Giorgia Bellini ha 24 anni e in passato ha sofferto di bulimia nervosa, arrivando a rischiare la vita. Per questo oggi è impegnata nell’offrire supporto a chi sta vivendo la stessa esperienza, alle prese con anoressia, bulimia o disordini alimentari. Già autrice del libro Nata due volte, nel quale ha raccontato la sua storia, in occasione della Giornata nazionale sui disturbi alimentati ha lanciato una App innovativa, che offre supporto, consigli e informazioni in modo semplice e diretto. Si chiama CORABEA e può contare sulla consulenza di oltre 30 esperti tra psicologi e nutrizionisti specializzati.
I disturbi alimentari: boom negli ultimi tre anni
Si stima che in Italia soffrano di disturbi alimentari circa 3 milioni di persone. Un numero cresciuto enormemente negli ultimi tre anni: nel 2019, infatti, si contavano poco più di 680.500 casi intercettati, anche se molte sono le storie che rimangono sommerse. Colpa della vergogna, della reticenza nel parlare di anoressia, bulimia e binge eating, ma anche di servizi che scarseggiano o per i quali mancano fondi adeguati. Dopo qualche difficoltà iniziale, il Fondo nazionale per i Dca è stato rifinanziato con 10 milioni previsti nel decreto Milleproroghe, con l’annuncio che diventerà strutturale, dunque fisso. «Era stato istituito in attesa dell’arrivo dei Livelli essenziali di assistenza che questo governo ha approvato nel luglio del 2023. I fondi per i disturbi alimentari sono diventati strutturali, da ora in poi ci saranno sempre», ha confermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci.
Dalla bulimia alla App per chi soffre di Dca
I problemi, però, non sono risolti. Giorgia Bellini, dopo aver superato i disturbi alimentari, dopo la pandemia ha deciso prima di aprire un blog e una community su Instagram, dove conta oltre 20mila followers, poi una App (CORABEA), per rispondere anche alle carenze dei servizi “tradizionali”. Gli ambulatori, infatti, sono spesso pochi, con scarso personale e con lunghe liste di attesa, che si aggirano sui 3 mesi per pazienti minori e sui 5/6 mesi per gli adulti: «Purtroppo questo accade soprattutto al sud, ma anche in molte zone del centro, dove non sempre sono garantiti tutti i livelli di assistenza, con la conseguenza di doversi rivolgere a privati, non sempre specializzati nei Dca. Un nutrizionista sportivo, per esempio, può essere bravo, ma non competente in modo specifico in anoressia o bulimia. Per questi disturbi, invece, occorre un approccio multidisciplinare e sinergico tra psicologi e nutrizionisti specializzati», spiega la stessa Giorgia Bellini.
Rompere il muro della vergogna
«A volte capita di iniziare il percorso senza strumenti giusti. La App nasce per questo, per dare supporto a queste persone che, specie dopo il Covid, sono aumentate. Fortunatamente è un tema di cui si parla di più: quando io frequentavo le superiori era un argomento di cui non si conosceva molto e, soprattutto, che non era affrontato in classe», aggiunge Bellini. Uno degli scogli da superare, però, è trovare il coraggio di parlarne: «Io ho appena terminato due call con due ragazze di 30 anni che per la prima volta hanno rotto il muro della vergogna, raccontando la propria esperienza. Questo grazie a un primo colloquio che avviene peer to peer, cioè da pari a pari», spiega Bellini.
Come funziona la App CORABEA
Il primo passo, dunque, è un colloquio conoscitivo, che avviene con chi, come Giulia, sa bene cosa significhi soffrire di un disturbo dell’alimentazione: «Successivamente, se si decide, si avvia un percorso supportato da un team di specialisti, psicologi e nutrizionisti. Ci sono anche webinar gratuiti realizzati dai nostri professionisti, ed esercizi di mindufulness, senza trascurare il supporto ai familiari. A loro offriamo un videocorso gratuito di 12 lezioni che fornisce informazioni base su cosa sono i Dca, quali parole usare, come affrontare la situazione, ma anche una vera e propria terapia familiare con uno psicoterapeuta che può seguire i genitori di pazienti minorenni», spiega ancora Bellini.
L’altra App: “Sc(Hi)accia dca”
Un altro strumento online è “Sc(Hi)accia dca”. Si tratta di una App (gratuita), promossa dal Centro per la Diagnosi e la Cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare (Cdca) della Casa di Cura Palazzolo di Bergamo. Anche in questo caso è rivolta non solo a chi soffre di Dca, ma anche ad amici, familiari, insegnanti ed educatori per poter ottenere informazioni che aiutino figli, parenti o studenti. Si può interagire con un esperto, in modo da creare un canale aperto e diretto che possa intercettare in modo precoce i disturbi del comportamento alimentare, offrendo aiuto psicologico e nutrizionale online o presso il Centro stesso. Per accedere occorrono un nickname e una e-mail per la conferma della registrazione, senza altre informazioni personali come età o residenza. Esistono anche il sito (schiacciadca.it) e la pagina Facebook (dcaistpalazzolo).
MyCherry App: l’accettazione di sé
Un’altra App gratuita disponibile da un paio di anni è MyCherry App, ideata da Giada Todesco, influencer di Instagram da 523mila followers, che punta molto sul benessere mentale, la buona e sana alimentazione e l’autostima. Anche per Todesco l’idea è nata dopo aver superato problemi di Dca in adolescenza. In questo caso ha creato una vera e propria community che offre supporto grazie a 25 esperti che vanno dalla food blogger, agli insegnanti di fitness, pilates e chimica, ma anche i tradizionali psicologici e nutrizionisti. Volutamente non si fa riferimento al conteggio delle calorie dei pasti, ma sono disponibili oltre 1000 ricette e più di 80 consigli per vivere in forma, seguendo uno stile di vita sano e positivo (non a caso lo slogan è Abbi cura di splendere). È pensata per le donne, di cui promette di conoscere bene «i bisogni, le abitudini e ogni sorta di esigenza».
RR Eating Disorder Management: il “diario” online
Se in Italia prendono piede ora le App e i servizi online, all’estero e in particolare nel mondo anglosassone vi si fa ricorso da più tempo. Molti sono gli esempi di strumenti a portata di smartphone, come Recovery Record Eating Disorder Management, una sorta di diario online che permette di tenere «un registro di pasti, pensieri e sentimenti dalla privacy del cellulare», raccogliere «i pezzi del puzzle per guadagnare ricompense nascoste», personalizzare «il piano alimentare, gli orari dei promemoria e i toni di allarme», condividere il percorso con un team di cura, oltre a ricevere e inviare «messaggi di incoraggiamento anonimi e regali virtuali da/a migliaia di altre persone che utilizzano l’App». L’obiettivo, dunque, è agire sugli stati psicologici e le motivazioni nel percorso di recupero da un disturbo alimentare. La registrazione, anche da pc, passa dall’inserimento di nome, cognome, email e indicazione del tipo di disturbo per il quale si chiede supporto.