L’eterno dilemma del latte
Innanzitutto premettiamo che il latte e i latticini sono, per natura, fonti di calcio. Ciò significa che assumendo tali cibi, l’organismo fa scorta di questo prezioso minerale.
Ma di quanto calcio si ha bisogno in media? In passato, i nutrizionisti parlavano addirittura di 1500 mg al giorno, oggi le ultime ricerche in campo medico sono arrivate a decretarne una quantità necessaria che si aggira attorno ai 700 mg pro die (praticamente, la metà).
A queste nuove scoperte, si è aggiunta anche la crescente avversione nei confronti di latte e derivati, presunti portatori di danni più che di benefici alla salute. Analizzando con obiettività la questione, il danno provocato dal latte vaccino e derivati (o comunque non vegetale) alla salute dell’uomo è fondamentalmente da attribuirsi all’elevato contenuto in ormoni (soprattutto estrogeni, responsabili di uno sviluppo sessuale precoce nelle bambine e di maggior incidenza di tumori femminili).
Ma perché il latte (e i formaggi) a oggi contengono tanti ormoni? Perché le mucche, causa allevamenti intensivi e pericolo di epidemie, assumono molti antibiotici. Dunque, sia la loro carne sia il latte riportano i residui di tale “cura” medica.
Una soluzione per aggirare tutto ciò sarebbe optare per latte e prodotti caseari di origine biologica garantita (senza residui di ormoni e OGM) e, comunque, fare sempre leva sul buon senso. Non c’è infatti bisogno di bere un litro di latte al giorno, se si assume una tazza di questo alimento si può poi bilanciare il resto dell’apporto di calcio con altre tipologie di cibi.