1/5 – Introduzione
Per qualunque sportivo, apprendere come gestire le emozioni nello sport è fondamentale. L’attività fisica infatti non è solo sforzo fisico, ma anche mentale. Occorrono concentrazione, motivazione, capacità di gestire lo stress, la rabbia, gli insuccessi, gli infortuni e l’agonismo fra atleti. I campioni infatti sono, o hanno imparato a essere, anche forti mentalmente. A un osservatore superficiale sembra che vada loro tutto bene, ma non è affatto così. Basti pensare all’invidia e alle critiche che suscitano quando sbagliano… E che dire poi dei sacrifici richiesti dalla pratica sportiva, come il workout quotidiano, quando magari il povero atleta vorrebbe dormire qualche ora in più o andarsene in vacanza? Il problema però non è solo dei campioni. Persino un’attività amatoriale richiede un controllo delle emozioni e il classico “pensare positivo”. Anche tu hai toccato con mano l’importanza del rapporto indissolubile sport-emozioni e vuoi migliorarti? Bene, continua a leggere, ci sono i consigli giusti per te.
2/5 – Imparare a conoscersi
Il primo passo per imparare come gestire le emozioni nello sport è quello dell’autoconsapevolezza. Tutti hanno punti forti e punti deboli: devi quindi individuare questi ultimi e lavorarci. Per esempio, il tuo specifico problema potrebbe essere l’insicurezza, oppure la tendenza a reagire con rabbia eccessiva alle frustrazioni. A volte, nello sport, reagisci in modo analogo ad altre situazioni della tua vita quotidiana. In altri casi, invece, quando inizi a fare sport scopri dei lati emotivi di te, positivi o negativi, che nemmeno sospettavi. In tutti i casi, se si tratta di negatività, vanno gestite. E se hai difficoltà a capire da solo cosa c’è che non va? Ebbene, puoi osservare i tuoi compagni di squadra, o i tuoi amici sportivi, i confronti con le loro reazioni (e i risultati che ne derivano) ti saranno utili. Se hai un coach, il compito è più facile. Un buon trainer infatti adocchia sempre i punti deboli e forti, anche emotivi, dei suoi atleti. Parlare con lui quindi ti aiuterà sicuramente.
3/5 – Gestire le negatività
Individuate le negatività, è il momento di gestirle. Le soluzioni sono ovviamente, almeno in parte, personalizzate. Però ci sono strategie adatte a chiunque. Una è l’apprendimento di una corretta tecnica respiratoria. Ansia, rabbia, panico comportano un respiro accelerato. Riuscire a controllarlo, rendendo più profondi e lenti gli atti respiratori, aiuta a gestire le emozioni negative eccessive. Yoga e meditazione, analogamente, aiutano in caso di rabbia, frustrazione, pensieri ossessivi legati alle prestazioni sportive. Non meno utile il dialogo interiore e l’immaginazione positiva. Esprimere in concetti chiari quello che disturba funziona in base a 2 principi distinti. Primo, si esorcizza la causa del malessere. Secondo, favorisce un cambiamento di “rotta emotiva”, come ben sanno gli atleti professionisti. Anche visualizzare immagini favorevoli è importante. Emotivamente parlando, significa attirare a sè risultati positivi (ovviamente se mantieni un adeguato realismo!). Infine, ci sono le contromisure esterne. Cosa significa? È presto detto: prima di una gara, o in certi casi di un semplice allenamento, devi “blindarti” o trovare chi lo faccia per te. Blindarti vuol dire isolarti da tutte le situazioni capaci di innescare emozioni negative. Qualche esempio: un partner ansioso, che ti deconcentra o ti instilla le sue insicurezze. Genitori o amici ipercritici, che sminuiscono il tuo entusiasmo. Il traffico di punta delle 5 del pomeriggio che ti rende ansioso e irritato… Insomma, tutto quello che hai capito ripercuotersi sulle tue prestazioni sportive. Naturalmente isolarti non significa per forza cambiare partner o.. Genitori… Ma soltanto renderli innocui quando è il caso.
4/5 – Utilizzare la psicoterapia
Non di rado fare tutto da soli non porta i risultati sperati. In tal caso, puoi trarre beneficio da un ciclo di sedute di psicoterapia cognitiva. Forse non lo sai, ma ci sono psicoterapeuti specializzati proprio nel supporto a chi pratica sport. E non pensare che chiedere aiuto a uno psicologo significhi debolezza. Flavia Pennetta e Gigi Buffon sono soltanto 2 dei molti atleti famosi che l’hanno fatto!