Nonostante il miglioramento delle condizioni generali nutrizionali sia ormai obiettivo, tanto da far sparire quasi completamente alcune gravi condizioni di malnutrizione, serpeggiano, anche ai nostri giorni, più o meno gravi deficit vitaminici che spesso si ripercuotono sulla qualità di vita di chi ne è affetto.
Nei decenni si è gradualmente passati da deficit vitaminici legati a “povertà” dietetica a quelle oggi più comuni associate a ipernutrizione piuttosto che a stravaganti e a volte pericolose diete alla moda. Ecco, di seguito, i principali sintomi che potrebbero far sospettare deficit di alcune vitamine molto importanti come la vitamina D, la vitamina A, la vitamina E, la vitamina B12 e tutte quelle del gruppo B.
Ricordiamo tuttavia, che sarà compito del medico, dopo un’attenta valutazione e opportuni esami, diagnosticare tali deficit e porre gli opportuni rimedi.
Carenza di vitamina D
La vitamina D è una delle vitamine più studiate nell’ultimo periodo, per le influenze sull’intero funzionamento dell’organismo umano. Sempre meno presente negli alimenti, la ritroviamo nelle frattaglie, nel tuorlo d’uovo e nella componente grassa di alcuni pesci, la sua sintesi nell’organismo umano è finemente regolata dall’esposizione adeguata alla luce solare.
Nonostante il nostro territorio sia baciato dal sole, stati carenziali sono molto frequenti, soprattutto nei soggetti anziani, negli obesi, nei pazienti con patologie renali e malattie infiammatorie intestinali.
I sintomi più frequenti associati a tale carenza sono debolezza muscolare, fragilità ossea che nei casi più gravi può arrivare all’osteoporosi, deficit di crescita in età pediatrica e sensibilità ad infezioni per il calo della risposta immunitaria.
Carenza di vitamina B12
La vitamina B12, nota anche come cobalamina, è una vitamina molto importante ma abbastanza esposta a deficit. Soggetti anziani, pazienti affetti da gastrite cronica o sottoposti a terapie farmacologiche prolungate nel tempo, infezioni da Helicobacter pylori e patologie del tratto gastro-enterico possono aumentare il rischio di soffrire queste carenze.
Considerando la presenza di questa vitamina prevalentemente nei prodotti di origine animale, le diete vegane rappresentano un altro concreto rischio.
Indolenzimento della lingua inappetenza, stanchezza e nei casi più gravi sintomi neurologici come perdita della memoria, difficoltà nel deambulare e sbalzi d’umore sono alcuni dei segnali associati a gravi stati deficitari.
Tuttavia più comunemente un quadro anemico, caratterizzato da globuli rossi più grandi del normale, denota un deficit di vitamina B12, che talvolta potrebbe associarsi anche a deficit di vitamina B9 (folato). In queste circostanze, risultano anche alterate in eccesso, le concentrazioni di Omocisteina, un importante fattore di rischio cardiovascolare.
Carenza di vitamine del gruppo B
Tiamina, Riboflavina, Biotina, Niacina sono altre vitamine del gruppo B, fortunatamente abbastanza diffuse negli alimenti, per cui meno esposte al rischio di carenza. Una dieta onnivora, infatti, è in grado di preservare il buon contenuto vitaminico proteggendo l’organismo da stati deficitari o carenziali.
Tuttavia diete estreme, o condizioni particolari come l’alcolismo piuttosto che gravi patologie gastrointestinali, potrebbero aumentare il rischio di carenze. Senza arrivare ai casi estremi, il deficit di tali vitamine si manifestano principalmente con una perenne sensazione di stanchezza e spossatezza e fragilità degli annessi cutanei come le unghie.
Anche il cavo orale può essere indicatore di possibili carenze: infiammazione e sanguinamento delle gengive, fissurazioni continue della lingua o delle mucose, così come incremento dei volumi della lingua piuttosto che variazioni del normale colore possono denotare deficit gravi di vitamine del gruppo B e anche di vitamina C, la cui carenza è oggi fortunatamente molto rara.
Carenza di vitamina A e vitamina E
Si tratta di vitamine liposolubili molto presenti anche nei prodotti di origine vegetale, pertanto abbastanza ubiquitarie nella comune dieta. Le carenze sono rare, anche nelle diete più restrittive e spesso correlate a patologie intestinali che inducono mal-assorbimento.
Stati carenziali potrebbero associarsi a suscettibilità ad infezioni per riduzione della funzionalità del sistema immunitario, disfunzioni tiroidee e nei casi più gravi miopatie e difficoltà visive.
Stati subcarenziali prolungati nel tempo, potrebbero invece aumentare il rischio di eventi cardiovascolari, soprattutto nei soggetti più a rischio.
Carenza di vitamina C
Come già accennato la carenza di vitamina C è fortunatamente molto rara ai giorni nostri.
Tuttavia, senza arrivare allo scorbuto, patologia tipica dei marinai del 700, stati sub-carenziali di questa Vitamina potrebbero associarsi: stanchezza e astenia, affaticamento, gengivite e sanguinamento, difficolta di rimarginazione delle ferite, lividi, dolore e gonfiore articolare, fragilità degli annessi cutanei (unghie, capelli e denti), raffreddori ricorrenti e sensibilità alle infezioni.