Le donne che praticano kickboxing sono aumentate del 15 per cento rispetto all’anno corso. Questa disciplina è molto di moda anche perché praticata da tante star, come le attrici Ashley Tisdale ed Eva Longoria.
Per fare boxe non occorre acquistare un’attrezzatura specifica: l’unico accessorio che conta sono i guantoni, meglio se in pelle (da 25 euro in su).
ALLENATI CON I GUANTONI A RITMO DI DANZA
KickBoxing «Nella boxe tradizionale si possono usare solo i pugni. La kickboxing ammette anche i calci perché unisce le tecniche del pugilato a quelle del karate e del taekwondo» spiega il preparatore atletico Davide Carli. Il tutto a ritmo di musica molto sostenuto ed eseguendo coreografie di combattimento allo specchio.
Aeroboxe Si chiama anche fit boxe e fonde l’aerobica, la boxe e alcune tecniche di combattimento orientali. «Si simulano calci, pugni, ginocchiate e gomitate senza contatto fisico , in un crescendo musicale che trasforma le tecniche di combattimento in una vera e propria danza » chiarisce il trainer.
In realtà è una disciplina ormai molto diffusa anche tra le donne.
«Il fatto è che se ne parla poco, perché le nostre gare non sono “urlate” sui giornali e in tivù» spiega Simona Galassi. Secondo la Federazione pugilistica italiana sono circa un milione le donne che praticano pugilato amatoriale. E il numero delle appassionate del ring cresce sempre di più, specie tra le ragazze di 14-15 anni.
Chi non conosce questo sport pensa che sia violento. Non sa che si inizia a combattere dopo almeno due anni di allenamenti. E poi si usano sempre le protezioni.
«Se pratichi pugilato a livello dilettantistico non corri il rischio di romperti il naso o tornare a casa con i lividi perché, una volta sul ring, hai il caschetto, i guantoni chiusi sulle mani,il paradenti, il para-seno e anche il para-inguine: perciò sei molto protetta» rassicura Simona Galassi. E poi non bisogna dimenticare che il primo insegnamento della boxe è quello di schivare l’avversario. «Non ci si fa male perché, quando arriva il momento del corpo a corpo, si è già allenati a evitare i colpi e a essere veloci» aggiunge Davide Carli. «Il segreto di questa disciplina è proprio migliorare i riflessi e sviluppare una velocità di reazione tale da evitare l’impatto con l’altro».
«Assolutamente no, anzi la boxe serve a sfogare l’aggressività. Praticando questo sport si impara a gestire la rabbia seguendo delle regole ben precise, che aiutano a migliorare l’autocontrollo » spiega la campionessa. Ma può succedere anche il contrario, ci confida Simona.«Sono sempre stata una ragazza fin troppo tranquilla e solo sul ring ho scoperto, e tirato fuori, altri aspetti di me che mi hanno aiutata a trovare equilibrio».
Per le adolescenti che si avvicinano a questo sport, l’aspetto giocoso dell’allenamento è un mezzo per superare le insicurezze tipiche dell’età e crescere anche sotto il profilo emotivo. «La boxe è uno sport in cui non puoi mentire a te stessa. Ti mette di fronte alle tue paure, ti costringe a tirare fuori il carattere, la forza di volontà e la determinazione per farcela» aggiunge Simona.
Falso, perché il training mentale è una parte fondamentale della preparazione. «Per capire la tattica del partner e anticipare le sue mosse, bisogna allenare anche il cervello. In ogni lezione io invito le ragazze a immaginare una sequenza positiva di attacco che sia rapida e precisa. In questo modo, si aiuta il cervello a memorizzare i gesti, a guidare le braccia e le gambe in modo fulmineo e preciso» aggiunge il trainer Carli. Tutto ciò si riesce a fare con molta concentrazione.
«Ogni gesto è studiato, niente è casuale . Come succede negli schemi degli sport di squadra, anche sul ring ci sono tattiche da sperimentare in funzione di chi hai davanti. La mente quindi deve essere sempre all’erta » spiega l’ex campionessa. «Anche per ricordare le regole, che sono molte».
È sbagliato credere che per fare boxe occorra sviluppare soprattutto i muscoli della parte alta del corpo. «Non è uno sport in cui bisogna essere grossi, altrimenti si diventa lenti » spiega Simona Galassi.
«Gli esercizi che si eseguono in allenamento non servono ad aumentare la massa muscolare, ma a definirla: infatti si fanno tante ripetizioni in velocità, che asciugano le fibre». Anche il preparatore atletico lo conferma: «È un training completo per tutto il corpo: si usano le palle mediche (quelle pesanti, per intenderci) e gli elastici, che servono a rinforzare le braccia e le gambe».
«È l’obiezione di chi ha in mente certi pugili di professione. In effetti, ad alti livelli, le gambe diventano sproporzionate rispetto alle braccia perché sono sempre impegnate a “danzare” sul ring schivando i colpi dell’avversario» chiarisce Carli. «Ma ciò non accade nella boxe amatoriale, dove il corpo a corpo è limitato a una piccola parte della lezione».
È del tutto falso perché la boxe lavora su punti strategici del nostro corpo: la vita si assottiglia, i glutei si rassodano, le spalle si allargano, le gambe diventano affusolate» conclude Simona Galassi. «E poi dà quel pizzico di sicurezza in più che ci rende più sensuali».