1/6 – Introduzione
L’ipocondria è un problema della sfera psichica che porta chi ne è affetto ad avere delle preoccupazioni eccessive e in molti casi infondate per la propria salute. Il soggetto affetto da ipocondria, associa ogni minimo fastidio che avverte ad una patologia che minaccia la sua salute. Quando si ha a che fare con un ipocondriaco bisogna essere in grado sia di rassicurarlo (così che non sviluppi ansia cronica vera e propria) che portarlo non tanto a ragionare (condizione impossibile) quanto a comprendere il perché il suo sistema nervoso decida di “incanalare” lo stress verso un’eccessiva preoccupazione infondata e non riesca, invece, a gestirlo correttamente. L’ipocondria così come tutti gli altri disturbi psichici, è infatti spesso null’altro che l’esternazione di un qualcosa di molto più radicato e profondo che “è dentro” e non riesce a trovare voce, a uscir fuori correttamente. In questa guida, quindi, cercheremo di capire come fare per riuscire ad aiutare correttamente un ipocondriaco.
2/6 – Gestire un ipocondriaco: trascinare l’attenzione su altro
Quando una persona è malinconica, l’ipocondria non fa altro che accentuare il suo stato, per cui addirittura riesce a “crearsi” delle problematiche di tipo fisico che in realtà non ha, con tanto di fastidi e variazioni fisiche importanti. Nella maggior parte dei casi, anche dopo un’accurata visita specialistica, il soggetto non riesce a rassicurarsi nonostante il responso sia stato negativo, e continua a comportarsi secondo quanto la sua mente riesce ad immaginare. La regola numero uno non è “distrarre” l’ipocondriaco (risulterebbe impossibile!) tanto quanto portare la sua attenzione su quello che è il reale problema lo affligge, al di là del “dolore o fastidio fisico”. Se la persona ci parla di “ho dolore al petto, mi fa male la schiena” ecc, proviamo a spiazzarlo chiedendogli: “c’è qualcosa che ti preoccupa al di là del dolore fisico? C’è qualcuno che ti ha ferito/fatto soffrire? Sei in ansia a causa di un avvenimento importante?”.
3/6 – Gestire un ipocondriaco: la solitudine
La cura dell’ipocondria consiste nell’evitare che l’ipocondriaco si isoli, e noi possiamo aiutarlo distraendolo ed invitandolo innanzitutto a camminate all’aria aperta, possibilmente in zone soleggiate o lungo viali alberati e ricchi di fiori e colori, che gli consentano di prendere contatto con la natura e con se stesso. Se il soggetto è particolarmente suggestionabile, bisogna sdrammatizzare qualsiasi evento che possa turbarlo o amplificare la sua condizione. Renderlo quindi partecipe a tutto ciò che facciamo normalmente, sono piccole azioni che sicuramente gli porteranno benefici notevoli soprattutto a livello psichico. Quando siamo in sua compagnia, proviamo a focalizzarci noi stessi sui rumori di sottofondo, sulla bellezza di un paesaggio o sulla temperatura piacevole e facciamoglielo notare: aiutiamo la sua mente a “cogliere” ciò che di bello ha intorno, perché da sola, in questo momento, non ci riuscirebbe.
4/6 – Le persecuzioni: capire la causa
I soggetti affetti da ipocondria spesso ritengono di essere perseguitati, o tendono ad amplificare i problemi familiari e enfatizzarli in maniera eccessiva. Si preoccupano in maniera incontrollata se un figlio ritarda il rientro a casa di pochi minuti, procurandosi uno stato d’ansia che li rende particolarmente agitati. In realtà con tali manifestazioni l’ipocondriaco non sta facendo nient’altro che spostare l’attenzione da un qualcosa di grave, che lo ferisce nel profondo, a un qualcosa di futile e “monitorabile”, che lui stesso sa (inconsciamente, ovvio!) non aver grande rilevanza. Come il rientro a casa del figlio, che magari si è semplicemente attardato per qualche minuto per scambiare due chiacchiere con un amico incontrato per strada.
5/6 – Gestire l’ipocondria: consigliare cure terapeutiche
A questo punto siamo giunti al termine di questa breve guida. Se ci trovassimo ad avere a che fare con una persona affetta da ipocondria tornerà molto utile il sapere come comportarsi. Ad ogni modo, non dovremmo mai dimenticare che l’ipocondria è un problema serio, che può compromettere gravemente la qualità della vita di chi ne soffre. Proprio per questo motivo, la cosa più saggia che potremmo fare (oltre ad offrire la nostra sincera vicinanza emotiva) sarebbe quella di spingere l’amico/parente/conoscente che ne soffre a richiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta. Cercando di fargli capire, inizialmente, non tanto che tutto ciò che sente sono convinzioni mentali, ma piuttosto che sta vivendo un momento molto buio e che potrà continuare a indagare sui suoi fastidi/dolori fisici senza tralasciare però la parte emotiva, che va supportata perché non può far altro che aiutare il corpo stesso a ritrovare la propria pace interiore.
6/6 Consigli
- Mai giudicare
- Offrire estrema vicinanza, chiedere “come stai?” ed evitare di trattare l’argomento “salute fisica”. Concentrarsi, piuttosto, sull’aspetto emotivo e mentale!
- Garantire aiuto e comprensione, consigliando però l’aiuto di tipo medico/psicoterapico