Cantare e sfogare le proprie emozioni a ritmo di musica è un’attività che tutti, chi più chi meno, abbiamo fatto. C’è chi canta a squarciagola, chi canticchia spensierato, chi si diletta in grandi concerti da solista sotto la doccia. Cantare ci fa sentire bene, non è un segreto.

È una delle forme di espressione della propria interiorità, e anche la reazione più naturale al senso dell’udito. Sento la musica, canto.

E per farlo non bisogna per forza essere cantanti professionisti o conoscere alla perfezione la tecnica canora: è un gesto incredibilmente spontaneo, e non importa quale sarà il risultato finale.

Quel che è certo è che lasciarsi andare al canto crea un’ondata di benessere: andiamo a vedere nel dettaglio in che modo.

Cantare fa bene alla mente

Cantando si rilasciano grandi quantità di endorfine, che in generale risollevano l’umore e fanno sentire meno vulnerabili. Cantare allevia la tristezza e fa sentire rincuorati anche i più solitari. Al tempo stesso, il nostro sistema nervoso viene sollevato dal carico di stress: per molti, anche il solo fatto di canticchiare, aumenta l’autostima. Indipendentemente da come si canta!

Cantare fa bene ai muscoli

Sembra un po’ tirato per i capelli come motivo, ma in realtà cantare aiuta non solo la distensione e vibrazione delle corde vocali, ma anche a modulare meglio la voce in base al ritmo.

Più si canta, più i muscoli della gola si allenano e si scaldano. Non a caso dopo i concerti siamo tutti senza voce: cantare a squarciagola senza nessun allenamento (e soprattutto senza la giusta tecnica) sforza troppo i muscoli e le corde vocali, tanto da metterle ko!

Cantare fa sentire meno stanchi

È infatti un ottimo modo per rimanere svegli. O almeno provarci. Cantare infatti distrae la mente e sveglia la memoria uditiva.

Canticchiando anche solo una canzone ci si sente subito più sollevati, e con il respiro più regolare. L’esatto effetto contrario, si ha se ci si cala in una ninnananna dolce e armoniosa…

Cantando s’impara

Incredibile ma vero, cantare spesso aiuta la memoria. Innanzitutto si impara a dare un ritmo alle parole, si capisce meglio la dizione e si memorizza più facilmente.

Ricordare intere strofe o ritornelli di canzoni vecchissime dimostra come la nostra memoria può essere influenzata dai tormentoni, e riproporsi puntualmente come un ritmo mai dimenticato, anche a vent’anni di distanza.

E poi – da non trascurare – cantare in una lingua straniera è un ottimo metodo di apprendimento di quella lingua.