L’artrite reumatoide è una malattia sistemica cronica, le cui cause sono sconosciute. «La malattia è caratterizzata da diverse manifestazioni sistemiche, ma il quadro tipico dell’artrite reumatoide è rappresentato da una sinovite infiammatoria persistente che interessa generalmente le articolazioni periferiche in modo simmetrico» – spiega il dottor Matteo Longhi, responsabile di reumatologia dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano (Gruppo ospedaliero San Donato).
I sintomi
L’elemento distintivo dell’artrite reumatoide è costituito dall’infiammazione sinoviale che determina un danno alla cartilagine, erosioni ossee e, in seguito, deformità articolari. Il decorso dell’artrite reumatoide, nonostante le sue potenzialità distruttive, può essere assai eterogeneo.
«Alcune persone possono presentare semplicemente una malattia di modeste entità e di breve durata con danno articolare minimo, mentre in altri casi la malattia si manifesta con poliartrite» spiega il reumatologo.
Nei due terzi dei soggetti l’esordio è insidioso, con senso di affaticamento, inappetenza, debolezza generalizzata e vaghi sintomi muscoloscheletrici fino a quando non si rende evidente la comparsa di sinovite. I sintomi prodromici possono durare settimane o mesi o non essere diagnosticati.
«I sintomi specifici compaiono in genere gradualmente: numerose articolazioni, specialmente quelle delle mani, dei polsi, delle ginocchia e dei piedi, vengono colpite in modo simmetrico. Solo nel 10% dei soggetti l’esordio è più acuto, con la comparsa rapida di una poliartrite spesso associata a sintomi come febbre e linfoadenopatia».
La manifestazione più comune dell’artrite reumatoide stabilizzata è costituita dal dolore, aggravato dal movimento, a livello delle articolazioni affette. Frequente è la rigidità generalizzata mattutina superiore ad un’ora, in genere maggiore dopo periodi di inattività.
I numeri
La prevalenza dell’artrite reumatoide è di circa lo 0,8% della popolazione generale (la prevalenza può variare tra lo 0,3 e il 2,1), le donne sono colpite circa 3 volte più degli uomini. L’incidenza della malattia aumenta con l’età e le differenze tra i due sessi diminuiscono nella popolazione più anziana.
L’insorgenza è frequente tra i 40 e i 50 anni: l’80% dei pazienti sviluppa la malattia entro i 50 anni. La predisposizione genetica alla malattia è rilevata da studi familiari.
Le cure
«Vari gli obiettivi della terapia dell’artrite reumatoide perché coinvolgono diversi ambiti. In particolare, sono i seguenti:
1) attenuare il dolore;
2) ridurre l’infiammazione;
3) proteggere le strutture articolari;
4) mantenere la capacità funzionale;
5) controllare l’eventuale coinvolgimento sistemico.
La terapia dei pazienti con artrite reumatoide comporta un approccio interdisciplinare al fine di migliorare la loro qualità di vita, comprensiva di aspetti funzionali o psicosociali. La fisioterapia può essere utile nel ridurre la sintomatologia dell’artrite reumatoide. Il riposo allevia i sintomi e può essere una componente importante nel programma terapeutico.
Un altro aspetto importante della terapia è l’esercizio fisico volto a conservare la forza muscolare e la mobilità articolare senza esacerbare l’infiammazione.
Per quanto riguarda l’approccio farmacologico, il medico prescriverà farmaci antinfiammatori non steroidei, farmaci antireumatici che modificano la malattia, immunosoppressori, cortisoni e agenti anticitochine» conclude il reumatologo Longhi.