un esempio “tipo” di piatto unico e smart è una porzione di riso integrale con lenticchie, curcuma e broccoli.

La dieta Smartfood pensa anche agli spuntini e al soddisfacimento della golosità, invitando a consumare ogni giorno una piccola porzione di frutta a guscio (ricca di omega 3) e di semi oleosi (semi di lino, di girasole, di zucca), permettendo (e, anzi, promuovendo) anche il consumo di due quadretti di cioccolato fondente al giorno (cacao dal 70% in su).

La carne può essere consumata in piccole quantità privilegiando le carni bianche. Preferire quindi il consumo di legumi come fonti proteiche vegetali. Ricordiamo, però, che i legumi diventano aminoacidi (ovvero, proteine) solo se “legati” ai cereali (consumati insieme).