I disturbi alla tiroide colpiscono milioni di persone in Italia, manifestandosi in forme molto diverse: una diagnosi corretta è la base da cui partire per affrontarli al meglio e quanto prima. La tiroide svolge infatti una funzione molto importante per l’organismo perché produce un ormone che regola il buon funzionamento del muscolo cardiaco, per il metabolismo osseo, lipidico, glucidico e il mantenimento dell’omeostasi energetica. Una riduzione (ipotiroidismo) o un eccesso (ipertiroidismo) nella produzione di questo ormone provoca degli squilibri non indifferenti.

Una causa principale della patologia tiroidea è la carenza di iodio, che è di fatto il costituente essenziale dell’ormone tiroideo. Lo iodio, infatti, aumenta la produzione di tiroxina, favorendo così un miglioramento dell’attività della ghiandola. Si assume solamente attraverso l’alimentazione che dovrebbe essere il più varia possibile con consumo di cibi a più alto contenuto del micronutriente.

Da qui si evince come l’alimentazione sia un fattore molto importante per la prevenzione e la cura di problemi legati alla tiroide e garantire la corretta la produzione degli ormoni tiroidei. Alcuni alimenti, infatti, la contrastano, mentre altri la favoriscono e la ottimizzano.

Ne è convinta anche la dottoressa Serena Missori che, insieme al collega Alessandro Gelli, ha scritto il libro “La dieta della tiroide” dove approfondisce il legame tra tiroide e alimentazione. Una dieta amica della tiroide prevede il consumo di alimenti antinfiammatori e nutrienti di cui il corpo necessita per un ottimale funzionamento tiroideo, intestinale, surrenalico (Iodio, Selenio, Zinco, Ferro, vitamine B, vitamina A, vitamine D, acidi grassi Omega 3, proteine, in particolar modo tirosina e aminoacidi), evitando alimenti infiammatori come gli alimenti raffinati, confezionati, zuccheri e grassi idrogenati, curando l’intestino e promuovendo la disintossicazione attraverso l’eliminazione di tossine e metalli pesanti.

Ecco allora alcuni accorgimenti da seguire nella propria dieta, secondo il parere dei medici autori del libro.

Dieta per ipotiroidismo

Una tiroide che lavora a rilento e con difficoltà porta l’organismo a ingrassare. Scegliendo però i cibi giusti, si può fare molto e, proprio per questo, andrebbero scelti alimenti ricchi di iodio come pesce, molluschi (ricchi anche di proteine ad elevato valore biologico con poche calorie) e verdure che aiutano a perdere peso, riportando in equilibrio il livello degli ormoni.

Così come frutti di mare, anche le alghe marine sono una scelta adeguata: si raccomanda comunque di non abusare nel consumo di alghe in quanto hanno livelli di iodio molto elevati e questo potrebbe peggiorare le condizioni e portare alla produzione di anticorpi. Anche pistacchi, noci, cocco, nocciole, lenticchie, pomodori, mele, mango e ananas sono tutti alimenti molto saporiti e ricchi di iodio.

Lo iodio è fondamentale per formare gli ormoni. Basti pensare che molto spesso la causa più comune dell’ipotiroidismo è proprio la carenza di iodio e tirosina, un aminoacido contenuto nelle proteine. Il fabbisogno giornaliero di iodio è di 150 microgrammi per gli adulti e 200 per le donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Bisognerebbe invece limitare il consumo di soia, miglio e le verdure di tipo crucifere (rucola, broccoli, cavoletti di Bruxelles, cavolo, cavolfiore, rapa, ravanello e crescione), mentre in misura minore spinaci, pesche, arachidi, fragole. Si consiglia di eliminare il latte e ridurre il consumo di formaggi, soprattutto se vaccini.

L’olio di cocco, invece, è un alimento che stimola l’attività della tiroide, Il caffè andrebbe escluso in quanto blocca l’assorbimento della levotiroxina e l’alcol che può alterare la produzione e l’azione degli ormoni tiroidei.

Il selenio è un altro componente indispensabile per la tiroide e si può trovare nei cereali, carne e pesce.

Per condire è sufficiente usare due cucchiai e mezzo di olio extravergine di oliva al giorno e un cucchiaino di sale iodato o marino integrale; via libera invece a limone, aceto, spezie e aromi.

Si possono mangiare carote, sedano e finocchi, anche come spezza-fame, senza dimenticarsi di bere molta acqua durante l’intero arco della giornata.

Dieta per ipertiroidismo

Di solito questa patologia colpisce tra i trenta e i quarant’anni e porta a una sudorazione eccessiva, insonnia, gonfiore alla gola, tremolii, ci si sente spesso nervose, deboli e si dimagrisce anche senza una dieta dimagrante. L’ipertiroidismo è di fatto una patologia causata da un’eccessiva produzione di ormoni tiroidei.

Si devono evitare il fumo e l’alcool prediligendo una dieta che garantisca all’organismo quantità elevate di vitamine e minerali, ricca di fibre ma povera di calorie.

Gli alimenti da prediligere sono quelli che aiutano a rallentare il processo di produzione degli ormoni e quindi verdure come broccoli, spinaci e rape. Tra i frutti amici della tiroide si trova la pera, la pesca, papaya e il mango, ma sono consentite anche le arance, l’uva e il pompelmo.

Da preferire è l’assunzione di proteine, controllando invece l’apporto dei carboidrati, che dovrebbero essere integrali e dietetici. Via libera anche a lenticchie, ceci e fagioli.

Arachidi, miglio, semi di lino e pinoli sono un modo efficace per combattere l’ipertiroidismo in quanto inibiscono la produzione di tiroxina, uno degli ormoni secreti dalla tiroide. Fra i pesci, meglio scegliere quelli di acqua dolce e, tra le verdure anche pomodori, fagiolini e funghi.

Da limitare il consumo di formaggi affumicati, salse piccanti, crostacei, molluschi e carni grasse. Il sale andrebbe consumato con moderazione, così come tutti gli snack salati. Evitare anche alghe marine e frutti di mare, sale iodato, aglio, avena, anacardi, mandorle e pistacchi, così come cannella e spezie.