L’apnea notturna è un disturbo che colpisce un numero sempre maggiore di persone. E senza considerare tutto il “sommerso”, ovvero coloro che sottovalutano i segnali di apnee notturne o che non sono riusciti a ottenere una diagnosi in merito.
Questo disturbo ha un nome specifico: sindrome da apnea ostruttiva notturna (OSAS). E la sua sintomatologia è chiara e riconoscibile, benché molti medici generici siano ancora lontani dall’aver preso confidenza con tale fenomeno. Il risultato è che sempre più persone si svegliano stanche, aggressive, nervose e deboli.
Senza contare i danni a lungo termine provocati da un sonno disturbato, nonché i danni “passivi” arrecati a chi dorme nella stessa stanza o nello stesso letto.
I sintomi
La sintomatologia legata all’apnea notturna si manifesta nel sonno, ma è comunque riconoscibile osservando il proprio comportamento notturno (anche ciò che viene riportato). Tra i sintomi più eclatanti, troviamo sicuramente un russamento di tipo persistente. Dunque non si tratta di un russare saltuario, magari dovuto a cattiva digestione o a un raffreddore, ma di un russamento che si manifesta ogni notte, intenso e intermittente.
Inoltre, una spia dell’apnea notturna può essere rappresentata dal numero di volte in cui, di notte, ci si alza per andare in bagno. Se le visite al bagno sono molto frequenti, può essere che la mancanza di respiro porti a svegliarsi ma senza comprenderne chiaramente il motivo. Un altro segnale sospetto è un ingiustificato mal di testa mattutino, che compare già dal risveglio.
Infine, possono essere sintomi dell’apnea notturna persino la riduzione della libido e la comparsa di disfunzione erettile nell’uomo.
Conseguenze
Le conseguenze dell’apnea notturna non diagnosticata e non trattata sono numerose. A confermarlo è proprio uno studio dell’Associazione Italiana Pneumologi Ospedalieri (Aipo).
Le conseguenze di un sonno disturbato e interrotto da apnee notturne non sono trascurabili. Lo studio conferma un maggior rischio di soffrire di: ipertensione, diabete, coronopatie, ictus, aterosclerosi, steatosi epatica e problemi oculari. E, ovviamente, un peggioramento significativo della qualità della vita.
Cosa fare
Quando si sospetta un’apnea notturna, è importante rivolgersi tempestivamente al medico di base, per poi farsi indirizzare a un centro competente (centro di medicina del sonno oppure unità di pneumologia).
Infatti, secondo recenti sondaggi, coloro che riescono a giungere a una diagnosi certa di sindrome da apnea ostruttiva notturna sono soltanto il 10% di chi ne soffre. L’apnea notturna si diagnostica con certezza soltanto attraverso l’esame polissonografico.
Quest’ultimo è l’esame diagnostico in grado di identificare l’esistenza e l’entità dell’apnea notturna, rilevando le modificazioni neurofisiologiche e cardiovascolari caratteristiche del disturbo. La polisonnografia si può eseguire sia a casa con strumento portatile che rileva i parametri di cui sopra, sia in laboratorio con osservazione continua.
Rimedi
Le apnee notturne si “curano” in modi differenti a seconda delle cause scatenanti. I rimedi, solitamente, spaziano da una variazione dello stile di vita (fondamentalmente, adozione di abitudini più sane: riduzione o eliminazione di fumo e alcolici, attività fisica, cena leggera) sino all’uso di apparecchi ortodontici e/o dispositivi per la respirazione.
Infine, in alcuni casi, l’apnea va risolta con intervento chirurgico (per “allargare” le vie respiratorie).