L’artrosi è una malattia degenerativa che tende ad insorgere dopo i 50 anni a causa dell’usura delle cartilagini articolari, ovvero del tessuto elastico che riveste le estremità delle ossa e che ha il compito di ammortizzare e resistere alle sollecitazioni dello scheletro.
La riduzione o la scomparsa della cartilagine si traduce in un contatto osso-osso all’interno dell’articolazione, una condizione che causa dolore, rigidità e talvolta gonfiore. Seppur i sintomi dell’artrosi siano molto simili a quelli dell’artrite, è bene ricordare che quest’ultima è un disturbo ben distinto dall’artrosi, in quanto consiste in una malattia infiammatoria di origine autoimmune che può presentarsi a qualsiasi età, anche nei bambini.
Ad essere colpite dall’artrosi sono soprattutto le articolazioni più sollecitate dal peso corporeo e dalle attività quotidiane, quindi ginocchia, anche, spalle, mani e colonna vertebrale.
Se in linea generale il trattamento per l’artrosi prevede il controllo del peso corporeo, l’esercizio fisico e la riduzione dello sforzo sulle articolazioni, la terapia medica può variare a seconda dell’intensità dei sintomi.
Ad ogni modo, per saperne un po’ di più su questa problematica, abbiamo consultato il dottor Matteo Longhi, Responsabile reumatologia dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano. Ecco cosa ci ha risposto.
Che cos’è l’artrosi?
L’artrosi è la malattia reumatica più comune: interessa la maggior parte della popolazione, soprattutto con l’avanzare dell’età e principalmente nei paesi più industrializzati.
Comunemente la si definisce come una degradazione della cartilagine delle articolazioni soggette a movimento e al carico, anche se non sembrano coinvolti solo processi di invecchiamento della cartilagine, ma anche processi infiammatori locali, in risposta ai microtraumi, e sistemici, come nell’obesità per esempio.
All’usura della cartilagine si associa una reazione dell’osso che sta a ridosso della cartilagine (osso subcondrale). Negli stadi avanzati la cartilagine si assottiglia e si ulcera, e l’osso reagisce con la formazione di becchi ossei (osteofiti).
Quali sono i sintomi con cui si presenta?
Il sintomo principale è il dolore, tipicamente al movimento dell’articolazione, che recede con il riposo. Possono associarsi contratture dei muscoli per cercare di limitare il dolore dovuto al movimento. Successivamente compaiono le limitazioni nel movimento.
In alcune articolazioni si può associare gonfiore con aumento del liquido intra-articolare. Nelle fasi avanzate, il movimento del segmento interessato può essere seriamente compromesso.
Quali sono le cause e i fattori di rischio associati a questa patologia?
In alcune forme, come ad esempio l’artrosi primaria delle mani che colpisce le piccole articolazioni delle dita, vi è una predisposizione familiare.
Il fattore di rischio principale è l’età, cui si associano l’obesità e tutte le altre condizioni fisiche (ad esempio delle anomalie di crescita dello scheletro o traumi che ne modificano l’assetto) o le abitudini di vita che aumentano il carico e l’usura delle articolazioni (carichi eccessivi sullo scheletro, movimenti errati ripetuti, attività lavorative fisicamente usuranti, eccesso di sport che sovraccaricano determinate articolazioni) oppure per contro situazioni che non mantengono il movimento fisiologico, come il condurre una vita sedentaria.
Quali sono i trattamenti disponibili?
I trattamenti medici nella fase del dolore sono indirizzati alla sedazione del medesimo, quindi farmaci antidolorifici ed antinfiammatori, eventualmente anche per uso topico o associati a fisioterapia.
Esistono sostanze che prevengono la degradazione della cartilagine in misura limitata, se usati in fase precoce (i cosiddetti condroprotettori).
Vi sono poi sostanze quali l’acido ialuronico che possono essere iniettate nelle articolazioni (non in tutte), dove esplicano attività di nutrimento e di lubrificazione della cartilagine. Sono anche utilizzate tecniche di iniezione di cellule rigeneranti e di fattori di crescita per la cartilagine.
La chirurgia ortopedica ha largo spazio negli interventi di correzione degli allineamenti scheletrici non corretti, negli interventi di regolarizzazione delle superfici articolari ed in ultimo nella sostituzione delle articolazioni o nel blocco funzionale per ridurre il dolore.
Fondamentale, inoltre, è la prevenzione dei fattori di rischio (obesità ad esempio), il mantenimento di una corretta salute dello scheletro attraverso l’attività fisica, del tono e della funzione muscolare. Un’alimentazione sana e ricca di alimenti antiossidanti è un ottimo aiuto anche nella prevenzione dell’invecchiamento articolare.