Dieta vegana: pro e contro
Sempre più persone scelgono un’alimentazione cruelty free e si professano vegane. Una scelta alimentare restrittiva che implica l’eliminazione definitiva dalla tavola di cibi di origine animale quindi anche latticini, uova, formaggi, miele e altri grassi, che invece vengono consumati nei regimi alimentari vegetariani.
Il veganesimo rappresenta non solo una scelta alimentare teoricamente più sana, ma coinvolge integralmente anche lo stile di vita. Una condotta esistenziale che comprende ragioni etiche, di rispetto totale per tutti gli esseri viventi e di salvaguardia dell’ambiente che ci circonda, considerando l’elevato inquinamento prodotto dagli allevamenti e le risorse da essi richiesti.
Un modo di essere biologico e sano che nasceva come nicchia, ma che sta crescendo sempre di più, come testimoniano i tantissimi negozi a tema bio, burger gourmet, supermercati gluten free-organic-vegan che aprono in molte città d’Italia magari al posto delle tradizionali trattorie con la tipica cucina mediterranea. Ma quali sono, in effetti, i benefici apportati da una dieta vegana e quali invece i rischi a cui si è sottoposti?
I benefici della dieta vegana
La dieta vegana è povera di grassi, ma ricca di tanta frutta e verdura. Uno dei dubbi più diffusi è quello relativo all’apporto di proteine: proprio per mantenere questo apporto equilibrato se si segue un’alimentazione vegana bisogna mangiare spesso legumi, cereali, semi e grassi vegetali. Un regime alimentare vegano disintossica quindi il corpo e permette di avere un atteggiamento più salutista. Inoltre si riducono le calorie, si vive più in forma e più a lungo, mantenendo un aspetto più giovane. Il regime vegano contrasta diverse patologie come quelle a carattere cardiovascolare. Studi recenti legano sempre più strettamente la prevenzione dei tumori al colon e alla prostata con una giusta alimentazione ricca di fibre e povera di grassi. Inoltre col veganesimo si ha la possibilità di controllare e guarire il diabete, malattia che sta diventando epidemica nella nostra società. Eliminare la carne consentirebbe, quindi, di risparmiare anche parte delle spese destinate alla cura di molte malattie. Se ben pianificata, la dieta vegana è adeguata a tutte le fasi della vita. Dalla gravidanza, all’allattamento, prima e seconda infanzia, adolescenza, età adulta e vecchiaia. Però bisogna farsi seguire da un nutrizionista specializzato per integrare tutti i nutrienti necessari. L’uomo nutrendosi di grassi animali, soprattutto di carni rosse, assorbe gli inquinanti che passano dal grasso animale a quello umano. Veleni che, una volta in circolo, procurano diversi disturbi, a cominciare dall’acidosi. Questo non succede con la dieta vegana.
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I rischi a cui si è sottoposti
Molte persone decidono autonomamente di intraprendere un’alimentazione di tipo vegano senza aver prima consultato un nutrizionista o un dottore e non valutano una serie di controindicazioni che possono colpire l’organismo come carenza di calcio, zinco, ferro, vitamina D e vitamina B12 e proteine. Quando la dieta è mal equilibrata può causare carenze di questi nutrienti fondamentali, la cui assenza può comportare gli squilibri intestinali, la nausea, il mal di testa, anemie, vertigini, difficoltà di concentrazione, perdita della memoria e debolezza. Le proteine di origine vegetale non contengono gli amminoacidi essenziali per il nostro organismo. Anche i Paesi in cui si ha un’alimentazione prevalentemente vegetariana stanno gradualmente introducendo proteine animali perché ne hanno riconosciuto i benefici. Non tutti i soggetti sono adatti a un regime alimentare di questo tipo. La dieta vegana, infatti, è sconsigliata a bambini, anziani, donne in gravidanza, anemici e celiaci. Un bambino in fase di crescita ha bisogno di proteine, ferro, e vitamine fondamentali per farlo diventare un adulto robusto e sano.