1/7 – Introduzione
In questa guida parleremo di un argomento che purtroppo affligge un’ampia fetta della popolazione: le ragadi anali. Chi soffre di ragadi lamenta un intenso dolore al retto, che sopraggiunge dopo aver defecato. La stessa evacuazione avviene poi con estrema difficoltà, poiché il cilindro fecale non è sufficientemente morbido. Quando le feci si presentano caprine (struttura simile a palline dure e pesanti), è ancor più facile lamentare perdite ematiche, che si accompagnano ad un comprensibile stato di apprensione. Peccare di una scorretta alimentazione è spesso alla base di questo disturbo, che è caratterizzato in genere da abusi o limitazioni alimentari. Se è infatti vero che l’assenza di fibre durante i pasti favorisce la stipsi, è risaputo che gli eccessi di fibra danno il medesimo risultato. Caso tipico è quello di chi assume grandi quantità di glucomannano, che può arrecare seri danni al transito intestinale se non abbinato ad una sufficiente idratazione. La maggior parte delle persone che soffrono di ragadi anali, guarisce spontaneamente cambiando alimentazione ed optando per una dieta bilanciata. Alcuni individui, tuttavia, lamentano recidive periodiche, che possono evolvere anche in sgradevoli infezioni da trattare chirurgicamente. Le prime, dette “ragadi a breve termine” spariscono in 8-12 settimane, soprattutto se si associa una terapia farmacologica bifasica. Questa mira infatti sia ad ammorbidire le feci che a ridurre l’ipertono dello sfintere anale. Le seconde, dette “croniche”, richiedono un costante monitoraggio da parte dello specialista proctologo, che può consigliare un’escissione chirurgica. Nei passi della nostra guida vedremo assieme come alleviare il dolore delle ragadi e quali accorgimenti adottare per migliorare lo stile di vita.
2/7 Occorrente
- Piano alimentare bilanciato
- Creme lievemente anestetizzanti
3/7 – Seguire una dieta ricca di vegetali
Nel caso si stia seguendo un regime alimentare scorretto, particolarmente ricco di alimenti preconfezionati, è necessario tornare subito ad una dieta sana ed equilibrata. Evitate cibi grassi, bevande gassate e soprattutto alcolici. Assumete molte fibre tramite frutta e verdura di stagione e condite i cibi a crudo con olio extravergine di oliva. Per incrementare la quota di acqua nelle feci e renderle così più morbide, bevete molte tisane, soprattutto quelle a base di tarassaco e senna (per le dosi, seguite i consigli dell’erborista o quelli riportati sulle confezioni). Se lavorate in contesti che non vi consentono di cucinare il pasto, portatelo da casa e se non possedete una grande cultura in materia di nutrizione, affidatevi ad un nutrizionista qualificato. Aggiustando la dieta anche la defecazione avverrà in modo atraumatico, riducendo ogni forma di dolore.
4/7 – Fare sport regolarmente
Altro fattore ritenuto cruciale per l’insorgenza dei disturbi anali ed intestinali è la quantità di stress accumulato. Chi pratica sport gode di una maggiore resistenza a questo stress, che in gran parte deriva da una vita lavorativa piena di responsabilità. Per tale ragione, i frequentatori di palestre e centri fitness devono continuare a praticare attività sportive. Tutti coloro che, invece, hanno uno stile di vita sedentario, possono provare con delle lezioni di ginnastica dolce. Se poi si vuole unire l’utile al dilettevole, la scelta deve cadere sulla piscina, che garantisce un lavoro muscolare uniforme. Va poi puntualizzato che, seppur siano accettabili gli allenamenti low cost casalinghi, magari eseguiti per pochi minuti sotto la guida di un’applicazione, è sconsigliato l’uso della cyclette. Questo formidabile attrezzo, infatti, può acuire il dolore anale, a causa della posizione che il corpo assume. Al suo posto, invece, è possibile utilizzare tappeti da yoga, tapis roulant, tappeti elastici e bici ellittiche.
5/7 – Applicare creme miorilassanti
Molto spesso, quando il dolore diventa intollerabile e si ripercuote negativamente sullo svolgimento delle proprie attività quotidiane, il medico prescrive al paziente delle creme miorilassanti e debolmente anestetizzanti. Oltre ad avere un ottimo potere funzionale, queste creme riducono il dolore poiché contengono lidocaina. Il loro utilizzo può essere abbinato all’uso di dilatatori anali criotermici, secondo indicazioni e consigli del proprio medico. Nonostante tali prodotti abbiano un effetto locale e non sistemico, vengono venduti solo dietro presentazione di ricetta medica e non sono acquistabili come comuni rimedi da banco. Solo lo specialista, infatti, può stabilire il giusto dosaggio di principio attivo e la frequenza di applicazione. Inoltre, in caso di ragadi particolarmente temibili, è il professionista che può consigliare un intervento chirurgico, proponendo tecniche diversificate per tipologia di ragade e gravità della stessa.
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7/7 Consigli
- Le ragadi si manifestano spesso con perdita di sangue assieme alle feci. Dal momento che questo evento può essere correlato ad altre patologie a carico del colon, è bene farlo presente al proprio medico curante che valuterà la necessità di una rettoscopia/colonscopia
- Chi soffre di stipsi, spesso può essere tentato di liberare l’ampolla rettale inserendo un dito ed operando una pressione al suo interno. Sebbene tale procedura rimuova effettivamente le feci presenti in sede, può aggravare l’entità della ragade, quindi è un comportamento da sconsigliare