Nel panorama dei comportamenti compulsivi, da qualche tempo è sorta una nuova dipendenza, quella da allenamento sportivo. Arriva dagli States e riguarda persone che fanno del fitness più di una passione, sconfinando in una sorta di droga irrinunciabile.

“Allenarsi in modo ossessivo potrebbe avere origine da una ricerca di identità che mira a considerare il corpo come la parte più importante di se stessi – dice il Prof. Roberto Pani, psicoanalista e docente di Psicologia Clinica all’Università di Bologna – Queste persone hanno bisogno di ricorrere a rituali iniziatici per sentire di far parte di una categoria, di un club al quale appartengono i cosiddetti palestrati.
Da un punto di vista sessuale, spesso i palestrati – così come le donne super toniche – appaiono più seducenti e sensuali delle persone che sono semplicemente in forma in modo naturale, cioè senza l’ausilio del fitness.
Un tempo avveniva esattamente il contrario. Uomini dotati come l’attore Charlton Heston, Rock Hudson, ecc, apparivano interessanti, proprio perché non sembravano esercitarsi troppo in palestra: ciò che appariva non artificioso, basato sulla dotazione naturale, piaceva al pubblico più dei body builder che molti anni fa spesso disgustavano (si pensi a Steve Reeves).

Oggi invece, in alcune persone possono verificarsi sintomi di astinenza, dopo 24 ore, per non aver praticato l’allenamento in palestra, allenamento spesso eseguito con grande impegno e fatica. La vita di certi giovani consiste nel vivere in gym buona parte della giornata e faticare nell’abbandonare il luogo della routine fisica.

Questa nuova dipendenza compulsiva si concretizza nel praticare in modo forsennato la ginnastica che mira a far sentire chi la pratica in forma perfettissima e nient’altro che questo: come se la vita e l’identità di una persona richiedesse tale potenza corporea senza via di scampo.

Sembra che queste persone siano dipendenti, e per così dire controllate dalle stesse ore che consumano in palestra.
“Inoltre sembra che più lavorino, sudino e si affatichino, più si sentano sgravati da una colpa e da un peso, da un compito che devono assolvere ad ogni costo e altresì non siano più liberi di pensare ad altro che a tale impegno – prosegue l’esperto.

Da un punto di vista salutare, tanto o troppo esercizio fisico, specie quando risulta stressante, non giova alla salute del corpo.

Tutti i medici sono ormai concordi nel non affaticarsi troppo in palestra, soprattutto in vista di rimediare ad eventuali vizi alimentari o sensi di colpa.
Troppo acido lattico, se non utilizzato dall’organismo viene convertito dal fegato in glucosio: se è abbondante, non appare certo un toccasana per la salute. “Se vogliamo osservare nemmeno con la lente d’ingrandimento sui mali causati da un’attività muscolare esagerata, dobbiamo pensare anche al possibile insorgere, per via dello stress fisico, della febbre, alla fibromalgia, ai dolori infiammatori muscolari e reumatici, ai possibili scoordinamenti e disequilibri del corpo, tachicardia, cefalee. – continua l’esperto.

Nelle persone affette da dipendenza da allenamnento l’immagine di sé deve essere mantenuta perché è fragile. E se le donne devono apparire magre e snelle, gli uomini invece devono essere dotati di possenti muscoli.

Si tratta in genere di giovani, ma anche di persone di mezza età, che dedicano alla palestra più tre ore al giorno, e con il passare del tempo aumentano la quantità di ore passate a far ginnastica come se diventasse l’attività più importante della loro vita.
Se viaggiano per vari motivi, devono ritrovare nel luogo una palestra per non sospendere l’allenamento, come se fosse una sostanza della quale non possono fare a meno o ridurne la dose. Le critiche degli altri sull’eccesso del loro lavoro fisico e dell’impegno che non transige,  si trasformano ai loro occhi in complimenti che alzano la loro autostima.
Saltare una giornata in palestra li porta allo stato di angoscia. In concomitanza del lavoro fisico, queste persone sono ossessionate dalla dieta alimentare, che deve essere super controllata. Se l’istruttore avvisa che sarebbe meglio diminuire l’allenamento proprio per fare riposare il fisico, queste persone non obbediscono, quasi aumentano l’affaticamento. Concentrano tutta la loro forza di volontà in questa persistenza.

Naturalmente, il livello d’impegno ginnico contraddistingue le persone più sane da coloro che raggiungono livelli di dipendenza compulsiva. Alcune persone frequentano la palestra, magari un po’ esagerando, ma, tutto sommato, ne ottengono un buon risultato, alzano i livelli delle endorfine che producono effetti euforizzanti, e si sentono complessivamente meglio, non pregiudicando affatto altre attività che procurano loro piacere: migliorano il livello dell’umore e sono in forma.

Altre persone invece mostrano appunto una dipendenza compulsiva sino a preoccupare parenti e amici, perché visibilmente manifestano sintomi che indicano l’annullamento d’interessi di alcun genere eccetto l’allenamento esteso e la dieta nella quale sostituiscono il cibo fresco con cibo artificiale anche se altamente nutriente, ma soltanto ingerito a fini dell’esercizio fisico. Da un punto di vista sociale, questi compulsivi perdono ogni interesse e le relazioni affettive e sessuali appaiono inesistenti: anche il lavoro gradatamente viene abbandonato.

Cosa fare per superare la dipendenza da allenamento

L’obiettivo clinico che consiste nel normalizzare tali eccessi del paziente compulsivo non richiede di smettere di andare in palestra così come non si chiederebbe a un paziente bulimico di smettere di mangiare. Si tratta, tramite una tecnica di gruppo, oppure individuale di psicoterapia psicoanalitica, di cercare le cause di tale fragilità della personalità. Provvisoriamente, prima della psicoterapia psicoanalitica, si consiglia di sospendere l’esercizio quotidiano in palestra per almeno due settimane ed evitare di fare Jogging per uguale periodo.

Si sollecita a cercare uno spazio psichico in se stessi e a provare di considerare i propri sentimenti ed emozioni: in altre parole, si consiglia al paziente di prepararsi al fine di non tradurre tutti i propri bisogni compulsivi di appagamento che insorgono improvvisamente, in altrettanti impulsi dei quali la ginnastica sembra esserne uno dei derivati: il compulsivo, infatti, tende a mettere in atto ogni propri moto interiore derivante da bisogni di tipo narcisistico cioè del Sé come rappresentazione strutturale del proprio Corpo-Mente. Sembra utile mettersi in ascolto delle proprie sensazioni corporee.