Con l’inizio dell’anno nuovo si moltiplicano i buoni propositi. I social brulicano di consigli su cosa lasciare nell’anno passato, mete inesplorate da visitare, sconti da sfruttare e i soliti “New Year, New Me!”. Grazie alla centralità della sostenibilità, negli ultimi anni sono sempre più le persone che inseriscono tra gli obiettivi degli anni a venire quello di migliorare le proprie abitudini alimentari dal punto di vista etico. Le diete a base vegetale sono diventate più popolari, ma non sono attuabili per tutti e rimangono percorsi difficili da iniziare.

Una soluzione c’è: perché non avvicinarsi ad un’alimentazione plant based per un tempo limitato? Gli esperti confermano che la salute non può che beneficiarne e, una volta finito il periodo, si può tornare ad una dieta “tradizionale” con nuove consapevolezze (e nuove ricette!). Questa è l’idea dietro a Veganuary, la challenge nata nel 2014 che spopola sul web. Nata dalla crasi tra “vegan” e “january“, l’iniziativa spinge sempre più persone ad adottare la dieta vegana per tutto il mese di gennaio.

Come funziona Veganuary?

Partecipare è semplicissimo: basta visitare il sito ufficiale (https://veganuary.com/) e registrarsi. Gli organizzatori inseriscono così ogni utente in una newsletter che ogni giorno invia consigli di pasti e piani alimentari strutturati sui 31 giorni del mese.

All’iscrizione si ottiene anche un “ricettario VIP” con i pasti preferiti delle celebrità che negli anni hanno cambiato le loro diete o che sostengono Veganuary. La partecipazione è assolutamente gratuita e non è nemmeno necessario partecipare nel mese di gennaio: è infatti possibile scegliere una data di partenza futura e la newsletter verrà strutturata di conseguenza.

Veganuary: un fenomeno globale

Ma come nasce questo movimento? E, soprattutto, come è diventato così popolare? Lo abbiamo chiesto a Ria Rehberg, CEO dell’ente benefico Veganuary che ogni anno gestisce la campagna.

«L’idea per Veganuary è arrivata dieci anni fa a Jane Land e Matthew Glover, che nella loro città natale [York, in Regno Unito, ndr] si sono interrogati su come aiutare le persone a fare passi avanti nella protezione degli animali, del pianeta e della propria salute».

Negli ultimi anni, l’interesse verso abitudini alimentari più etiche è aumentato notevolmente, ma non sempre è facile muovere i primi passi. Così la giovane coppia ha pensato ad una sfida di breve durata. Come racconta Rehberg, i primi a “testare” Veganuary sono stati gli amici e le famiglie degli ideatori, ma «già il primo anno si erano registrate al sito Veganuary oltre 3000 persone».

In breve tempo, media, celebrità e influencers si sono resi conto del movimento nascente e oggi, a 10 anni dalla prima “edizione”, milioni di persone partecipano alla sfida.

«Il supporto di cui godiamo è sconvolgente» racconta Rehberg, «anche grazie all’aiuto di personalità famose nel mondo che ci aiutano, come Paul McCartney, Billie Eilish, Joaquin Phoenix e Brian May». Ogni anno il sito rilascia report dettagliati sulla gestione della campagna e i dati raccolti dagli organizzatori sono impressionanti.

Oggi Veganuary vede oltre 700.000 partecipanti provenienti da tutto il mondo. L’engagement dei post della pagina ufficiale ha raggiunto più di 155 milioni di persone, portando 2,3 milioni di persone a visitare il sito per informarsi.

Il #VeganuaryEffect

Grazie alla popolarità crescente dell’iniziativa, sempre più realtà stanno mostrando supporto al movimento con iniziative ad hoc nel mese di gennaio. Una fra tutti la catena multinazionale di supermercati ALDI, che ogni anno in occasione del Veganuary lancia linee di prodotti nuovi a prezzi esclusivi. I primi a sperimentare il cosiddetto #VeganuaryEffect sono gli Stati Uniti con oltre 450 ristoranti e retailer che sostengono la campagna, slogan pubblicitari diffusi e il record di partecipanti in assoluto a New York.

