Cereali, frutta, legumi e poca carne: la dieta mediterranea fa bene alla salute e, stando a quanto emerso da nuovi studi, riduce persino i rischi di demenza e disturbi cardiovascolari. Lo dimostrerebbe una nuova ricerca già pubblicata sulla rivista “BMC Medicine” e ripresa dal “Guardian”. Le scoperte potrebbero aprire la strada a nuovi trattamenti preventivi.
La dieta mediterranea contro la demenza
Il nuovo studio evidenzia benefici ancora inediti della dieta mediterranea, che – si sa – è amata in tutto il mondo. Una dieta ricca di noci, verdure, cereali integrali e frutti di mare potrebbe ridurre il rischio di demenza di quasi un quarto. Dai dati è emerso che molti alimenti a base vegetale possono avere un «effetto protettivo» contro la demenza, indipendentemente dalla predisposizione genetica di una persona. Insomma, la dieta mediterranea non è solo buona: fa bene al fegato, previene la depressione e non è finita qui.
A spiegare i risultati dell’indagine è una delle sue autrici, Janice Ranson, ricercatrice senior presso l’università di Exeter. In particolare, ha precisato che i dati emersi da «questo ampio studio basato sulla popolazione sottolineano i benefici a lungo termine per la salute del cervello derivanti dal consumo di una dieta mediterranea, che è ricca di frutta, verdura, cereali integrali e grassi sani». Quindi, «è probabile che questa sia una scelta di stile di vita vantaggiosa per le persone che cercano di fare scelte alimentari sane e ridurre il rischio di demenza». Per Ranson, «i futuri sforzi di prevenzione della demenza potrebbero andare oltre i consigli generici di una dieta sana e concentrarsi sul sostegno alle persone per aumentare il consumo di alimenti e sostanze nutritive specifici, che sono essenziali per la salute del cervello».
Trovare modi per ridurre il rischio di sviluppare la demenza si rivela fondamentale per la salute pubblica. Inoltre, può costituire un importante passo in avanti per la scienza. Lo ha sottolineato chiaramente Oliver Shannon, un altro autore dello studio, nonché docente di nutrizione umana e invecchiamento all’università di Newcastle. Non a caso, ha ricordato che «la demenza ha un impatto sulla vita di milioni di persone in tutto il mondo. Attualmente ci sono opzioni limitate per il trattamento di questa condizione».
Lo studio
La nuova ricerca si basa sui dati di oltre 60mila individui della UK Biobank, un database online di documenti medici e sullo stile di vita che coinvolge più di mezzo milione di britannici. Per analizzare il campione, i ricercatori hanno usato due misure per l’aderenza alla dieta mediterranea e, per ciascun individuo, hanno tenuto in considerazione il rischio genetico di demenza. Nell’arco di un decennio, gli studiosi hanno registrato 882 casi di demenza, ma con alcune precisazioni. Nei soggetti che seguivano rigorosamente una dieta mediterranea è stato riscontrato un rischio inferiore del 23% di sviluppare la condizione, rispetto a chi mangiava in modo diverso. I risultati dello studio farebbero ben sperare, ma non manca un certo scetticismo…
Ebbene sì, perché la ricerca è stata condotta esclusivamente su un gruppo di persone con origini europee e, secondo alcuni esperti, sarebbe utile eseguire ulteriori indagini su una più vasta gamma di popolazioni. Lo spiega Susan Mitchell, responsabile della politica presso l’Alzheimer’s Research UK, la quale reputa «intrigante» lo studio, ma ribadisce la necessità di ulteriori approfondimenti. Prima di trarre conclusioni, bisognerebbe quindi coinvolgere nella ricerca anche persone di origine nera, asiatica e di minoranze etniche, includendo anche le comunità che hanno stigmatizzato la demenza.
Non è pienamente convinto dei risultati neppure Duane Mellor, dietologo e docente presso l’Aston University. A sua detta, lo studio si basa su un questionario che non riflette davvero le abitudini alimentari britanniche. Inoltre, i ricercatori non avrebbero considerato l’aspetto sociale del mangiare, che è uno dei tratti distintivi della dieta mediterranea. Proprio questo aspetto potrebbe avere un effetto protettivo contro la demenza, favorendo il dialogo e le interazioni tra le persone.
Scoperti altri benefici: quali sono?
Lo studio recentemente condotto ha evidenziato i benefici che la dieta mediterranea potrebbe apportare contro la demenza, ma non è tutto. Un’altra ricerca, infatti, ha confermato le sue proprietà vantaggiose, riducendo del 25% i rischi di sviluppare patologie cardiache e morte prematura. Si tratta di una meta-analisi pubblicata su “Heart”, che a sua volta ha confrontato 16 studi.
In particolare, se in passato gli esperti hanno condotto un numero piuttosto esiguo di ricerche sulle donne rispetto a quelle dedicate agli uomini, dalla comparazione dei vari studi sono stati fatti passi in avanti anche sul fronte femminile. È emerso così che le donne più rispettose della dieta mediterranea hanno abbattuto del 24% il rischio di sviluppare malattie cardiache. Calato del 23%, invece, il rischio di morte prematura. Tuttavia, non si può dire lo stesso per chi ha osservato la dieta in modo poco accurato. I ricercatori, inoltre, hanno registrato un calo dei decessi per ictus, sebbene per l’indagine non sia un dato statisticamente significativo.