Un dolore insopportabile, la sensazione di avere testa e collo paralizzati, tanto da finire in pronto soccorso. La diagnosi? Un attacco di cervicalgia. La paziente ero io e ben mi sta. Già, perché anche chi scrive di salute come me da tantissimi anni, non è immune dal commettere errori. Certo, il mio è un caso estremo ma rende bene l’idea di quelli che possono essere gli effetti esplosivi del mix abitudini scorrette più stress.
«La causa principale dei problemi alla cervicale in oltre nove casi su dieci è la postura sbagliata» mi dice subito Andrea Pagani, specialista in ortopedia presso il Palazzo della Salute Wellness Clinic di Milano – Gruppo San Donato. «Le cattive posizioni alla lunga causano una contrattura muscolare e da lì il dolore. Se non si interviene, si crea un circolo vizioso. Perché per cercare sollievo si assume involontariamente un’altra posizione scorretta, che in quel momento sembra la migliore per alleviare i disturbi ma che peggiora la situazione».
Il professor Pagani ha proprio ragione! L’ho fatto anch’io. Come portare lo zaino solo su una spalla perché il dolore sull’altra sembrava minore. O accovacciarmi in posizione fetale per calmare il dolore e l’ansia nei periodi di grande stress.
Lo stress peggiora davvero la cervicalgia?
«Certo. Il meccanismo è complesso ma, in pratica, ansia e situazioni stressanti, se protratte nel tempo, vengono “registrate” dal cervello e comunicate al corpo. Così ogni volta che siamo sotto pressione scatta una contrazione involontaria della muscolatura della testa, del collo e delle spalle che scatena uno stato di infiammazione e il dolore. Il tutto poi viene esasperato dalle posture, il più delle volte scorrette, che si assumono nella vita di tutti i giorni».
Durante gli attacchi di cervicalgia i farmaci antidolorifici servono?
«Vanno bene se fanno parte di un piano terapeutico impostato dallo specialista. Il farmaco che viene prescritto fa parte della famiglia dei miorilassanti e ha l’obiettivo di sciogliere la muscolatura del collo, quando è molto tesa. E, se c’è sofferenza, viene associato a un medicinale antinfiammatorio-analgesico. Attenzione però, questa è una cura d’attacco e come tale, deve avere una durata limitata nel tempo, cioè 5, 10 giorni al massimo».
Fisioterapia e terapie contro la cervicalgia
E dopo cosa si fa?
«Quando la muscolatura è meno infiammata si può ricorrere a un ciclo di fisioterapia con manipolazioni locali a livello di collo e di spalle e con una ginnastica dolce e mirata. Ma spesso non è ancora sufficiente. E quindi si interviene con terapie ad hoc. Come la tecar, che abbassa il livello infiammatorio e controlla il sintomo, oppure la tens, che rilassa la muscolatura, e la radar, che ha sempre l’obiettivo di sciogliere la tensione muscolare. La scelta va fatta in base alla gravità. La tecar ad esempio, in combinazione con la massoterapia, dà ottimi risultati nei casi più difficili».
L’osteopatia può essere utile?
Non abbiamo parlato dell’osteopatia: cosa ne pensa?
«Trovo sia fondamentale nel trattamento della cervicalgia. La manipolazione osteopatica mira a distendere le fasce muscolari, cioè le strutture che avvolgono il muscolo. In questo modo, anche il muscolo riesce ad allungarsi, a decontrarsi e a tornare nella posizione originale. Bisognerebbe sottoporsi ciclicamente a un trattamento osteopatico. Perché con questo approccio, si educa il cervello a fornire i giusti comandi affinché il corpo mantenga nella quotidianità la postura corretta».
La sedia ergonomica può essere utile?
«Sì, per la postura della colonna dorsale e lombare certamente, ma per il benessere della cervicale ci vogliono delle accortezze in più. Innanzitutto, la sedia va regolata in modo da stare con i piedi ben appoggiati a terra e con le gambe che formano un angolo di 90 gradi. Inoltre, il computer va spostato sulla scrivania così da trovare la giusta posizione: testa ben diritta e spalle rilassate. E, se si lavora al portatile, vanno utilizzati i supporti che alzano la tastiera quel tanto che basta per evitare di “incassare” il collo».
Qual è il cuscino ideale per combattere la cervicalgia?
«Il cuscino ideale non esiste. Di regola, dovrebbe essere alto al massimo 5 centimetri e di una durezza media. Ma va provato, per trovare il più adatto al benessere del proprio collo. E adesso lo vuole un ultimo consiglio per gli attacchi acuti? La prossima volta, se ha dolore, la posizione ottimale per sciogliere la muscolatura non è quella fetale ma la supina, senza cuscino, con la nuca a livello delle spalle. È la stessa che viene adottata in pronto soccorso in caso di “colpo di frusta” e ha un eccezionale effetto antalgico e decontratturante».
→ La gym per il rientro alla scrivania
Passi molto tempo seduta nella stessa posizione? Ogni due ore esegui questi due esercizi, con movimenti lentissimi. Sono efficaci per sciogliere la muscolatura e tenere lontani gli attacchi di cervicalgia.
1. verso l’alto Spalle rilassate, collo ben diritto, occhi chiusi. Muovi la testa come per guardare il soffitto, poi, lentamente, torna nella posizione iniziale.
2. destra & sinistra Ruota il capo prima verso destra, poi verso sinistra, senza forzare. Fermati se avverti dolore.