Sentiamo sempre parlare male dei trigliceridi ma in realtà non vanno così demonizzati perché si tratta di una grandissima riserva di energia per il nostro organismo (di cui le cellule hanno bisogno per svolgere ogni loro funzione). Purtroppo costituiscono anche la principale componente del tessuto adiposo del corpo. I trigliceridi entrano in circolazione attraverso l’alimentazione e in piccola parte sono prodotti dal fegato. Quando però il corpo non riesce a servirsi di tutti i trigliceridi in circolo, viene immessa dell’insulina con lo scopo di ‘immagazzinare’ i famosi trigliceridi nei tessuti adiposi. L’abbiamo fatta un po’ semplice ma purtroppo il loro aumento può causare problemi di salute importanti.
Patologia o vita scorretta?
L’accrescimento del numero di trigliceridi può essere legato sia a una patologia (in questo caso il consiglio è sempre quello di rivolgersi a un medico esperto in materia) sia a un’alimentazione o uno stile di vita scorretti: una condizione di sovrappeso prolungata, ad esempio, diete ricche di carboidrati, l’abuso di alcool, una vita eccessivamente sedentaria, farmaci quali cortisone, estrogeni, diuretiuci e la pillola anticoncezionale, e naturalmente il fumo, favoriscono l’innalzamento dei trigliceridi. A volte optare per una corretta filosofia alimentare e seguire un’attività fisica costante riescono a migliorare la lipidemia, ovvero livelli eccessivi di grassi nel sangue. Senza bisogno di stravolgere la propria vita.
Occhio al peso
Al peso corporeo occorre prestare molta attenzione, soprattutto superati i 50 anni quando il metabolismo rallenta, per evitare l’aumentato rischio di incorrere in problematiche cardiovascolari: ‘regolando’ infatti la bilancia, l’abbassamento dei valori ematici è praticamente automatico. Ecco il motivo per cui si deve seguire una dieta ipocalorica in caso di sovrappeso: una riduzione di solo il 10% del peso iniziale porta a numerosi, rapidi e concreti vantaggi in termini di circolazione e abbattimento del rischio cardiovascolare.
Fitness e girovita
Il passo più importante è normalizzare il ‘girovita’ (e cioè la circonferenza addominale) e non certo per questioni estetiche ma perché si tratta di un indicatore della quantità di grasso depositata a livello viscerale e, naturalmente, correlata al rischio cardiovascolare: valori superiori a 80 centimetri (94 se parliamo di uomini) vengono associati a un rischio moderato, superiori a 88 centimetri invece a un rischio elevato. Rendere lo stile di vita più attivo, dedicare qualche ora della settimana al fitness, andare in bicicletta, camminare oppure nuotare, aiuta a monitorare il peso corporeo e a prevenire aumenti che possono essere la causa di ipertrigliceridemia.
Abbassa i trigliceridi a tavola: la dieta anti colesterolo
I trigliceridi alti sono un parametro da tenere sotto stretto controllo. Ma come fare? Per tenere a bada questo dato bisogna agire prima di tutto sulla tavola. In linea generale bisogna evitare il più possibile gli zuccheri semplici, i cereali e i prodotti raffinati (pane e pasta bianca, bevande zuccherate e dolci) prediligendo invece le loro varianti integrali e gli alimenti ricchi di fibre: l’ideale è abbondare con frutta, verdura, legumi, spezie e alimenti ricchi di omega 3 (come il pesce ad esempio), mentre limitare invece i grassi soprattutto quelli di origine animale. Fai attenzione anche al tipo di cottura che utilizzi e ai condimenti: meglio un cucchiaino da caffè di olio di oliva a crudo e una cottura sana come quella a vapore o alla piastra!
Un aiuto dalle piante
E poi in nostro aiuto arrivano come sempre anche le piante: in alcuni casi si tratta di rimedi veramente preziosi contro i trigliceridi alti. Un esempio? Il gemmoderivato di olivo che agisce sul metabolismo lipidico abbassando i trigliceridi e il colesterolo totale; oppure il prugnolo, un’altra pianta che riduce le beta lipoproteine facendo calare il numero di trigliceridi; infine le gemme di rosmarino, in grado di riattivare fegato e vie biliari.