Tra le diete non estreme, bilanciate e per l’appunto flessibili è doveroso inserire la Flexitarian Diet, o dieta flexitariana o ancora dieta vegetariana flessibile, ideata, nei termini, dalla dietista Dawn Jackson Blatner una decina di anni fa.
Cosa è la dieta flexitariana
La dieta flexitariana, come ricorda già il termine, è una dieta vegetariana ma che, nei modi e nei termini che vedremo a breve, consente il consumo moderato e consapevole di carne e pesce.
Per far un salto in dietro, dovremmo sapere che modelli dietetici più radicali come quello vegano, escludono totalmente alimenti di origine o derivazione animale, mentre quelli vegetariani classicamente, nelle diverse varianti consentono l’uso controllato di uova, latte e derivati.
Se valutassimo attentamente le caratteristiche nutrizionali di questo modello dietetico, probabilmente, troveremmo più concordanze con il modello dietetico Mediterraneo, riconosciuto scientificamente come dieta a spiccato carattere preventivo e terapeutico, piuttosto che con quello vegetariano.
La metodica proposta dalla dietista, inoltre, permetterebbe anche di avvicinarsi con più cautela al modello dietetico vegetariano.
I benefici della dieta flexitariana
Trattandosi sostanzialmente di una dieta bilanciata, generalmente leggermente ipocalorica, i benefici della dieta flexitariana sono sostanzialmente da attribuire alle caratteristiche generali di questo modello.
Pur non essendoci, ad onor di cronaca, una vasta letteratura specifica, valutando questa proposta dietetica nella sua interezza potremmo riconoscere proprietà:
- Dimagranti: trattandosi di un regime dietetico ipocalorico, se ben seguito potrà accompagnarci nella perdita dei chili di troppo;
- Metaboliche, contribuendo ad un miglioramento del metabolismo glucidico e lipidico.
Più precisamente l’assenza di picchi glicemici ed il basso contenuto di acidi grassi saturi, vista la scarsa presenza di prodotti di origine animale, contribuirà a questo miglioramento.
- Cardioprotettive, legate alla bassa presenza di colesterolo dietetico ed alla ricchezza in acidi grassi polinsaturi e monoinsaturi.
Esempio di menù
Come già accennato un menù flexitariano tenderà a privilegiare gli alimenti di origine vegetale, limitando, invece, il consumo di quelli animali.
Oltre a questi, la dieta flexitariana limiterà il consumo di alimenti zuccherati e prodotti raffinati.
Per questo motivo, potremo quindi consumare
A Colazione : latte o yogurt vegetale, magari di cocco o di avena, con semi oleosi o frutta secca (noci o mandorle), spezie come la cannella e cereali come fiocchi di avena o di mais.
Una o massimo due volte a settimane, si potrà consumare dello yogurt greco o del latte vaccino, associato magari a frutta o cereali oppure delle uova per realizzare dei piacevoli pancake.
A Pranzo: spazio alla fantasia.
La base principale sarà sicuramente costituita da cereali a chicco (farro, orzo, riso integrale, quinoa, amaranto etc) ai quali associare dei legumi e delle verdure.
Con un po’ di fantasia e con una frequenza che non superi le 2 / 3 volte settimanali, potremmo associare ai cereali formaggi come magari fermentati come la Feta.
Spezie e semi oleosi completeranno il pasto
A cena: cercheremo di privilegiare le proteine.
Burger vegetali, hummus di ceci, pesce grigliato una o due volte a settimane, carne bianca, una volta a settimana, saranno le scelte adeguate da associare sempre ad una piccola quota di carboidrati, preferibilmente da cereali a chicco.
Infine verdure, avocado, frutta secca o semi oleosi per contorni sani e fantasiosi.