Quando facciamo la spesa, impariamo a leggere bene le etichette dei prodotti, non solo per quanto riguarda l’apporto calorico, ma anche per evitare ingredienti che possono essere dannosi per la nostra salute
In molti prodotti da forno trovi la scritta “A ridotto contenuto calorico”: sono gli alimenti il cui valore energetico è inferiore del 30% rispetto a quelli della stessa categoria. Ma stai attenta alle porzioni. «Non significa che puoi mangiarne il 30% in più» avverte il dottor Ghiselli.«Uno snack con meno calorie ha di solito meno carboidrati , ma la stessa quantità di grassi e sale».
Se, invece, dopo aver mangiato la pizza o una fetta di torta ti si gonfia subito la pancia, può dipendere dalla flora batterica intestinale che non riesce a “digerire” bene il lievito di birra, usato per questi alimenti. Prova allora i prodotti che dichiarano in etichetta “senza lievito”, o quelli che indicano tra gli ingredienti i cosiddetti lieviti chimici, come il carbonato acido di sodio (che è poi il comune bicarbonato di sodio). Vedrai che, nell’arco di un mese, la pancia sarà già meno gonfia.
Se vuoi una marmellata davvero light, guarda bene l’etichetta. L’ideale è che tra gli ingredienti ci sia l’isomalt, uno zucchero estratto dalla barbabietola, oppure il maltitolo. Di solito si trovano insieme ai cosiddetti “intensivi”, come il ciclammato di sodio e l’aspartame, dolcificanti che assicurano il gusto ma non fanno ingrassare. Queste sostanze, infatti, ti permettono di risparmiare il 75 per cento delle calorie. In media, in un etto di marmellata di questo tipo, troverai 70 calorie al posto delle 250 di una confettura “normale”. E hanno un altro vantaggio: non fanno alzare la glicemia. Sono zuccheri, cioè, che mantengono stabile l’insulina, così non ti vengono quei picchi di fame improvvisa che mettono a rischio la linea.
Se invece trovi scritto “Solo zuccheri della frutta ”, significa che la confettura è più sana, perché sono stati utilizzati dolcificanti naturali come succo d’uva o concentrato di mela. D’altra parte ti fanno tagliare meno calorie: ne risparmi il 20% rispetto allo zucchero classico. «E poi il succo d’uva è controindicato per chi ha problemi di glicemia e diabete» avverte Andrea Ghiselli, primo ricercatore del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura e coautore del libro Guida alla lettura delle etichette alimentari.
Se ami il burro, non devi eliminarlo dalla spesa. Basta scegliere quello light. Sull’etichetta devi cercare “A ridotto contenuto di grassi”: vuol dire che può contenerne anche fino alla metà rispetto alla versione tradizionale. Così, da 752 calorie all’etto, passi a 376. Merito dell’aggiunta di addensanti (come l’amido di mais) che riescono a legare il grasso a parecchia acqua, facendo volume. Usalo però a crudo, per esempio sul pane del mattino e sulla pasta: il calore intenso della cottura farebbe evaporare l’acqua in fretta, richiedendo dosi extra e vanificandone l’efficacia.
Esistono poi anche marchi “A ridotto contenuto di colesterolo” . Ma non si tratta di burro dietetico. Sono prodotti a cui è stata tolta una parte di colesterolo, ma non le calorie. «Questi alimenti andrebbero acquistati solo se si segue una dieta ad hoc per proteggere le arterie, che comprenda, cioè, meno carni rosse e salumi e prodotti di origine animale» spiega il dottor Ghiselli. «Per perdere peso , l’unica voce a cui prestare davvero attenzione sono le calorie».