Anche il Regno Unito e la Germania hanno visto conseguenze evidenti della campagna Veganuary. Il 4% degli inglesi e oltre 3 milioni di tedeschi hanno partecipato. La challenge è arrivata ben presto in America Latina, dove spopola soprattutto in Cile, Argentina e Brasile ed infine in India (con oltre 90.000 iscrizioni) e Sudafrica. Le uniche aree dove non è stata registrata alcuna partecipazione sono lo Stato del Vaticano e la Corea del Nord.

Veganuary in Italia

In Italia, l’organizzazione partner di Veganuary è Essere Animali, che si occupa della campagna da diversi anni. «Ogni anno sempre più italiani si iscrivono al sito di Essere Animali che si occupa di inviare consigli personalizzati, ricette, piani alimentari» ha raccontato sempre Rehberg. Lo scorso anno, per l’occasione, alcune partecipanti hanno sfilato per le strade di Bologna vestite da verdure, esortando i cittadini a prendere parte alla sfida.

Anche in Italia viene distribuito il ricettario VIP, dove sono presenti ricette condivise da Florencia Di Stefano-Abichain, Rosita Celentano, il duo comico Le Coliche, Roberta Ferrari e sua figlia Iris. La challenge si è diffusa in particolare tra i content creator, come il duo di influencer Di Pazza e Silvia Goggi (autrice, dottoressa e fondatrice dell’app Planter).

Idee per un gennaio vegano e gustoso

È ancora difficile per gli italiani pensare ad abitudini alimentari etiche senza considerarle combinazioni di piatti noiosi e poco nutrienti. Non c’è niente di più falso e gli esperti lo confermano: in prima linea per celebrare il Veganuary 2024 sono proprio i cuochi, che in alcuni dei migliori ristoranti italiani inseriscono in menù quante più opzioni vegane buonissime e bellissime.

L’app TheFork, leader nella prenotazione online di ristoranti, per il terzo anno consecutivo supporta l’iniziativa e ha stilato una lista per aiutare i clienti a selezionare i migliori menù vegani a basso prezzo. Da Selezione Naturale a Torino fino a Soulgreen a Milano, Sanuk Asian Kitchen a Monza e Antico Dolo a Venezia, i ristoranti nel Nord Italia che offrono opzioni vegane di tutto rispetto presentano offerte ai clienti dell’app. Anche Verona, Firenze e Bologna sono presenti nella lista: rispettivamente con Special & Mr Martini, Clorofilla e Saporium. Al Sud, la lista propone Aromaticus Trastevere di Roma (vincitore dei TheFork Awards 2021), Staj Noodle Bar Chiaia a Napoli e 98rto a Bari.

Veganuary all’insegna dell’amore

Iniziative come Veganuary sono sempre più popolari per le nuove generazioni: promuovono valori sociali e permettono di fare rete con persone che hanno interessi simili. Lo confermano i risultati del report Future of Dating di Tinder. L’80% degli individui tra i 18 e i 25 anni considera prioritario il proprio benessere nelle relazioni, il 79% ritiene essenziale che anche i potenziali partner condividano tale approccio. Tinder si impegna attivamente nella creazione di nuove connessioni al di fuori dei propri orizzonti sociali: ecco perché l’azienda ha reso disponibili alcuni consigli per rendere il Veganuary un perfetto Cupido.

  • Puntare sul match di interessi: vorresti incontrare altre persone che stanno partecipando all’iniziativa? Ecco alcuni interessi che puoi aggiungere al tuo profilo per aiutare l’algoritmo: cucina vegana, ambientalismo, attivismo, natura, provare cose nuove, tempeh, attivismo giovanile.
  • Il primo appuntamento vegano per eccellenza: per il primo appuntamento, scegli un posto veg!
  • Descrivi il tuo stile di vita: sull’app puoi fornire sempre più dettagli sul tuo stile di vita, racconta come l’essere vegano ti rende unica!
  • Sperimenta le cucine tradizionali in chiave vegana: altri tipi di cibo come ramen, sushi, coreana, kosher e halal sono tra gli interessi più caratteristici e condivisi in app. Sempre più ristoranti stanno presentando versioni vegane di queste cucine, perché non provarle?
  • Racconta il tuo Veganuary grazie agli spunti: se vuoi far conoscere come stai vivendo il Veganuary prova a raccontarlo partendo da spunti come “Per conquistarmi devi…” o “Un fatto sorprendente su di me…” o “Se fai questa cosa, hai subito la mia attenzione:”.