L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha dato il via libera al consumo umano della “lenticchia d’acqua”. Si tratta di una pianta ricca di proteine, valido sostituto alla carne, e coltivabile in modo sostenibile, che promette di dare una svolta alla transizione proteica e alla sfida alimentare europea. Il nullaosta arriva dopo quasi dieci anni di ricerche condotte dall’ateneo olandese Wageningen University & Research, con a capo la ricercatrice Ingrid van der Meer.

Cos’è la lenticchia d’acqua

La lenticchia d’acqua, il cui nome scientifico è Lemna minor, è una pianta che cresce in acqua. E’ costituita da una sola minuscola foglia, di forma ovale o tondeggiante lunga circa 2-3 millimetri e al di sotto della quale si diparte un’unica piccola radice, a forma di filo, lunga circa 8 millimetri. Ricerche condotte dall’Università di Leeds hanno sottolineato che, contenendo circa il 43% di proteine, è una fonte proteica competitiva rispetto ad altre piante: ad esempio potrebbe produrre 6 volte più proteine vegetali per ettaro rispetto alla soia.

I benefici della lenticchia d’acqua

Oltre a contenere dosi massicce di proteine, la lenticchia d’acqua ha anche altre virtù per quanto riguarda l’apporto di macronutrienti. Prima di tutto, è fonte completa di amminoacidi essenziali. In più possiede una bassa percentuale di grassi, tra l’1% e il 5%, ed ha un alto contenuto di fibre alimentari. Per quanto riguarda i micronutrienti invece, è un alimento relativamente ricco di potassio e ferro e povero di sodio. Se introdotta nella dieta mediterranea, soprattutto nella variante a ridotto consumo di carne, ne amplifica gli effetti benefici. Inoltre contribuirebbe all’abbassamento dei valori del glucosio nel sangue, con effetti positivi sulla glicemia postprandiale.

L’impatto ambientale

Oltre ai vantaggi riguardanti la sfera nutrizionale, la coltivazione della lenticchia d’acqua ne porta anche ambientali. Si moltiplica rapidamente in acque stagnanti perciò, non richiedendo terreni agricoli, può essere coltivata al chiuso anche in città, per esempio in spazi come serre o fattorie verticali, senza la necessità di utilizzare pesticidi. Per assicurarsi raccolti abbondanti, è opportuno raccogliere le piantine una o due volte a settimana.

L’utilizzo in cucina della lenticchia d’acqua

Nonostante in Europa l’utilizzo a scopo alimentare della lenticchia d’acqua sia stato approvato solo di recente, in Thailandia e in altri Paesi asiatici viene consumata già da anni. Venduta principalmente nei mercati locali, può essere utilizzata come una spezia, oppure aggiunta a frullati, insalate e zuppe, unita all’impasto di pancakes e crepes e nella preparazione di burger vegetali, o per colorare la pasta fresca. «Stiamo studiando come confezionare e conservare le lenticchie d’acqua. Una possibilità è quella di lavorarle come cubetti surgelati, ma è anche possibile imbustarle come prodotti freschi. In un sacchetto si conservano molto più a lungo della lattuga fresca tagliata, per esempio» ha detto la ricercatrice Ingrid van der Meer. Non resta che aspettare che l’industria alimentare proceda alla commercializzazione: si stima che tra tre anni sarà possibile trovarla sugli scaffali.